L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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giovedì 13 marzo 2008

Giustizia/Carcere- Auriemma (PM): sì a misure alternative dopo il primo grado

di Paolo Auriemma (Pubblico Ministero a Roma)- www.radiocarcere.com, 13 marzo 2008

La necessità di un riassetto del sistema sanzionatorio è ormai primaria. L’idea della pena detentiva come sanzione penale rigidamente e definitivamente determinata con la conclusione della fase processuale deve considerarsi tramontata a fronte dell’esigenza di un sistema che pretende la certezza di una pena in tempi rapidi che sia anche riparatrice del danno.
Le pene pecuniarie sono di fatto depotenziate soprattutto per il mancato adeguamento monetario. Le modalità di esecuzione delle pene detentive si sono radicalmente modificate: circa la metà delle pene detentive sono espiate attraverso il sistema delle misure alternative e così la percentuale di esecuzioni alternative nei confronti di condannati liberi, cioè di pene interamente espiate, con modalità alternative, senza l’ingresso del condannato in carcere.
L’adeguamento normativo è, tuttavia, orientato ad un riassetto del sistema sanzionatorio, con l’introduzione di un sistema articolato di pene principali a cui giungere in tempi brevi.
In tale ottica occorre pensare ad un diverso modello di esecuzione delle pene, certe e che, in quanto scontate per certo, creino un circolo virtuoso di deflazione.
La normativa processuale penale minorile prevede la possibilità, nel corso del processo, che il giudice possa sospendere il giudizio ammettendo l’imputato alla prova imponendogli di svolgere determinate attività, con conseguente estinzione del reato.
Il sistema è mutuato dall’esperienza anglosassone dove l’istituto della "probation" costituisce esperienza positiva, che ben permette un serio reinserimento del soggetto nella collettività evitando l’esperienza a volte controproducente dell’ingresso nel sistema penitenziario. Il sistema delle misure alternative viene in questo modo anticipato nella fase della cognizione, evitando le defatiganti attese delle decisioni del Tribunale di Sorveglianza in sede di esecuzione, che spesso vede, davanti a sé, un soggetto completamente diverso da quello che commise il reato. Recependo le linee direttive dettate per creare nuovi istituti anche per i maggiorenni, si creerebbe un sistema deflattivo che assicurerebbe quantomeno la certezza di una sanzione e porrebbe le base per una giustizia riparativa, che avvantaggerebbe la vittima che così verrebbe ristorata del danno in tempi brevi.
L’idea delle pene sostitutive alla detenzione ha avuto successiva sperimentazione con la legislazione che introdusse il giudice di pace, con le modifiche alla legge sugli stupefacenti, e sulla sospensione condizionale della pena. Infatti è prevista la possibilità di subordinare il beneficio al risarcimento in favore della persona offesa o alla eliminazione delle conseguenze dannose del reato. Il beneficio può essere subordinato, con il consenso del condannato, alla prestazione di attività non retribuita in favore della collettività; è stata irrigidita la previsione che impone la sottoposizione agli obblighi in caso di reiterazione del benefici.
La fine della legislatura non ha permesso l’esame delle proposte inserite nel disegno di legge per l’accelerazione del processo penale ove è prevista la "sospensione con messa alla prova", modellata sullo schema dell’ istituto sperimentato nel processo minorile. La proposta prevedeva si presentasse un programma con l’impegno ad attenuare o elidere le conseguenze del reato; questo, se congruo, avrebbe portato alla sospensione del processo e possibile estinzione del reato, con chiari riflessi deflattivi.
Tutto il sistema, ovviamente, poggerebbe sulla capacità dell’ordinamento di un serio controllo della prova: il sistema ideato per il Giudice di pace ha infatti parzialmente fallito il proprio obbiettivo perché la mancanza di strutture atte ad accogliere le richieste del giudice per lavoro alternativo e la necessità proprio di un controllo sul lungo periodo di questi sulla esecuzione della pena sostitutiva è stato di argine al pieno sviluppo del sistema.