L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 25 febbraio 2011

Solidarietà all' assistente sociale aggredite

albengacorsara.it -Lettera dei colleghi all’assistente sociale Veronica Meinero, ferita a Cairo

Di fronte al gravissimo episodio che ha coinvolto l’assistente sociale Veronica Meinero, noi suoi colleghi del territorio Finalese ed Albenganese, nello stringerci con affetto a Lei ed ai suoi cari, riteniamo fondamentale far emergere una riflessione sulle condizioni di lavoro in cui troppo spesso ormai ci troviamo ad operare.
Se già la nostra professione comporta un certo rischio a causa del contatto con utenti spesso aggressivi, se già la nostra professione, ancora oggi a 60 anni dalla sua comparsa in Italia, viene semplicisticamente etichettata come “quelli che fanno del bene” o nelle ipotesi peggiori “quelli che portano via i bambini”, se già la nostra professione ha dovuto lottare 50 anni per ottenere la dignità di una laurea che dimostrasse che per fare gli assistenti sociali non basta “essere brave persone”, non possiamo non evidenziare come il pesante disinvestimento politico sul Welfare ci veda non solo, come sempre, in prima linea, ma spesso utilizzati come estremo parafulmine per scelte votate al disinteresse ed alla marginalità della materia del “welfare state”.
Abbiamo da sempre amato e cercato di onorare il nostro ruolo di ponte tra la parte politica e la cittadinanza, ma attualmente la crisi internazionale e le pesantissime ripercussioni sui servizi sociali ci rendono troppe volte facili bersagli di strali ed accuse, se non di atti ben peggiori.
Certo, si dirà, l’aggressore di Veronica ha perso la testa non per un contributo negato, ma per aver perso la patria potestà, ma quante persone aggressive, potenzialmente pericolose, addirittura armate in modo rudimentale potrebbero un domani reagire allo stesso modo di fronte all’ennesimo, inevitabile rifiuto, all’ennesima comunicazione che i fondi non sono sufficienti o sono proprio esauriti? Non vogliamo cedere a questo ricatto, ma chiediamo di essere tutelati nella nostra posizione di frontiera, nel nostro ruolo che sempre più a sproposito viene caricato di responsabilità non nostre riguardanti l’utilizzo e la presenza di risorse da destinare ai nostri servizi.
Esprimiamo con forza il bisogno urgente di legittimazione da parte dei nostri referenti politici, non solo a livello locale, affinché sia chiaro che non sono gli assistenti sociali che tagliano i contributi e magari anche che non tolgono a nessuno la patria potestà, come è stato erroneamente scritto in riferimento ai drammatici fatti di Cairo.
Esprimiamo con forza la necessità di tutela giuridica e fisica, soprattutto nei servizi più a rischio, specialmente in situazioni recidive, come purtroppo è quella della Val Bormida.
Chiediamo ai cittadini di approfondire chi è e cosa fa davvero un assistente sociale, di andare oltre ai pregiudizi ed i luoghi comuni, in modo da capire che la nostra professione lavora PER LA SOCIETÀ TUTTA, lavora per il benessere e la serenità di tutti.
Auguriamo alla collega Veronica la più pronta guarigione, nella speranza che possa presto tornare a svolgere il suo lavoro e nella speranza che episodi come quelli di cui è stata vittima non si ripetano mai più.

Gli Assistenti Sociali dei Distretti Socio-Sanitari Albenganese e Finalese.