Sindacato Dirigenti Pemitenziari: FINANCHE MEGLIO IL LANCIO DELLA MONETINA…
-L’assenza di regole condivise nei trasferimenti a domanda rappresenta un’offesa nei riguardi dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico- Lanciamo un vibrato appello al Ministro ALFANO, al Capo del DAP, Presidente IONTA, ed al Vice Capo del DAP, dr. DI SOMMA, affinché blocchino ed annullino, con la massima urgenza, le procedure di trasferimento a domanda dei dirigenti penitenziari, decisi sulla scorta di parametri numerici assolutamente non concordati con le OO.SS. degli stessi. Tradendo, infatti lo spirito di un primo accordo siglato con le OO.SS. nell’aprile scorso, attraverso il quale si era giunti ad individuare dei principi condivisi, i quali ovviamente necessitavano di essere declinati in congrui differenti punteggi, la Direzione Generale del Personale, inaudita altera parte, stabiliva
autonomamente dei valori numerici che hanno l’effetto di stravolgere la genuina volontà di trasparenza e di meritevolezza che, con l’accordo precitato, si intendeva perseguire nell’avviare la prima, importante, mobilità del personale dirigente penitenziario, onde favorire la corretta distribuzion delle risorse umane dirigenziali, abbandonando finalmente modalità pregresse delle quali non si erano mai comprese le ragioni di buona amministrazione e di imparzialità.
Convinti che con il nuovo corso l’amministrazione penitenziaria voglia intraprendere, in materia di gestione del personale tutto, ed in primo luogo di quello dirigenziale, strade limpide e trasparenti, confidiamo nell’azione attenta e prudente che i massimi vertici del DAP porranno a questa, onde assicurare e riportare, finalmente, serenità in un contesto dove le regole del sano e leale confronto tra parte pubblica e quelle sindacali sono state, spesso, mortificate dal primato di ideologie solo apparentemente “inclusive”, ma in realtà “esclusive”, e finalizzate a sostenere le ragioni di una parte politica o di gruppi di potere, piuttosto che nell’interesse di tutto il personale dirigente penitenziario.
Si comprenderà, al riguardo, come possa risultare per alcuni strategico e fondamentale distribuire le risorse umane non sulla scorta di regole di merito, di effettiva esperienza professionale, di storie individuali contraddistinte da impegno e dedizione al lavoro, bensì di mera appartenenza e “affinità elettive”, poco importando che così facendo possa alimentarsi la fiamma della demotivazione e della sfiducia verso l’attuale management ed il Governo. Eppure, per escludere un tanto, sarebbe bastato, basterebbe, semplicemente convenire, in modo trasparente, sui criteri e sulle regole d’adottare.
Questa O.S. affiancherà ogni ricorso, ogni legittima protesta, ogni rivalsa che i colleghi dirigenti, i quali si sentano lesi nel proprio legittimo interesse acchè siano adottate procedure di trasferimento corrette, intenderanno avanzare in quanto è inaccettabile che proprio nel ministero della Giustizia, e semmai all’insaputa del Ministro, costituendo anche per quest’ultimo una oggettiva minaccia alla propria credibilità, possa manifestarsi una volontà contraria, incapace di costruire percorsi condivisi e trasparenti, i quali attengano alla buona amministrazione del personale dipendente.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA
autonomamente dei valori numerici che hanno l’effetto di stravolgere la genuina volontà di trasparenza e di meritevolezza che, con l’accordo precitato, si intendeva perseguire nell’avviare la prima, importante, mobilità del personale dirigente penitenziario, onde favorire la corretta distribuzion delle risorse umane dirigenziali, abbandonando finalmente modalità pregresse delle quali non si erano mai comprese le ragioni di buona amministrazione e di imparzialità.
Convinti che con il nuovo corso l’amministrazione penitenziaria voglia intraprendere, in materia di gestione del personale tutto, ed in primo luogo di quello dirigenziale, strade limpide e trasparenti, confidiamo nell’azione attenta e prudente che i massimi vertici del DAP porranno a questa, onde assicurare e riportare, finalmente, serenità in un contesto dove le regole del sano e leale confronto tra parte pubblica e quelle sindacali sono state, spesso, mortificate dal primato di ideologie solo apparentemente “inclusive”, ma in realtà “esclusive”, e finalizzate a sostenere le ragioni di una parte politica o di gruppi di potere, piuttosto che nell’interesse di tutto il personale dirigente penitenziario.
Si comprenderà, al riguardo, come possa risultare per alcuni strategico e fondamentale distribuire le risorse umane non sulla scorta di regole di merito, di effettiva esperienza professionale, di storie individuali contraddistinte da impegno e dedizione al lavoro, bensì di mera appartenenza e “affinità elettive”, poco importando che così facendo possa alimentarsi la fiamma della demotivazione e della sfiducia verso l’attuale management ed il Governo. Eppure, per escludere un tanto, sarebbe bastato, basterebbe, semplicemente convenire, in modo trasparente, sui criteri e sulle regole d’adottare.
Questa O.S. affiancherà ogni ricorso, ogni legittima protesta, ogni rivalsa che i colleghi dirigenti, i quali si sentano lesi nel proprio legittimo interesse acchè siano adottate procedure di trasferimento corrette, intenderanno avanzare in quanto è inaccettabile che proprio nel ministero della Giustizia, e semmai all’insaputa del Ministro, costituendo anche per quest’ultimo una oggettiva minaccia alla propria credibilità, possa manifestarsi una volontà contraria, incapace di costruire percorsi condivisi e trasparenti, i quali attengano alla buona amministrazione del personale dipendente.
Il Segretario Nazionale
Dr. Enrico SBRIGLIA
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