L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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martedì 1 luglio 2008

Giustizia: Il Governo 'scarica' la Costituzione

Roma - Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) esprime la propria ferma contrarietà ai provvedimenti in materia di giustizia annunciati o già emessi dal Governo Berlusconi.

In primo luogo, il decreto sicurezza - introducendo un doppio binario per i cittadini italiani, da una parte, e i cittadini migranti in stato di clandestinità/irregolarità, dall'altra - viola in modo flagrante il principio di uguaglianza sancito dalla Carta Costituzionale.

Infatti, prevedere un'aggravante della pena esclusivamente per il fatto che chi commette un reato si trova in situazione di "clandestinità" o "irregolarità" significa condannare il semplice status della persona e non un qualche atto lesivo dei diritti degli altri.

In secondo luogo, il CNCA contesta la proposta di revisione della legge Gozzini in materia di benefici penitenziari (permessi, liberazione anticipata, concessione di misure alternative...) perché pregiudica l'orientamento riabilitativo della pena sancito dall'art. 27 della Costituzione.

L'induzione di un clima forcaiolo, impregnato di intolleranza e razzismo, è del tutto irresponsabile giacché non si interroga sulle conseguenze prevedibilmente ingestibili delle misure adottate sia sulla popolazione detenuta che sulla popolazione libera. Il carcere, infatti, non sarà più gestibile perché verrà meno ogni ipotesi di speranza, divenendo sempre più difficile costruire un nuovo progetto di vita; nella società, invece, ne risulterà minato anche quell'esile collante sociale - sempre più residuale - che garantisce la convivenza civile.

In terzo luogo, la Federazione sottolinea l'inaccettabilità di proposte inique tese, da un lato, a colpire più duramente le fasce più marginali della popolazione - anche aldilà di una reale "pericolosità sociale" o responsabilità personale - e, dall'altro, a garantire impunità ai potenti.

Infine, il CNCA rileva che questa deriva politica e culturale trae origine anche dal comportamento dei media, che soffiano anch'essi, pericolosamente e irresponsabilmente, sul fuoco.