L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 26 gennaio 2009

Carcere, la discarica sociale

fuoriluogo.it

Da L'Unità, di Davide Madeddu

E con la reclusione, molto spesso, arrivano le malattie. È un esercito di ammalati quello che popola le carceri d’Italia. Tra celle strette e umide e acqua calda che, molto spesso arriva a singhiozzo i detenuti devono fare i conti anche con i problemi di salute. Che non sono solo quelli provocati dalla tossicodipendenza e dall’alcoldipendenza ma si riguardano anche altre patologie che vanno dall’epatite alla tbc, dalla schizofrenia alle cardiopatie. «Il problema è serio e non può essere sottovalutato - spiega Francesco Ceraudo, dirigente responsabile del dipartimento medicina penitenziaria della Toscana e dirigente nazionale dei medici penitenziari - la situazione sanitaria nelle carceri continua a peggiorare, gli spazi sono sempre più stretti e i disagi così come i problemi di salute si accentuano dato che abbiamo quasi raggiunto la quota delle 60mila presenze».

È lungo l’elenco di malattie con cui devono fare i conti detenuti e operatori. La percentuale più alta di problemi di salute, secondo i dati elaborati negli ultimi tre anni dai medici penitenziari riguarda la tossicodipendenza che raggiunge la quota del 24 per cento. All’interno delle carceri però il 15 per cento dei detenuti deve fare i conti con le malattie osteo articolari e un altro 15 per cento con le malattie epato biliari. La depressione e le altre manifestazioni psicopatologie interessa quasi il 12 per cento dei detenuti mentre quelle gastrointestinali il 10 per cento della popolazione reclusa. A sfogliare l’elenco di malattie, casi e percentuali stilata dai medici penitenziari si scopre anche che, accanto ai detenuti colpiti da malattie cardiache (il cinque per cento) ci sono anche coloro che devono fare i conti con le malattie mentali (un altro cinque per cento), le malattie respiratorie (il nove per cento), quelle neurologiche. Il 14 per cento dei detenuti poi deve fare i conti con i problemi provocati dal deficit della masticazione. «La riforma promossa dal centrosinistra ci permette di fare un passo avanti - prosegue Ceruado - ma c’è ancora molto da fare perché nelle carceri, soprattutto in quelle tra Campania, Basilicata e Calabria la situazione è drammatica». Senza dimenticare poi l’aspetto dei suicidi. «In Italia si registra il doppio dei suicidi rispetto alla Spagna - prosegue Ceraudo - questo dato, 46 contro i 23 non deve in alcun modo essere sottovalutato. È ora di finirla con la concezione del carcere come discarica sociale». Dello stesso avviso anche Gianfranco Macigno, responsabile settore penitenziario della Cgil.

«La nuova finanziaria nazionale prevede un taglio del quaranta per cento delle risorse - dice - è chiaro che questo fatto non può che incidere sulla vita all’interno delle carceri, rendendo più drammatiche quelle situazioni che, alla fine, non fanno che provocare disagi e problemi alla salute degli abitanti». Punta il dito contro i tagli alle risorse economiche anche Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: «con minori risorse e un numero sempre maggiore di detenuti è chiaro che alla fine la situazione continui a peggiorare». Riccardo Arena, conduttore di Radiocarcere su Radio radicale e del portale www.radiocarcere.com per denunciare la situazione non una giri di parole. «Premettendo che la situazione è a macchia di leopardo è bene chiarire che le storie di disperazione dietro le sbarre provocate dai problemi di salute sono numerosissime - dice - ogni giorno arrivano valanghe di lettere con cui si chiede aiuto». Un esempio? «C’è la storia di un detenuto che si chiama Giovanni e sta al Buon Cammino di Cagliari che da due anni aspetta la dentiera - dice - oppure quella di un detenuto del carcere di Carignola dove un detenuto si è fatto levare un dente dai compagni di cella perché stava troppo male».