L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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sabato 6 settembre 2008

Giustizia/Carcere: Il braccialetto elettronico, il gioiello più inutile

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Ogni tanto qualche politico inventa uno slogan e offre panacenee per i mali del Paese. Molti di questi slogan restano tali, altri si trasformano in progetti ma il risultato è sempre lo stesso: i problemi rimangono irrisolti. In più molto spesso viene bruciata qualche vagonata di denaro pubblico. Nel caso della sicurezza, l'arma fine del mondo viene evocata spesso da destra e sinistra. Uno di questi strumenti miracolosi è il braccialetto elettronico, il dispositivo che dovrebbe permettere di trasferire i detenuti dalle carceri al loro domicilio, trasmettendo l'allarme nel caso in cui si allontanino. Un congegno che negli Usa funziona molto bene, perché applicato in un sistema giudiziario diverso e in una gestione infinitamente più rigorosa: se sgarri, non hai scampo. Qui da noi, il sistema rischia di avere costi superiori ai benefici. E di non funzionare da deterrente verso nuovi reati. Quanto a costi, gli italiani li stanno già pagando. La prima volta che si decise di lanciare la sperimentazione del braccialetto fu firmato un bel contratto con Telecom: undici milioni l'anno per 400 apparecchi. Il contratto è partito nel 2003 con scadenza nel 2011 ma dopo due anni si è deciso di fermare tutto e i dispositivi sono sostanzialmente inutilizzati. Come riferisce il Sole24ore, la sperimentazione ha mostrato tutti i limiti dell'iniziativa: funziona entro un raggio limitato - 100-200 metri - e spesso il segnale scompare anche se il detenuto va in cantina o in un angolo coperto. Insomma: non alleggerisce il carico di polizia e carabinieri e non permette di intervenire rapidamente in caso d'evasione. Gioielleria penale. Che oggi viene riscoperta dai due ministri Alfano e Maroni, con scarse possibilità di successo: il contratto con Telecom impedisce di provare altri prodotti tecnologici. E, soprattutto, è un'illusione credere che esista una bacchetta magica per i problemi della giustizia: servono riforme, investimenti e competenze. Nel frattempo, però, sarebbe urgente evitare di buttare via quelle poche risorse disponibili, in denaro e in personale