PARTITO DEMOCRATICO- LA PENA, TRA ESIGENZE DI SICUREZZA E REINSERIMENTO SOCIALE
Incidere realmente sulla effettività della pena irrogata significa intervenire con misure sia di largo che di immediato respiro. Il Partito Democratico è intervenuto e sta precisando le proprie proposte sia in un senso che nell’altro. Sotto il primo aspetto, si consideri quanto proposto, da un punto di vista ordinamentale, all’interno del ddl Casson AS 1043 sulla riforma del Codice Penale. La tanto invocata (ormai da decenni) depenalizzazione delle fattispecie di minima rilevanza sociale o aventi valore soltanto formale e la razionalizzazione del sistema delle pene non potranno che incidere, in senso sostanziale, sulla irrinunciabilità ad una pena che sia davvero effettiva, quando irrogata. Le proposte formulate dal PD sul tema, che di seguito si esporranno, nella consapevolezza della complessità dei problemi connessi al regime penitenziario, perseguono i seguenti principali obiettivi:
- assicurare nel concreto l'effettività della pena e il rispetto delle disposizioni contenute nelle sentenze di condanna;
- far sì che il carcere rappresenti l'extrema ratio cui ricorrere quando le altre misure -
meno desocializzanti, più responsabilizzanti e meno onerose (in termini umani e di
diritti civili, oltre che economici) - non siano disponibili o sufficienti a garantire la
sicurezza dei cittadini;
- garantire ai detenuti il rispetto rigoroso dei loro diritti fondamentali (in particolare: alla salute, al lavoro, allo studio, alla formazione professionale), potenziando i percorsi trattamentali e le misure idonee a consentire il reinserimento sociale e lavorativo del detenuto;
- qualificare e razionalizzare organico e funzioni della polizia penitenziaria;
- favorire la cura delle tossicodipendenze (che hanno grandissima incidenza sulla popolazione carceraria) al di fuori degli istituti di pena;
- destinare risorse adeguate alla creazione e ristrutturazione delle strutture necessarie;
- rendere effettiva la distinzione dei regimi e dei circuiti penitenziari tra detenuti in attesa di giudizio e condannati;
- 'umanizzare' il trattamento penitenziario e il regime di esecuzione della pena, garantendo che essi ledano nella misura minore possibile i diritti fondamentali dei detenuti e dei loro familiari, garantendo ad es. che le detenute madri possano mantenere relazioni stabili con i figli minori, senza per questo costringere i bambini a vivere la drammatica esperienza del carcere.
Inoltre, nell’immediato, le specifiche misure proposte dal Partito Democratico possono fornire una prima urgente risposta alle esigenze collettive di sicurezza e di certezza della pena, intervenendo in particolare sugli aspetti seguenti:
- in materia di misure alternative il PD sta valutando di proporre l' esclusione dell’esecuzione penale esterna per condanne per delitti aggravati da motivi abbietti o per delitto commesso adoperando sevizie o agendo con crudeltà verso le persone; l'esclusione della concessione di misure alternative per i delitti aggravati dalla produzione di danno patrimoniale di rilevante gravità( art. 61 n. 7) allorché non sia stata riconosciuta l’attenuante del risarcimento ovvero della spontanea ed efficace attivazione riparatoria; l'inasprimento delle previsioni volte a revocare l’affidamento in prova e la carcerazione domiciliare ove il comportamento del soggetto, violativo della legge o delle prescrizioni, sia incompatibile con la prosecuzione delle stesse; l'estensione del regime di cui all’art. 4 bis O.P. ai delitti contro la personalità individuale o la libertà sessuale, anche in assenza di un'imputazione per il reato associativo a tali condotte finalizzato;
- assicurare nel concreto l'effettività della pena e il rispetto delle disposizioni contenute nelle sentenze di condanna;
- far sì che il carcere rappresenti l'extrema ratio cui ricorrere quando le altre misure -
meno desocializzanti, più responsabilizzanti e meno onerose (in termini umani e di
diritti civili, oltre che economici) - non siano disponibili o sufficienti a garantire la
sicurezza dei cittadini;
- garantire ai detenuti il rispetto rigoroso dei loro diritti fondamentali (in particolare: alla salute, al lavoro, allo studio, alla formazione professionale), potenziando i percorsi trattamentali e le misure idonee a consentire il reinserimento sociale e lavorativo del detenuto;
- qualificare e razionalizzare organico e funzioni della polizia penitenziaria;
- favorire la cura delle tossicodipendenze (che hanno grandissima incidenza sulla popolazione carceraria) al di fuori degli istituti di pena;
- destinare risorse adeguate alla creazione e ristrutturazione delle strutture necessarie;
- rendere effettiva la distinzione dei regimi e dei circuiti penitenziari tra detenuti in attesa di giudizio e condannati;
- 'umanizzare' il trattamento penitenziario e il regime di esecuzione della pena, garantendo che essi ledano nella misura minore possibile i diritti fondamentali dei detenuti e dei loro familiari, garantendo ad es. che le detenute madri possano mantenere relazioni stabili con i figli minori, senza per questo costringere i bambini a vivere la drammatica esperienza del carcere.
Inoltre, nell’immediato, le specifiche misure proposte dal Partito Democratico possono fornire una prima urgente risposta alle esigenze collettive di sicurezza e di certezza della pena, intervenendo in particolare sugli aspetti seguenti:
- in materia di misure alternative il PD sta valutando di proporre l' esclusione dell’esecuzione penale esterna per condanne per delitti aggravati da motivi abbietti o per delitto commesso adoperando sevizie o agendo con crudeltà verso le persone; l'esclusione della concessione di misure alternative per i delitti aggravati dalla produzione di danno patrimoniale di rilevante gravità( art. 61 n. 7) allorché non sia stata riconosciuta l’attenuante del risarcimento ovvero della spontanea ed efficace attivazione riparatoria; l'inasprimento delle previsioni volte a revocare l’affidamento in prova e la carcerazione domiciliare ove il comportamento del soggetto, violativo della legge o delle prescrizioni, sia incompatibile con la prosecuzione delle stesse; l'estensione del regime di cui all’art. 4 bis O.P. ai delitti contro la personalità individuale o la libertà sessuale, anche in assenza di un'imputazione per il reato associativo a tali condotte finalizzato;
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