PENSIERI LIBERI
LE CARCERI DI NUOVO PIENE E CON SEMPRE MENO AGENTI
Dopo aver tentato, sensa successo, di svuotare le carceri di detenuti con l'indulto, questa volta si assiste ad un esperimento diverso : le prigioni vengono progressivamente svuotate degli agenti, destinandoli a compiti supplementari e nuovi.
Nella vigilanza dei palazzi di giustizia, nella vigilanza delle "case dei nuovi principi", sui destrieri della polizia nei tornei ippici, in gare internazionali di "vasca corta", o sui campi di calcio di promozione, o a servire caffè e distribuire merendine nei bar aziendali, oppure impegnandoli a centinaia se non migliaia, all'interno di strutture di natura esclusivamente amministrativa presso il Dipartimento Penitenziario ed altri uffici: insomma tutto va bene purchè fuori dal carcere.
Intanto gli Istituti tornano a scoppiare, soprattutto quelli del Nord, dove le sezioni detentive sono sempre più desolatamente vuote di organici e piene di detenuti che si incrociano in ogni momento e ti fanno domande, una sequela continua, senza fine e senza orario, in tutte le lingue del mondo, talvolte poste con fare educato, altre volte con arroganza, altre volte ancora con violenza verbale se non minaccia.
Non ci sono domeniche, non ci sono il Natale o il Ferragosto in questa "moderna Corte dei Miracoli": aids, tbc, epatiti, autolesionismi, tentativi e conta dei suicidi, mutilazioni, pianti, processi, pene, pene, pene.
Nei turni di servizio, ove ci si conta sulle dita di una mano, spesso occorre supplire lì dove non mettono piede psichiatri, psicologi, medici, mediatori culturali, volontari, quant'altri affollano i dibattiti nella c.d. "società civile".
Basta poco, pochissimo, perchè gli equilibri faticosamente raggiunti "saltino" determinando situazioni di angoscia per quanti hanno avuto la velleità di credere nell'art.27, comma 3 della Costituzione, quanti ancora sperano che ci si accorga per davvero dell'importanza di ciò che fanno con coraggio ed ogni giorno.
Enrico Sbriglia
Direttore Penitenziario di Trieste
da La Repubblica 8.1.2008 pag.22
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