L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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domenica 19 febbraio 2012

Francesco Maisto; il decreto svuota-carceri? è un segno positivo, ma timido

Redattore Sociale, 16 febbraio 2012

Francesco Maisto, presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna pensa a interventi legislativi e organizzativi. “Bisogna mettere i tribunali di sorveglianza in condizione di lavorare”. Si ridurrà invece il fenomeno delle “porte girevoli”.

L’approvazione del decreto cosiddetto “svuota-carceri” da parte della Camera dei deputati (avvenuta ieri con 385 voti favorevoli, 105 contrari e 26 astenuti) rappresenta un cambio di passo. Ne è convinto Francesco Maisto, presidente del Tribunale di sorveglianza di Bologna, che dice, “finalmente non abbiamo avuto un altro pacchetto sicurezza”.
Ma forse si poteva osare un po’ di più. “Il segno è positivo ma è timido e non troppo consistente - precisa Maisto - perché è vero che porterà fuori dal carcere un certo numero di persone, a dire il vero non troppo alto, ma non risolve il problema dei 22 mila detenuti in più rispetto alla capienza”.
Attualmente, infatti, nelle carceri italiane si trovano circa 67 mila detenuti per una capienza regolamentare di circa 45 mila posti e si calcola che, per effetto della norma contenuta nel decreto svuota-carceri in base al quale gli ultimi 18 mesi di pena possono essere scontati in detenzione domiciliare (prima erano 12), potrebbero uscire circa 3.000 persone (a livello nazionale).
“Va tenuto conto poi del fatto che non si tratta di un automatismo ma ogni caso andrà valutato da parte dei tribunali di sorveglianza - dice Maisto - i quali però, devono essere messi in condizione di poter lavorare”. Qualche effetto in più, invece, si avrà dalla modifica dell’articolo 558 del Codice di procedura penale (divieto di condurre in carcere persone arrestate per reati non particolarmente gravi ma custodia ai domiciliari o nelle camere di sicurezza e giudizio direttissimo entro 48 ore anziché 96). “Queste modifiche potrebbero attenuare il fenomeno delle porte girevoli - afferma Maisto - e ridurre il numero delle persone che vengono condotte in carcere”.
Intervenire a livello legislativo e organizzativo. Ecco cosa si dovrebbe fare secondo Francesco Maisto. “C’è una considerazione di fondo che va fatta ed è che i Tribunali di sorveglianza non vanno a pieno regime - chiarisce - Intervenire a livello organizzativo significa metterli in condizione, ad esempio, di riconoscere la buona condotta a un detenuto che fa domanda di liberazione anticipata, cosa che oggi non è sempre possibile per mancanza di personale”.
Un intervento, quello a carattere organizzativo necessario anche per “ridurre la sperequazione delle risorse a livello nazionale”. Ci sono, infatti, regioni in cui il personale del Tribunale di sorveglianza è in eccesso e viene distaccato in altri uffici - come quello del giudice di pace, ad esempio - e regioni in cui anche la cancelleria è in affanno.
A livello legislativo, invece, sarebbe necessario intervenire per modificare le normative che hanno previsto ipotesi di reato che prima non esistevano o inasprito le pene per reati già esistenti. “Penso ad esempio alla Cirielli e alla Fini-Giovanardi - conclude Maisto. Ad esempio trovo irrazionale negare l’accesso ai percorsi di recupero in comunità ai tossicodipendenti recidivi nel caso in cui la richiesta sia già stata fatta due volte”.