Bernardini- Alfano stravolge fini di Cassa Ammende
Il Velino, 26 gennaio 2009
"Con un emendamento al Disegno di legge 1305, il ministro Alfano si appresta a stravolgere le finalità della Cassa delle ammende, aggiungendo fra le finalità la costruzione di nuove carceri. Si sa, le carceri sono sovraffollate e i detenuti vivono in condizioni indegne e illegali; i soldi non ci sono e il governo che fa?".
Lo dichiara Rita Bernardini deputata radicale eletta nelle liste del Pd. "Intanto - prosegue -, ha fatto tagli proprio nel settore carcerario cosicché i direttori dei 205 penitenziari già esistenti, fra qualche mese, dovranno scegliere fra tagliare sui pasti ai detenuti, o sul vestiario, o sull’intervento degli psicologi.
Agenti ed educatori, del resto, sono già sotto organico tanto che devono essere fortemente ridimensionate le già insufficienti attività trattamentali. I soldi non ci sono, e il ministro della Giustizia, dopo i tagli sui bilanci delle carceri esistenti, decide di saccheggiare la cassa delle ammende non "per il finanziamento di programmi che attuano interventi di assistenza economica in favore delle famiglie di detenuti ed internati, nonché di programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale di detenuti ed internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione", come prevedono l’ordinamento penitenziario e l’art. 27 della Costituzione, ma per costruire nuove galere".
"Ora comprendo perché il ministro - aggiunge Bernardini - non abbia risposto alla mia interrogazione del 16 settembre dello scorso anno sull’inattività e le incongruenze denunciate da un’indagine della Corte dei Conti proprio sulla Cassa delle ammende.
Oltre a non fare alcuna riflessione sulla decarcerizzazione, che prevede pene più efficaci della permanenza in galera ai fini della riduzione della recidiva, nulla ci fa sapere il ministro sui motivi che lo spingono a costruire nuove carceri mentre ce ne sono decine costruite in passato e mai aperte per mancanza di personale; nulla ci dice su dove prenderà i soldi per gli addetti alle nuove galere; nulla ci dice il ministro sul fatto che il 50 per cento dei detenuti vengono scarcerati entro i primi 11 giorni.
Il ministro - conclude - mi delude: mi aspettavo più correttezza, saggezza e ragionevolezza. Invece, rischiamo di assistere all’ennesimo scandalo di sperpero del denaro pubblico senza riportare legalità nel sistema penitenziario italiano".
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