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giovedì 27 marzo 2008

Giustizia/Carcere- Risorse per sicurezza, programmi Pd e Pdl distanti

di Antonella Autero- Il Denaro, 27 marzo 2008

Obiettivo: sicurezza. È uno dei punti cardine dei programmi di Pd e Pdl, che pongono il ripristino della legalità in testa ai propri impegni elettorali. "La sicurezza, prima di tutto" recita il vademecum di Walter Veltroni. "Subito azioni di contrasto alla criminalità organizzata e un piano di emergenza per la legalità" replica Silvio Berlusconi in una delle sue "sette missioni". Ma è sull’impiego di risorse, sia finanziarie sia logistiche, che i due poli risultano distanti. Il Popolo della libertà punta su un aumento progressivo delle risorse per la sicurezza e su una maggiore presenza di poliziotti e carabinieri di quartiere. Si impegna, invece, per la "qualità" e la riorganizzazione delle forze in campo il Pd, per il quale la sicurezza non è solo "questione di entità delle risorse pubbliche ", ma anche di migliore impiego di quelle umane e finanziarie.
Maggiore presenza o migliore organizzazione delle forze armate sul territorio, un freno all’immigrazione clandestina, certezza della pena, incentivi all’utilizzo di sistemi avanzati di videosorveglianza. In apparenza, la ricetta per la sicurezza ha gli stessi ingredienti per Pd e Pdl. Ma è sul ruolo e l’utilizzo delle risorse che i poli divergono.
Si impegna per un aumento progressivo delle risorse il leader del Pdl Silvio Berlusconi. Che propone una sorta di decalogo della sicurezza: aumento di poliziotti e carabinieri di quartiere per rafforzare la prevenzione dei "reati diffusi"; incentivi per istallazione di sistemi di sicurezza nei pubblici esercizi; lotta al terrorismo interno ed internazionale. E ancora: tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi dei "disobbedienti" e aumento delle pene per reati contro forze dell’ordine.

Più organizzazione

La sicurezza non è solo questione di entità delle risorse pubbliche dedicate, ma anche di migliore impiego delle risorse umane e finanziarie disponibili. La pensa così, invece, il Pd di Walter Veltroni, secondo il quale "se si vogliono più agenti in divisa a presidio dl territorio, di giorno e di notte, in centro e in periferia, nelle città e nelle campagne, si impone l’adozione di un vero e proprio nuovo modello di sicurezza". Il Pd pensa, in particolare a un’azione di riordino strutturale e organizzativo. L’obiettivo è eliminare ogni duplicazione funzionale tra quelle a competenza generale e quelle a competenza specialistica.

Clandestini

Capitolo a sé quello che riguarda i rapporti con gli immigrati. Il Pdl si dichiara contrario a qualsiasi sanatoria per i clandestini, ma pronto ad aprire nuovi Centri di permanenza temporanea. Nel programma si annuncia una corsia preferenziale per l’immigrazione regolare ai lavoratori dei paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, impediscono la partenza di clandestini dal proprio territorio e accettano programmi comuni di formazione professionale nei loro paesi. C’è, inoltre, la conferma del collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Lotta alla clandestinità anche dal fronte Pd, che si propone di favorire la regolarità dell’ingresso e della permanenza nel Paese e contrastare duramente la criminalità. A tale scopo Veltroni propone di dare "migliore efficacia ed effettività" ai provvedimenti di espulsione e di organizzare un sistema di contrasto della clandestinità in cui siano presenti i Centri di Identificazione e Garanzia per la determinazione dell’identità degli irregolari.

Certezza della pena

La certezza della pena è un altro comune denominatore dei programmi di Pd e Pdl. Una garanzia che per Berlusconi deve concretizzarsi con la previsione che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso reati di particolare gravità e di allarme sociale. E non solo: il Popolo delle libertà punta anche sull’inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; il gratuito patrocinio a favore delle vittime; la costruzione di nuove carceri e la ristrutturazione di quelle esistenti. La certezza della pena, per il Pd, passa invece attraverso l’approvazione di quella parte del "Pacchetto Sicurezza" che ha ampliato il numero dei reati di particolare allarme sociale, prevedendo la cosiddetta custodia cautelare obbligatoria; il giudizio immediato per gli imputati detenuti; l’applicazione d’ufficio (e non più a richiesta del Pm) della custodia cautelare in carcere già con la sentenza di primo grado (e non più con quella d’appello); l’immediata esecuzione della sentenza di condanna definitiva senza meccanismi di sospensione.