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mercoledì 20 giugno 2007

COMUNICATO CASG IN VISTA INCONTRO NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI UEPE ORGANIZZATO DALLA O.S. RdB

COMUNICATO CASG- INCONTRO NAZIONALE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI DEGLI UEPE, 21 GIUGNO 2007 ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Il Consiglio Nazionale del Coordinamento Assistenti Sociali della Giustizia (CASG), invia la propria adesione all’ iniziativa e nell'augurare buon lavoro auspica che la stessa possa contribuire a mantenere alta l’attenzione del mondo politico e sindacale sulle ragioni del dissenso che si è creato sulla sperimentazione che vedrà impegnata la polizia penitenziaria nel controllo dei sottoposti alle misure alternative.
Anna Muschitiello, segretaria nazionale, ribadisce le posizioni sin qui espresse dal CASG e condivise dalla gran parte degli operatori degli UEPE.
Per il CASG, non esistono provvedimenti normativi che lo consentono; le leggi esistenti agli art. 47 O.P. e art. 118 del nuovo regolamento di esecuzione lo escludono esplicitamente; non è possibile modificare una legge attraverso un decreto non avente natura delegata; non è accettabile presentare sotto forma di sperimentazione un modo di operare che – almeno per l’affidamento in prova – altererebbe in modo determinante il tipo di trattamento previsto dalla normativa; le misure alternative funzionano da oltre 30 anni con un tasso di recidiva bassissimo (come dimostrato da statistiche e ricerche); i costi per la collettività aumenterebbero in modo notevole perchè non si tratta di aumentare solo il numero di poliziotti sul territorio (dato che può risultare utile ai fini preventivi generali) ma, si tratta di un nuovo corpo di polizia che si aggiunge a quelli già presenti. Conseguentemente sarà necessario prevedere mezzi, strutture organizzative, supporti tecnici completamente nuovi; esiste il rischio di spostare l’attenzione prevalentemente sul controllo penalizzando politiche che favoriscano l’inclusine sociale dei condannati.
Sempre Anna Muschitiello, evidenzia come parte delle obiezioni espresse dal CASG fossero fondate, tanto da produrre una battuta d’arresto nell’avvio della sperimentazione e la ricerca di un accordo con il Ministero dell’Interno per l’emanazione di un decreto interministeriale.
Se sperimentazione deve esserci, continua Anna Muschitiello, deve esclusivamente avvenire per quelle misure per le quali l’intervento delle autorità di pubblica sicurezza presenti sul territorio è espressamente previsto dalla legge e risulta funzionale rispetto alle esigenze tipiche della misura: ad es. i detenuti domiciliari; i nuclei che dovrebbero essere coordinati dai PRAP, dipendano funzionalmente da questi e siano allocati in strutture esterne agli UEPE, affinché sia chiaro che la Polizia Penitenziaria va a sostituirsi alla Polizia di Stato e ai Carabinieri, senza alcuna confusione tra operatori dell'inclusione, quali gli assistenti sociali e operatori di polizia.
La Segretaria nazionale sottolinea come che gli assistenti sociali non nutrino alcuna idea preconcetta nei confronti del personale di polizia penitenziaria, non hanno dubbi sulla loro professionalità e competenza, né ritengono che questi debbano svolgere solo funzioni di supporto all’attività degli assistenti sociali, funzioni che potrebbero essere tranquillamente svolte da personale civile, previsto ma mai assunto, ma è importante che per risultare le funzioni di entrambe le figure professionali utili ed efficaci, debbano essere ben distinte. In vista della riforma del codice penale e del sistema sanzionatorio, sarebbe importante predisporre un sistema organizzativo dei servizi, articolato e coerente con tali riforme nel rispetto della norma costituzionale e delle raccomandazioni europee.