L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 26 novembre 2010

FP CGIL LOMBARDIA: DECRETO SVUOTA CARCERI


Il 19 novembre è stato licenziato definitivamente il Decreto del Ministro Alfano sulla detenzione domiciliare, che vorrebbe riuscire, almeno nelle intenzioni espresse, a contenere il sovraffollamento penitenziario, migliorando la gestione delle carceri attraverso l’assunzione di circa 1800 poliziotti penitenziari.
Pur riconoscendo che questo è il primo atto concreto assunto da questo governo, dopo tanti annunci, per risolvere il problema dell’invivibilità delle carceri sia per chi ci abita sia per chi ci lavora, ci chiediamo come gli esperti dell’amministrazione penitenziaria non si siano posti il problema dell'aumento esponenziale dei carichi di lavoro che questo provvedimento avrà su un personale che non avrà alcun incremento, ma piuttosto sta subendo nel tempo una riduzione costante, come gli assistenti sociali, o ha avuto di recente incrementi insufficienti, come gli educatori. Per non parlare della quasi inesistenza di psicologi e delle difficoltà che incontrano gli uffici di Sorveglianza per carenze di personale e di Magistrati di Sorveglianza.
Certo, l’assunzione di poliziotti penitenziari, peraltro esigua in termini di necessità, come denunciato anche dal coordinatore nazionale Quinti, potrebbe sembrare un primo tamponamento dell’emergenza, ma con un cerotto non si sutura un’emorragia e, soprattutto, non si interviene realmente sul problema.
Se poi si analizza il decreto dal punto di vista dei destinatari del provvedimento, molti sanno che chi potrà fruirne rappresenta una piccola minoranza insufficiente a rendere questo provvedimento significativo rispetto alla riduzione del sovraffollamento. Infatti i detenuti con fine pena sotto l’anno, per la maggior parte sono stranieri o senza fissa dimora, quindi non rientrano nelle fattispecie previste; inoltre i problemi si trasferiranno dal carcere al domicilio, dove i detenuti domiciliari dovranno essere controllati da forze dell’ordine già allo spasimo in termini numerici e di risorse, distogliendole di fatto dall'attività di prevenzione e contrasto alla criminalità.
Liberare le persone in questo modo, senza un automatismo ma anche senza un reale intervento trattamentale, ci chiediamo a chi serva visto che non costituisce né un servizio alla collettività né la soluzione del problema del sovraffollamento. Ci sembra solo l’ammissione che il carcere oggi è di fatto invivibile e incivile perché ha assunto l’aspetto di un semplice contenitore di corpi e non anche di storie personali e collettive, che necessitano di essere riconosciute e comprese anche per prevenire recidive.
Quanto negli anni passati è già più volte successo ci fa invece purtroppo temere che fra qualche tempo, dopo aver caricato uffici ed operatori penitenziari di un lavoro immane ed utile solo in minima parte, si accuseranno quegli stessi operatori di non essere efficaci e si lancerà la solita campagna sulla rieducazione che fallisce, per approvare nuove politiche di restrizione e rigore.
Non si può tacere che questo Decreto grava principalmente sugli UEPE, dove gli assistenti sociali sono già in numero non sufficiente a coprire l’ordinaria amministrazione, rispondendo alle richieste provenienti sia dalla Magistratura che dagli Istituti Penitenziari. Non si è pensato anche al loro incremento numerico sbloccando almeno il turn over e la mobilità esterna da altri enti e servizi della P.A.!
Gli operatori penitenziari sono stufi di provvedimenti che non risolvono niente, che non affrontano i veri problemi e trovano soluzioni che tali non sono. Dobbiamo purtroppo constatare che ancora una volta si è persa l’opportunità di effettuare un serio intervento sul carcere e sui servizi di esecuzione penale territoriale che assicurano la prevenzione e il controllo. Dobbiamo denunciare che non si è dato il via a un intervento che tutelasse la sicurezza come richiesto dai cittadini.

Milano, 25 novembre 2010

I Segretari Reg. FP CGIL
Comparto Ministeri e Sicurezza
Gloria Baraldi – Natale Minchillo
Il Coord. Reg. FP CGIL
Polizia Penitenziaria
Calogero Lo Presti

La Coord. Reg. FP CGIL DAP Ministeri
Barbara Campagna