il fallimento della “svuota-carceri”, le dichiarazioni di Ionta, l’allarme dei Sindacati
20 febbraio- ilcarcerepossibileonlus.it
Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria chiede che venga verificato l’operato della Sorveglianza. I Sindacati di Polizia Penitenziaria denunciano il fallimento dell’azione di Governo.
Napoli, 20 febbraio 2011 - Mentre la nave continua ad affondare, il comandante - dalla terra ferma - cerca di convincere i suoi uomini che non è vero e che se c’è qualche falla nello scafo, la colpa non è dell’armatore. Ormai, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è sempre più solo a difendere l’indifendibile. Da Nord a Sud le carceri scoppiano e le risorse a disposizione sono sempre meno, ma egli continua a non vedere. Le morti e i suicidi, la possibilità che tra poco mancheranno i fondi per il vitto, mentre già quelli per il trattamento rieducativo hanno subìto l’ennesima drastica riduzione, azzerando di fatto l’attività, l’allarmante situazione sanitaria, la chiusura dell’area colloqui con i difensori nel carcere di Reggio Calabria, che ha suscitato la giusta protesta della Camera Penale locale, l’attenzione alle violazioni di legge ormai denunciata anche dai media più attenti, sembrano non scalfire le certezze del Dott. Ionta, che nella sua intervista si preoccupa soprattutto di sottolineare che i pochi che hanno beneficiato della nuova norma, non sono evasi dagli arresti domiciliari e non vi è stato un incremento degli illeciti. Insomma i cittadini liberi possono stare tranquilli. Ma il Capo del Dipartimento non dovrebbe verificare soprattutto che nelle carceri venga rispettata la Legge ? Se il Governo non lo consente, ha l’obbligo di protestare e evidenziare carenze e limiti dell’azione politica.
Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria chiede che venga verificato l’operato della Sorveglianza. I Sindacati di Polizia Penitenziaria denunciano il fallimento dell’azione di Governo.
Napoli, 20 febbraio 2011 - Mentre la nave continua ad affondare, il comandante - dalla terra ferma - cerca di convincere i suoi uomini che non è vero e che se c’è qualche falla nello scafo, la colpa non è dell’armatore. Ormai, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è sempre più solo a difendere l’indifendibile. Da Nord a Sud le carceri scoppiano e le risorse a disposizione sono sempre meno, ma egli continua a non vedere. Le morti e i suicidi, la possibilità che tra poco mancheranno i fondi per il vitto, mentre già quelli per il trattamento rieducativo hanno subìto l’ennesima drastica riduzione, azzerando di fatto l’attività, l’allarmante situazione sanitaria, la chiusura dell’area colloqui con i difensori nel carcere di Reggio Calabria, che ha suscitato la giusta protesta della Camera Penale locale, l’attenzione alle violazioni di legge ormai denunciata anche dai media più attenti, sembrano non scalfire le certezze del Dott. Ionta, che nella sua intervista si preoccupa soprattutto di sottolineare che i pochi che hanno beneficiato della nuova norma, non sono evasi dagli arresti domiciliari e non vi è stato un incremento degli illeciti. Insomma i cittadini liberi possono stare tranquilli. Ma il Capo del Dipartimento non dovrebbe verificare soprattutto che nelle carceri venga rispettata la Legge ? Se il Governo non lo consente, ha l’obbligo di protestare e evidenziare carenze e limiti dell’azione politica.
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