L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 8 luglio 2010

Nasce l’Anrel; il progetto avrà testa e corpo nella Sicilia del ministro Alfano


Italia Oggi, 8 luglio 2010
di Patrizio Gonnella -Associazione Antigone

Quasi cinque milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Cassa delle Ammende presieduta da Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, per il reinserimento lavorativo delle persone detenute o ex detenute. Nasce così l’Agenzia Nazionale Reinserimento e Lavoro detenuti ed ex detenuti (ANReL), frutto di una Convenzione quadro siglata tra il Ministero della Giustizia e la Fondazione “Monsignor F. Di Vincenzo”.
Coinvolti come partner nel progetto sono anche il Comitato Nazionale per il Microcredito, l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, la Caritas Italiana, le Acli Nazionali, la Coldiretti Italiana, la Prison Fellowship International, e soprattutto, per il suo ruolo di rilievo, il Movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Nelle intenzioni dei promotori l’ANReL dovrebbe funzionare da vera e propria “agenzia di collocamento” con percorsi personalizzati di orientamento, formazione, avviamento al lavoro, inserimento professionale anche attraverso la concessione di borse lavoro. Dalle parole chiave e dai soggetti coinvolti si intuisce la finalità ultima del progetto: si parla infatti di redenzione e di un percorso di recupero sociale, umano e spirituale di detenuti, ex detenuti e delle loro famiglie. Non in molti sanno cosa è la Cassa delle Ammende da cui sono stati attinti i fondi, i quali da sempre posso essere stanziati senza troppi vincoli.
È un vecchio istituto giuridico risalente agli anni trenta. È oggi disciplinato dall’art. 121 del Regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario approvato con d.p.r il 20 settembre del 2000. La Cassa è dotata di un ampio fondo, al momento ammontante a quasi centocinquanta milioni di euro. Un Fondo che è stato poco utilizzato negli anni per inerzie stratificatesi nel tempo. I soldi - come si evince dalla parola stessa - derivano direttamente dalle ammende pagate dai condannati. Per legge devono essere utilizzati dall’amministrazione penitenziaria per l’assistenza e il sostegno ai detenuti. Nella legge mille-proroghe 2009 fu previsto che quei fondi potessero essere usati anche per l’edilizia penitenziaria.
E infatti nel Piano sull’edilizia carceraria, approvato dal Comitato di Sorveglianza solo pochi giorni addietro, si fa espresso riferimento ai milioni presenti nella Cassa delle Ammende per raggiungere la quota di 661 milioni di euro utili per costruire le nuove prigioni. Il progetto presentato martedì scorso, e fortemente voluto dallo stesso Ministero, attinge allo stesso pacchetto di fondi. Destinatari del programma di recupero lavorativo saranno, in via sperimentale e per un percorso triennale, i detenuti e gli ex detenuti delle Regioni Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto. Nella prima fase si afferma che verrà realizzata una banca dati con i curricula di seimila detenuti.
L’obiettivo dichiarato è di dare a milleottocento persone la possibilità di lavorare. Si prevede anche, con l’ausilio del Comitato nazionale per il microcredito, la costituzione di ben cento imprese realizzate da detenuti. Gli strumenti usati saranno quelli della micro-finanza. Nelle cinque regioni coinvolte saranno creati centri di coordinamento sul territorio e centri di consulenza. Il progetto avrà testa e corpo nella Sicilia del ministro Angelino Alfano. In particolare la regia è affidata al Polo di Eccellenza della solidarietà e promozione umana “Mario e Luigi Sturzo” che si trova vicino Caltagirone. In una momento in cui lavora meno del venti per cento della popolazione detenuta il progetto è particolarmente importante e per questo andrà monitorato.