ORDINE ASSISTENTI SOCIALI CAMPANIA
Al Sig. Presidente
Consiglio Nazionale
Ordine Assistenti Sociali
Sede
Ai Sigg.ri Presidenti
Ordini Regionali
Assistenti Sociali
Loro Sedi
Oggetto: Inserimento della Polizia Penitenziaria negli U.E.P.E. - Schema attuativo dell'art. 72 c. 1 L. 25/07/1985 nO 354.
Il Consiglio dell'Ordine Assistenti Sociali della Campania in merito alla bozza di Decreto Interministeriale che prevede l'inserimento presso gli U.E.P.E. (Uffici Esecuzione Penale Esterna) sta seguendo con profondo interesse l'evolversi di una situazione legislativa che pone in grave disagio professionale la figura degli Assistenti Sociali che operano negli U.E.P .E. del territorio nazionale.
In particolare desta profonda preoccupazione l'ipotesi di riforma degli interventi nella misura alternativa alla carcerazione che prevede l'inserimento negli U.E.P.E. di personale della Polizia Penitenziaria con un ruolo che nel decreto si definisce genericamente di "supporto".
Vale la pena di ricordare che tra le misure alternative alla detenzione l'affidamento in prova al Servizio Sociale è quella che è scontata esclusivamente in area esterna a quella carceraria avendo perciò come professionista titolare il Servizio Sociale.
Il Legislatore aveva quindi mostrato la chiara volontà di individuare nella professione dell' Assistente Sociale la titolarità per un intervento attuato all'interno della comunità sociale e nel quale anche il controllo assumesse un carattere positivo e costruttivo di sostegno e rinforzo alla volontà di recupero del soggetto affidato.
D'altra parte i risultati ottenuti dalla gestione di questa misura alternativa sono stati senza dubbio positivi sia in termini di recupero che in termini di recidiva.
Di particolare rilievo è stata l'opera dei Servizi Sociali degli U.E.P .E. nei contatti con i territori di appartenenza dei soggetti affidati allo scopo di costruire una valida rete di supporti personalizzati.
Inoltre questo tipo di contatti è servito alla riappropriazione da parte della comunità sociale del territorio di riferimento della gestione dei problemi di devianza dei propri concittadini.
La prova di questa attiva integrazione del Servizio Sociale degli U.E.P .E. si evidenzia nella fattiva collaborazione che gli Assistenti Sociali hanno stabilito nella partecipazione all'attuazione dei Piani di Zona e nel contatto diretto con le agenzie del volontariato, del privato no profit, della cooperazione sociale.
L'ipotesi di inserimento della Polizia Penitenziari a all'interno degli U.E.P.E. determinerebbe uno snaturamento della misura dell' affidamento creando una frattura tra la funzione di sostegno alla persona in affidamento demandata all'Assistente Sociale e quella di mero controllo dell'andamento del percorso, affidato alla Polizia Penitenziaria. Tutto ciò potrebbe ingenerare inoltre ulteriori complessità organizzative nonché elementi di conflittualità nella gestione della misura tra operatori di diversa professionalità.
Il Servizio Sociale infatti come proprio principio fondante ha sempre rifiutato la partecipazione a misure repressive o di controllo da sempre demandate ad altri uffici, questo anche al fine di non inquinare un rapporto di fiducia, di sostegno e di umanizzazione con l'utente e soprattutto per favorire una valutazione dell'andamento del percorso riabilitativo basata su specifici canoni di professionalità.
Ci sentiamo pertanto in assoluta sintonia con i colleghi degli U.E.P.E. della Campania e di tutto il territorio nazionale invitando i Presidenti e i Consigli degli Ordini di tutte le Regioni a fare proprio questo documento di adesione che d'altra parte condivide quanto già espresso in una recente nota del Consiglio Nazionale.
La comparsa sui siti di tutti i Consigli Regionali dell'adesione a questo documento sarà un ulteriore sprone ai nostri colleghi degli U.E.P .E. per continuare la loro battaglia civile.
Questo non solo per la salvaguardia dell'utente affidato, ma anche per scongiurare la sempre più dilagante tendenza ad emarginare se non addirittura ad escludere i Servizi Sociali da aree di estremo interesse per le fasce più deboli della nostra comunità.
Nella speranza di un riscontro positivo, invio a nome mio e del Consiglio i più cordiali saluti.
In particolare desta profonda preoccupazione l'ipotesi di riforma degli interventi nella misura alternativa alla carcerazione che prevede l'inserimento negli U.E.P.E. di personale della Polizia Penitenziaria con un ruolo che nel decreto si definisce genericamente di "supporto".
Vale la pena di ricordare che tra le misure alternative alla detenzione l'affidamento in prova al Servizio Sociale è quella che è scontata esclusivamente in area esterna a quella carceraria avendo perciò come professionista titolare il Servizio Sociale.
Il Legislatore aveva quindi mostrato la chiara volontà di individuare nella professione dell' Assistente Sociale la titolarità per un intervento attuato all'interno della comunità sociale e nel quale anche il controllo assumesse un carattere positivo e costruttivo di sostegno e rinforzo alla volontà di recupero del soggetto affidato.
D'altra parte i risultati ottenuti dalla gestione di questa misura alternativa sono stati senza dubbio positivi sia in termini di recupero che in termini di recidiva.
Di particolare rilievo è stata l'opera dei Servizi Sociali degli U.E.P .E. nei contatti con i territori di appartenenza dei soggetti affidati allo scopo di costruire una valida rete di supporti personalizzati.
Inoltre questo tipo di contatti è servito alla riappropriazione da parte della comunità sociale del territorio di riferimento della gestione dei problemi di devianza dei propri concittadini.
La prova di questa attiva integrazione del Servizio Sociale degli U.E.P .E. si evidenzia nella fattiva collaborazione che gli Assistenti Sociali hanno stabilito nella partecipazione all'attuazione dei Piani di Zona e nel contatto diretto con le agenzie del volontariato, del privato no profit, della cooperazione sociale.
L'ipotesi di inserimento della Polizia Penitenziari a all'interno degli U.E.P.E. determinerebbe uno snaturamento della misura dell' affidamento creando una frattura tra la funzione di sostegno alla persona in affidamento demandata all'Assistente Sociale e quella di mero controllo dell'andamento del percorso, affidato alla Polizia Penitenziaria. Tutto ciò potrebbe ingenerare inoltre ulteriori complessità organizzative nonché elementi di conflittualità nella gestione della misura tra operatori di diversa professionalità.
Il Servizio Sociale infatti come proprio principio fondante ha sempre rifiutato la partecipazione a misure repressive o di controllo da sempre demandate ad altri uffici, questo anche al fine di non inquinare un rapporto di fiducia, di sostegno e di umanizzazione con l'utente e soprattutto per favorire una valutazione dell'andamento del percorso riabilitativo basata su specifici canoni di professionalità.
Ci sentiamo pertanto in assoluta sintonia con i colleghi degli U.E.P.E. della Campania e di tutto il territorio nazionale invitando i Presidenti e i Consigli degli Ordini di tutte le Regioni a fare proprio questo documento di adesione che d'altra parte condivide quanto già espresso in una recente nota del Consiglio Nazionale.
La comparsa sui siti di tutti i Consigli Regionali dell'adesione a questo documento sarà un ulteriore sprone ai nostri colleghi degli U.E.P .E. per continuare la loro battaglia civile.
Questo non solo per la salvaguardia dell'utente affidato, ma anche per scongiurare la sempre più dilagante tendenza ad emarginare se non addirittura ad escludere i Servizi Sociali da aree di estremo interesse per le fasce più deboli della nostra comunità.
Nella speranza di un riscontro positivo, invio a nome mio e del Consiglio i più cordiali saluti.
Il Presidende
A.S. Maria Rosaria Minieri
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