L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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mercoledì 19 marzo 2008

Giustizia/Carcere- Santanchè: la sicurezza è un’emergenza nazionale


Il Riformista, 19 marzo 2008

Elezioni 2008. I candidati premier rispondono a Radio Carcere sulle riforme del processo penale. Risposta di Daniela Santanchè (La Destra).
Ridare l’Italia agli italiani. In questo slogan si riassumono e si articolano tutte le proposte politiche de La Destra, tra cui quelle che riguardano la sicurezza, la giustizia, la legalità. La nostra idea di giustizia si fonda su due pilastri: si è innocenti fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio. Ma alla presunzione di innocenza deve accompagnarsi la rapidità del giudizio e la certezza della pena. Per questo motivo siamo contrari ad indulti, amnistie, sconti di pena. Pensiamo che la sicurezza sia un’emergenza nazionale perché su di essa si basa la tenuta della società e della democrazia.
Senza la percezione della sicurezza si sprofonda in uno stato di emergenza continua, con risposte emotive e spesso sproporzionate alla reale entità dei fatti, si perdono lucidità e tolleranza. Per evitarlo dobbiamo avere la forza della prevenzione e il coraggio della repressione.
Per migliorare sia il piano della prevenzione che della repressione è necessario dare più strumenti, più risorse è più fiducia alle forze dell’ordine e procedere ad una profonda riforma della magistratura nei confronti della quale gli italiani hanno pochissima fiducia. Riteniamo sia indifferibile regolamentare l’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Che vanno effettuate, ma bisogna vietarne la diffusione sugli organi di informazione fino alla fase dibattimentale del processo. La giustizia non si esercita in piazza.
Due proposte de La Destra per combattere la politicizzazione della magistratura sono: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e l’estrazione a sorte dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, scelti tra tutti i magistrati italiani che abbiano determinati requisiti.
Uno dei fenomeni che maggiormente influenza la percezione di sicurezza degli italiani riguarda l’immigrazione clandestina, cui sono connesse diverse forme di criminalità come i furti negli appartamenti, lo spaccio di droga, la tratta di essere umani sotto forma di prostituzione e il fondamentalismo di matrice islamica. Noi de La Destra non siamo contro gli immigrati, che consideriamo anzi una risorsa. Pochi anni fa gli immigrati eravamo noi italiani. Ma abbiamo conquistato il rispetto delle comunità che ci hanno accolto lavorando sodo, rispettando le regole, portando fantasia e innovazione. Chi ha sbagliato ha pagato, giustamente. Questo atteggiamento che abbiamo in casa d’altri lo pretendiamo da chi viene a casa nostra.
Porte aperte, quindi, a chiunque venga in Italia per lavorare in pace e contribuire alla crescita economica, culturale e morale del nostro Paese. Porte chiuse, invece, a chi viene in Italia per delinquere facendo affidamento sulle maglie larghe e sulla sostanziale inefficacia dei controlli e delle sanzioni. La Destra intende combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della criminalità ad esso collegata attraverso iniziative quali: i clandestini fuori dall’Italia, subito. Il nostro Paese può accogliere solo chi dimostra di poter mantenere se stesso e la propria famiglia con un lavoro onesto e regolare.
Non diciamo e non diremo mai "no" agli immigrati onesti, che sono i primi a chiedere regole certe e a pagare per le colpe dei connazionali che vivono nell’illegalità. Diciamo "no" ai clandestini, che devono essere espulsi dai Prefetti con provvedimento ad effetto immediato. Ci batteremo anche affinché i clandestini curati negli ospedali pubblici, siano immediatamente accompagnati alla frontiera ed espulsi una volta dimessi. La spesa sanitaria italiana è fuori controllo anche perché gli ospedali sono pieni di clandestini e stranieri che vengono curati come gli italiani ma che non contribuiscono al mantenimento del sistema sanitario.
Inoltre, noi della Destra ci batteremo affinché i clandestini condannati in Italia per reati commessi sul nostro territorio siano costretti ed espiare la pena nelle carceri del proprio paese. Siamo convinti che in questo modo molti ci penserebbero non due, ma cento volte prima di commettere un reato e rischiare di essere scoperti e condannati.
Chiediamo poi l’istituzione di una banca dati contenente le impronte digitali e il Dna degli immigrati che intendono stabilirsi in Italia. Non possiamo più accettare che clandestini e criminali sfuggano i controlli, le sanzioni e le espulsioni bruciando i documenti e dichiarando nomi falsi. Un altro intervento necessario per combattere la criminalità legata al fondamentalismo islamico consiste nel controllare rigorosamente i bilanci delle moschee, chiudendo quelle irregolari, e nell’istituire un Albo nazionale degli Imam. Troppi sedicenti Imam, talvolta ignoranti del vero significato del Corano, sono spesso fiancheggiatori di pericolosi estremisti e cercano di introdurre la legge della sharia anche in Italia.
Un’ulteriore questione di sicurezza riguarda la riapertura delle "case chiuse" e la regolamentazione della prostituzione. Riaprire le "case chiuse" significa non soltanto ripulire le strade dalla malavita. Significa permettere alle prostitute di sfuggire ai loro aguzzini e "esercitare" in condizioni più umane. Inoltre, comporterebbe una forma di tassazione per lo Stato e diritti di previdenza. Su questo tema avvieremo la raccolta delle firme necessarie per indire un referendum. Anche queste misure, per la Destra, contribuiscono a ridare agli italiani un’Italia più sicura e più giusta.