L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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mercoledì 4 agosto 2010

Cgil Veneto: assistenti sociali in affanno negli Uepe di Padova e Rovigo

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La denuncia della Cgil di Padova. Ai problemi di sovraffollamento dei detenuti e di scarsità di agenti di polizia penitenziaria più volte denunciati si aggiunge un nuovo fronte del disagio all’interno delle strutture carcerarie. Gli assistenti sociali dell’Ufficio esecuzione penale esterna di Padova e Rovigo sono in affanno. Ai problemi di sovraffollamento dei detenuti e di scarsità di agenti di polizia penitenziaria più volte denunciati si aggiunge un nuovo fronte del disagio all’interno delle strutture carcerarie padovane e rodigine. La denuncia arriva dalla Cgil di Padova, che chiede di intervenire per aumentare l’organico dell’Uepe e consentire lo svolgimento delle normali attività. Il sindacato annuncia anche l’avvio di una serie di iniziative di protesta, a cominciare dalla presentazione di una mozione in consiglio regionale, a firma di Piero Ruzante del Pd, che impegna la giunta veneta a fare pressione sul governo per arginare il problema.
“Da alcuni anni gli assistenti sociali dell’Uepe di Padova e Rovigo svolgono i loro compiti in condizioni di grande difficoltà e disagio per la cronica carenza di personale a fronte di un crescente aumento dei carichi di lavoro” spiega Salvatore Livorno della segreteria Fp Cgil Padova, che aggiunge: “L’attuale pianta organica prevede una dotazione di 14 assistenti sociali, ma ne risultano in effettivo servizio solo 7 che operano su un vasto territorio comprendente le province di Padova, Rovigo e in parte Vicenza”. Si tratta quindi di coprire tre istituti di pena per un totale di 1.200 detenuti. Nel 2009 i casi trattati sono stati circa 2.000, mentre nel primo semestre del 2010 sono stati 1.454. Allo stato attuale sono in carico 858 detenuti, con una media di 143 utenti per ciascun assistente sociale. “Facciamo notare - insiste Livorno - che l’Uepe di Padova e Rovigo ha, in pratica, gli stessi carichi di lavoro di territori come Venezia che hanno, però, un organico doppio”.
Il sindacato padovano evidenzia come il sovraccarico di lavoro degli assistenti sociali si ripercuota negativamente sulla vita delle persone in esecuzione penale esterna, sul sistema integrato di programmazione degli interventi e dei servizi sociali e sulla sicurezza del territorio. “Da parte nostra continueremo un’iniziativa che ha un duplice fine: tutelare questi lavoratori, ma anche garantire un servizio pubblico importante in una società che si voglia definire ancora civile”.
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Assistenti sociali in agitazione

«Non c’è futuro per gli Uepe». La Cgil suona l’ultima campana per gli Uffici di esecuzione penale esterna che operano con Tribunali di sorveglianza, Istituti di pena e Procure. Sono per lo più assistenti sociali a cui è affidata l’esecuzione penale esterna (affidamento al servizio sociale, semi libertà, detenzione domiciliare) al fine di favorire il reinserimento delle persone condannate e ammesse ai benefici dell’ordinamento penitenziario. «Da anni - tuona Salvatore Livorno, della segreteria Fp Cgil - gli assistenti sociali dell’Uepe di Padova e Rovigo vivono un grande disagio per la carenza di personale: la pianta organica prevede una dotazione di 14 assistenti sociali ma ne risultano in effettivo servizio solo 7 che operano su un vasto territorio comprendente le province di Padova, Rovigo ed in parte Vicenza e tre istituti di pena, un totale di 1200 detenuti. Nel 2009 i casi trattati sono stati 2000. Negli ultimi 6 mesi sono stati gestiti 1454 casi e ora ne sono in carico 858 con una media di 143 utenti per assistente». Questi lavoratori sono in «stato di agitazione». Al loro fianco anche il consigliere regionale Piero Ruzzante che presenterà una mozione alla Giunta regionale. - (Elvira Scigliano)