CONFSAL UNSA
“ D.M. SPERIMENTAZIONE POLIZIA PENITENZIARIA UFFICI E.P.E. ”
DICHIARAZIONE A VERBALE
La CONFSAL UNSA, in merito al presente D.M. sull’impiego negli UEPE della polizia penitenziaria, conferma purtroppo la piena insoddisfazione sia nel merito sia nella prassi adottata dall’Amministrazione.
Il disegno ‘trattamentale’ posto in essere dal Dipartimento, a colpi di DM, evidenzia la nostra tesi di un modalità di intervento verticistica, frammentaria e disomogenea rispetto a una materia costituzionalmente definita e tutelata, si aggiunge. La riprova è l’ulteriore proposta di D.M. istitutivo del Direttore Area Sicurezza che paventa ulteriori sovrapposizioni, punti di contrasto ed aspetti mal definiti.
Ci spiace constatare l’impeto di codesta Amministrazione a voler procedere senza prima trovare un momento di sintesi ampiamente condiviso.
Sul D.M. la CONFSAL UNSA ribadisce la propria contrarietà ad un progetto inopportuno e disfunzionale, per motivi del tutto evidenti che si ribadiscono nuovamente:
· improprio utilizzo di risorse a favore di “una esigenza di controllo” (oggi svolto da altre forze di polizia) rispetto ad un servizio, l’Ufficio di Servizio Sociale, da anni depauperato di risorse e personale;
· il cedimento ideologico e storico (la legge Gozzini è un esempio a tutt’oggi per altri paesi europei) dell’Amministrazione verso l’aumento di controllo tout court; funzione che viene scollegata dal processo trattamentale da cui discende;
· l’assenza di un ampio progetto inerente l’ambito trattamentale e l’inserimento sociale: la valenza educativa dell’esecuzione penale;
· inopportuno investimento su un progetto che non riveste carattere di priorità e non trova corrispondenza a livello analisi dei dati. Peraltro il controllo viene svolto dalle forze di polizia locali, che conoscono il territorio e le dinamiche ivi in essere, senza ulteriori costi;
· storno di personale di polizia penitenziaria dall’interno degli istituti, ove a breve il numero di ristretti corrisponderà alla situazione pre-indulto;
· aumento delle dinamiche di contrapposizione tra personale civile e personale di polizia penitenziaria, con un ennesimo sbilanciamento verso un intervento custodialistico;
· un totale dissenso verso lo strumento normativo utilizzato, il DM appunto, per di più non conforme alla vigente normativa di rango superiore.
In conclusione, la CONFSAL UNSA invita il Dipartimento a recedere dal porre in essere il D.M. in parola, avviando altresì un confronto sull’ Ordinamento Penitenziario che va novellato alla luce di un impianto centrato sul trattamento e sulla funzione rieducativa della pena.
Tale impostazione dovrebbe coinvolgere tutti gli attori sociali (Università, Privato sociale, Magistratura, OO.SS., etc) che, a bene vedere, rappresentano la società in senso lato.
Una diversa scelta dell’Amministrazione, di contro, non potrà che vederci impegnati con coerenza alla tutela del personale socio-trattamentale, in varie forme di manifestazioni, ma soprattutto riteniamo che sia un pensiero forte e nobile ad essere, oggi, messo in discussione inspiegabilmente.
Roma, 17 dicembre 2007. IL Segretario Nazionale (R. Martinelli)
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