L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

lunedì 10 settembre 2007

COMUNICATO CASG


Si terrà il 13 settembre, dopo diversi rinvii, un nuovo incontro tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e i sindacati, in merito alla proposta di inserire la polizia penitenziaria negli uffici per l’esecuzione penale esterna (Uepe).
Proposta che da tempo suscita forti reazioni e allarme, per il futuro del Servizio Sociale di tale settore, da parte di assistenti sociali degli Uepe, del mondo del volontariato penitenziario, dell’associazionismo, della Magistratura e di diverse organizzazioni sindacali.
Nella nuova bozza di decreto permangono alcuni nodi critici che continuano a destare preoccupazione, quali:
-la scelta di istituire i nuclei di polizia penitenziaria presso gli Uepe;
-la possibilità di impiegare la polizia penitenziaria per i controlli sui soggetti affidati in prova al servizio sociale (anche se solo su specifica richiesta del Tribunale o del Magistrato di Sorveglianza);
-il configurare un ruolo dei Direttori degli Uepe, sempre più vicino a quello di funzionari di Polizia, piuttosto che di Dirigenti con una necessaria e specifica connotazione tecnico-professionale;
-il rafforzamento dell'immagine del servizio Uepe come parte integrante degli Organismi di Ordine Pubblico e Sicurezza a scapito della sua natura di Servizio Sociale;
-l'assenza di qualsiasi riferimento ai costi complessivi della sperimentazione e a dove saranno reperiti i finanziamenti.

Oggi si sono aggiunte nuove criticità, in quanto sono aumentati gli elementi di confusione: da un lato il Ministro Mastella giustifica la scelta di attribuire alla polizia penitenziaria compiti di controllo sulle misure alternative per poter ampliare l'uso di tali misure, dall'altro le decisioni attuali del governo sono di segno opposto e tendono a diminuire l’accesso alle stesse misure alternative e ad aumentare di conseguenza il ruolo del carcere.
Invece di eliminare tutte quelli leggi, approvate dal precedente governo (ex Cirielli, Bossi-Fini, Fini-Giovanardi), come dichiarato nel programma elettorale e nelle linee programmatiche emanate dal Ministro Mastella all’atto del suo insediamento, leggi che hanno portato negli ultimi anni il sovraffollamento degli istituti penitenziari a livelli mai raggiunti in precedenza, tanto da rendere necessario l’indulto, si sta pensando a soluzioni ancora più restrittive.
L’emanando "pacchetto sicurezza" proposto dal Ministro dell’Interno Amato non farà altro che aumentare i detenuti, innalzando considerevolmente i numeri, al di sopra di ogni immaginazione, soprattutto di quella che in questi anni è stata chiamata "detenzione sociale", estendendola anche a soggetti e a fenomeni sociali e comportamentali che nulla hanno a che fare con la delinquenza, ma sono solo fenomeni di marginalità sociale.
Quindi dove è la coerenza? si portano i poliziotti penitenziari fuori dal carcere per controllare i sottoposti a misure alternative, che saranno sempre di meno, e si approntano misure che porteranno un numero sempre maggiore di "poveracci" dentro il carcere. Nel frattempo non è stato fatto nulla per accelerare i processi, per adeguare e migliorare le strutture penitenziarie, per finanziare adeguati percorsi di reiserimento.

La speranza è che si alzi un urlo di indignazione da parte di chi (magistrati, avvocati, operatori penitenziari tutti, volontari, tutti i cittadini di buon senso) conosce quali sono i veri problemi:
Chiediamo a chi ha il potere di definire le politiche sociali e della sicurezza del nostro Paese se è proprio sicuro che le politiche della cosiddetta "tolleranza zero"che si vorrebbero attuare, siano quelle giuste, quelle che servano realmente a migliorare la vivibilità del territorio, senza cadere nella illusione di rincorrere facili consensi, cavalcando e rafforzando le più diverse paure sociali.

Per il Consiglio Nazionale CASG
Anna Muschitiello
(segretaria nazionale)