Trento: Cgil; pene alternative, contro affollamento e recidiva
L’Adige, 22 agosto 2009
Sulla questione dei mille euro di indennizzo per il detenuto rinchiuso in uno spazio inferiore ai 7 metri e la richiesta di ottenere quei soldi da parte dei 156 detenuti del carcere di Trento è intervenuto Luigi Diaspro della Funzione pubblica della Cgil del Trentino. "Non è accettabile non perseguire una seria politica per incentivare per le misure alternative al carcere", scrive il sindacalista che spiega come sia "statisticamente dimostrato che mentre la percentuale di recidiva delle persone ristrette in carcere è pari al 60-70 %, per le persone che hanno fruito di una misura alternativa essa si riduce al 18-20%". Ma anche Trento pare non ci siano i mezzi. "Emblematico il caso dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne di Trento, che opera con 4 assistenti sociali a fronte dei 15 previsti, e retto dalla dirigente di Udine, titolare anche della sede staccata di Gorizia, che può assicurare la propria presenza per non più di un paio di volte, ma anche meno, a settimana".
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