L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 6 marzo 2008

Giustizia/Carcere- Sovraffollamento europeo, di Patrizio Gonnella

Italia Oggi, 6 marzo 2007

Sono circa 600 mila i detenuti, definitivi o in attesa di giudizio, ristretti nelle carceri dei 25 paesi dell’Unione europea. Di questi, circa 131 mila sono in attesa di giudizio. Ossia meno di un quarto del totale della popolazione ristretta. In Italia la percentuale delle persone presunte innocenti si aggira invece intorno a un preoccupante 60%.

Un dato che sicuramente è frutto dell’indulto, grazie al quale sono usciti dalle carceri principalmente i condannati, ma è anche un segnale di un uso eccessivo della custodia cautelare, che caratterizza da sempre la giustizia italiana e che le Camere Penali altrettanto da sempre denunciano. Questi sono alcuni dei dati emersi durante un incontro organizzato su scala europea dai sindacati dei pubblici servizi aderenti alla Fsesp (per l’Italia la Cgil Funzione Pubblica) che da Bruxelles sino a Roma, passando per Londra, hanno denunciato nei giorni scorsi il grave sovraffollamento carcerario in tutti i paesi europei nonché le difficili condizioni di lavoro del personale penitenziario.

Circa 30 mila sono le donne detenute nei 25 paesi dell’Unione europea. Esse rappresentano più o meno il 5% dell’intera popolazione carceraria. Un dato analogo riscontriamo in Italia. Le donne delinquono molto meno che gli uomini e commettono in media reati meno gravi. Nell’Unione europea negli ultimi anni in 23 stati su 27 è aumentata costantemente la popolazione carceraria.

Quattordici stati su 27 hanno superato il limite della capienza regolamentare. I paesi con maggiori problemi di sovraffollamento (rapporto tra il numero di carcerati e il numero di posti letto regolamentari) sono la Grecia (168%), la Spagna (140%), l’Ungheria (137%) e il Belgio (117.9%). L’Italia si colloca in un non lusinghiero quart’ultimo posto, appena sotto il Belgio con un 117,8%, nonostante l’indulto abbia contribuito ad alleggerire le nostre prigioni. Senza il provvedimento di clemenza oggi saremmo infatti a circa 70 mila detenuti e contenderemmo all’Ungheria il terzo posto, europeo tra i paesi più sovraffollati.

Tra i 14 paesi che non superano il limite della capienza regolamentare il primato positivo spetta alla Slovenia, seguita da Danimarca, Finlandia, Irlanda e Svezia. I tassi di carcerazione (numero di detenuti ogni 100 mila abitanti) sono anch’essi elevatissimi. Il primato negativo spetta all’Estonia (321,6), seguita dalla Lettonia (285,3), Lituania (237,0), Polonia (229,9), Repubblica Ceca (185,6).

L’ingresso nell’Ue dei paesi dell’Est ha provocato un rialzo dei tassi di carcerazione. Nell’Europa occidentale il primato spetta al Lussemburgo (163,6), seguito da Spagna (146,1) e Inghilterra (145,1). In termini assoluti, e non percentuali, la Polonia è lo stato con più detenuti: quasi 90 mila.

Il paese con il minore tasso di carcerazione è la Slovenia (65,0) seguita da Danimarca (69,2), Finlandia (70,6), Manda (74,3) e Svezia (79,0). Malta con i Suoi 343 reclusi è il paese con il minori numero di detenuti in tutta Europa. L’Italia è sotto i 100 detenuti ogni 100 mila abitanti.

Ma negli ultimi mesi la popolazione reclusa cresce di 1.000 unità al mese, per cui ci si può ragionevolmente attendere il superamento della fatidica quota 100 nel giro di poche settimane. In media vi è un poliziotto penitenziario ogni 283 detenuti. Un dato imparagonabilmente più basso di quello nostrano, dove, al contrario, il rapporto è pari quasi a un poliziotto per ogni detenuto. È anche vero che una percentuale significativa di appartenenti al corpo di polizia penitenziaria svolge compiti amministrativi e quindi non è direttamente impegnata in attività istituzionali.