LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DI ALCUNI DIRIGENTI PENITENZIARI
Signora Ministro della Giustizia
Prof. Avv. Paola Severino
Signor Sottosegretario alla Giustizia
Prof. Salvatore Mazzamuto
Signor Sottosegretario alla Giustizia
Prof. Andrea Zoppini
Signor Capo del Dipartimento A. P.
Dott. Franco Ionta
Signor Vice capo Vicario del Dipartimento
Dott. Emilio di Somma
Signora Vice capo del Dipartimento
Dott.ssa Simonetta Matone
Signor Direttore Generale del Personale
Dott. Riccardo Turrini Vita
Signora Direttore Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna
Dott.ssa Luigia Mariotti Culla
APPELLO PER IMPEDIRE LO SMANTELLAMENTO
DELLE ATTIVITÀ TRATTAMENTALI NELL’ESECUZIONE PENALE
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha invitato per il giorno 13 gennaio le organizzazioni sindacali ad un incontro per discutere di “Dotazioni organiche degli Uffici e Servizi e problematiche degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna”, allegando alla convocazione le tabelle sulle dotazioni organiche da rideterminare entro il 31 marzo 2012.
La lettura delle tabelle suscita grande preoccupazione, poiché i tagli apportati ai ruoli degli assistenti sociali e degli educatori infliggono un colpo durissimo, quasi definitivo, alle residue aspettative di potenziamento operativo dell’esecuzione penale esterna e del settore trattamentale degli istituti.
Per gli uffici di esecuzione penale esterna la proposta di pianta organica sancisce il ritorno indietro di 15 anni e la effettiva impossibilità per l'amministrazione di assicurare i compiti istituzionali in tale settore, in particolare gli accertamenti per l’ammissione dei detenuti alla detenzione domiciliare prevista dal recente decreto legge n. 211 del governo, le verifiche domiciliari e di lavoro per gli ammessi a misure alternative, le indagini per il trattamento dei detenuti.
Emerge, infatti che, rispetto alla pianta organica del 2006, gli assistenti sociali vengono falcidiati più di tutte le altre qualifiche (meno 35%: 567 su 1621); subito dopo gli educatori (meno 27%; 369 su 1367); complessivamente le due figure cardine dell'area trattamentale perdono complessivamente 936 posti di funzione su 2988 (-31%).
Per gli uffici di esecuzione penale esterna la situazione viene aggravata dalla contestuale mancanza del 30% dei dirigenti, dalla mortificazione dei funzionari che dirigono uffici non dirigenziali e dall’azzeramento dei mezzi e delle risorse.
Sono dieci anni che l’Amministrazione penitenziaria non assegna risorse e personale agli U.E.P.E.
Tali scelte sono in evidente conflitto con proposte legislative presentate dal Governo e con le dichiarazioni di principio che i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento rilasciano in ogni sede, in ordine alla volontà di sviluppare il settore delle misure alternative e sanzioni di comunità, del trattamento penitenziario e di ridurre il sovraffollamento delle carceri.
Riteniamo che i pur necessari risparmi debbano essere ottenuti non con tagli alle professionalità meno “protette”, ma con scelte coraggiose che non ascoltino la voce delle corporazioni interne, assecondando quelle al momento più forti, bensì salvaguardino prima di tutto le professionalità che assicurano l’espletamento dei servizi al cittadino.
Chiediamo, pertanto, che gli Organi cui competono le scelte politiche stabiliscano come prioritario il mantenimento degli organici delle professionalità il cui lavoro è direttamente finalizzato alla realizzazione dei compiti istituzionali trattamentali previsti dall’ordinamento, quali assistenti sociali ed educatori.
Chiediamo che sia risolta definitivamente l’ormai persistente mancanza di dirigenti degli uffici di esecuzione penale esterna, senza ridurre ulteriormente le sedi dirigenziali ma facendo i concorsi da anni necessari ed oggi urgenti.
Chiediamo che si abbia il coraggio di fare scelte chiare in tale direzione, procedendo ai tagli richiesti dalla legge, se confermati, intervenendo sugli organici delle funzioni di supporto, certamente importanti, ma non prioritarie come i ruoli direttamente impegnati nell’attività istituzionale dell’amministrazione penitenziaria, che vanno potenziati.
Se realmente si vuole riportare a livelli fisiologici il ricorso alla carcerazione, è urgente spostare risorse dal carcere all'esecuzione penale esterna, in modo che gli uffici competenti abbiano i mezzi necessari per evitare il fallimento delle nuove sanzioni che si afferma di voler introdurre.
Chiediamo agli operatori penitenziari, ai rappresentanti politici ed istituzionali, alle associazioni culturali e del volontariato, alle organizzazioni sindacali di farsi portatori di tale orientamento.
I dirigenti di esecuzione penale esterna
Eustachio Vincenzo Petralla, Milena Cassano, Laura Borsani, Emilio Molinari, Rita Andrenacci, Pietro Guastamacchia, Elena Paradiso,Chiara Ghetti, Paola Schiaffelli, Salvatore Nasca.
Prof. Avv. Paola Severino
Signor Sottosegretario alla Giustizia
Prof. Salvatore Mazzamuto
Signor Sottosegretario alla Giustizia
Prof. Andrea Zoppini
Signor Capo del Dipartimento A. P.
Dott. Franco Ionta
Signor Vice capo Vicario del Dipartimento
Dott. Emilio di Somma
Signora Vice capo del Dipartimento
Dott.ssa Simonetta Matone
Signor Direttore Generale del Personale
Dott. Riccardo Turrini Vita
Signora Direttore Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna
Dott.ssa Luigia Mariotti Culla
APPELLO PER IMPEDIRE LO SMANTELLAMENTO
DELLE ATTIVITÀ TRATTAMENTALI NELL’ESECUZIONE PENALE
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha invitato per il giorno 13 gennaio le organizzazioni sindacali ad un incontro per discutere di “Dotazioni organiche degli Uffici e Servizi e problematiche degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna”, allegando alla convocazione le tabelle sulle dotazioni organiche da rideterminare entro il 31 marzo 2012.
La lettura delle tabelle suscita grande preoccupazione, poiché i tagli apportati ai ruoli degli assistenti sociali e degli educatori infliggono un colpo durissimo, quasi definitivo, alle residue aspettative di potenziamento operativo dell’esecuzione penale esterna e del settore trattamentale degli istituti.
Per gli uffici di esecuzione penale esterna la proposta di pianta organica sancisce il ritorno indietro di 15 anni e la effettiva impossibilità per l'amministrazione di assicurare i compiti istituzionali in tale settore, in particolare gli accertamenti per l’ammissione dei detenuti alla detenzione domiciliare prevista dal recente decreto legge n. 211 del governo, le verifiche domiciliari e di lavoro per gli ammessi a misure alternative, le indagini per il trattamento dei detenuti.
Emerge, infatti che, rispetto alla pianta organica del 2006, gli assistenti sociali vengono falcidiati più di tutte le altre qualifiche (meno 35%: 567 su 1621); subito dopo gli educatori (meno 27%; 369 su 1367); complessivamente le due figure cardine dell'area trattamentale perdono complessivamente 936 posti di funzione su 2988 (-31%).
Per gli uffici di esecuzione penale esterna la situazione viene aggravata dalla contestuale mancanza del 30% dei dirigenti, dalla mortificazione dei funzionari che dirigono uffici non dirigenziali e dall’azzeramento dei mezzi e delle risorse.
Sono dieci anni che l’Amministrazione penitenziaria non assegna risorse e personale agli U.E.P.E.
Tali scelte sono in evidente conflitto con proposte legislative presentate dal Governo e con le dichiarazioni di principio che i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento rilasciano in ogni sede, in ordine alla volontà di sviluppare il settore delle misure alternative e sanzioni di comunità, del trattamento penitenziario e di ridurre il sovraffollamento delle carceri.
Riteniamo che i pur necessari risparmi debbano essere ottenuti non con tagli alle professionalità meno “protette”, ma con scelte coraggiose che non ascoltino la voce delle corporazioni interne, assecondando quelle al momento più forti, bensì salvaguardino prima di tutto le professionalità che assicurano l’espletamento dei servizi al cittadino.
Chiediamo, pertanto, che gli Organi cui competono le scelte politiche stabiliscano come prioritario il mantenimento degli organici delle professionalità il cui lavoro è direttamente finalizzato alla realizzazione dei compiti istituzionali trattamentali previsti dall’ordinamento, quali assistenti sociali ed educatori.
Chiediamo che sia risolta definitivamente l’ormai persistente mancanza di dirigenti degli uffici di esecuzione penale esterna, senza ridurre ulteriormente le sedi dirigenziali ma facendo i concorsi da anni necessari ed oggi urgenti.
Chiediamo che si abbia il coraggio di fare scelte chiare in tale direzione, procedendo ai tagli richiesti dalla legge, se confermati, intervenendo sugli organici delle funzioni di supporto, certamente importanti, ma non prioritarie come i ruoli direttamente impegnati nell’attività istituzionale dell’amministrazione penitenziaria, che vanno potenziati.
Se realmente si vuole riportare a livelli fisiologici il ricorso alla carcerazione, è urgente spostare risorse dal carcere all'esecuzione penale esterna, in modo che gli uffici competenti abbiano i mezzi necessari per evitare il fallimento delle nuove sanzioni che si afferma di voler introdurre.
Chiediamo agli operatori penitenziari, ai rappresentanti politici ed istituzionali, alle associazioni culturali e del volontariato, alle organizzazioni sindacali di farsi portatori di tale orientamento.
I dirigenti di esecuzione penale esterna
Eustachio Vincenzo Petralla, Milena Cassano, Laura Borsani, Emilio Molinari, Rita Andrenacci, Pietro Guastamacchia, Elena Paradiso,Chiara Ghetti, Paola Schiaffelli, Salvatore Nasca.
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