ASSEMBLEA NAZIONALE COORDINAMENTO ASSISTENTI SOCIALI GIUSTIZIA
Il 19 aprile u.s. si è svolta a Roma presso la città dell’altra economia l’assemblea annuale degli iscritti C A S G.
Sono intervenuti colleghi di Uffici EPE di diverse parti d’Italia (Liguria, Lombardia, E. Romagna, Piemonte, Sicilia, Lazio, Campania, Umbria); i colleghi di Venezia, Bologna, e di tre UEPE della Campania (Salerno, Avellino e Napoli) hanno presentato contributi scritti.
All’assemblea sono intervenuti, invitati dal Consiglio nazionale CASG, la Vice Presidente dell’Ordine nazionale Franca Dente e la Consigliera dell’Ordine Nazionale Gloria Pieroni (assistente sociale presso l’UEPE di Siena e iscritta al coordinamento), in rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali: SAG UNSA - R. Martinelli, RdB - A. Roscioli, CGIL – Lina Lamonica; CGIL Lombardia B. Campagna, SEAC Celso Coppola.
E’ stata ricordata la Presidente dell’Ordine Nazionale degli assistenti sociali Fiorella Cava, recentemente scomparsa.
Al termine della relazione introduttiva si è aperto un approfondito dibattito sulla situazione attuale dal punto di vista politico, professionale e contrattuale.
La Vice presidente dell’Ordine ha riferito dell’incontro avuto con il Direttore Generale EPE Riccardo Turrini Vita in data 18/04/08 durante il quale sono stati presi impegni su:
Ø un lavoro di ricerca condiviso tra l’ Ordine Nazionale e la D.G.EPE al fine di valorizzare e rendere visibile il lavoro svolto dagli assistenti sociali nell’affidamento in prova;
Ø la salvaguardia della specificità della professionalità di servizio sociale nella direzione dei servizi dell’esecuzione penale esterna, a livello locale, regionale e nazionale.
Ø La costituzione di un gruppo di lavoro congiunto tra DGEPE e Ordine Nazionale sulla dirigenza e sui meccanismi per riconoscere il ruolo degli Assistenti Sociali C3 che dirigono le sedi non dirigenziali.
La V.P. ha riferito inoltre della conferenza di servizio tenutasi il 27 marzo presso l’ARAN tra tutti i Ministeri che hanno al loro interno assistenti sociali, finalizzata ad affrontare a 360° la questione relativa all’inquadramento degli assistenti sociali nella P.A.
Il C.N. dell’Ordine ha elaborato un documento sulla disciplina della professione da utilizzare con tutti gl’interlocutori interessati all’inserimento degli assistenti sociali.
L’ARAN si è impegnato ad inserire parole chiavi che riguardano gli AA.SS nel Regolamento Generale dei professionisti dipendenti che sarà emanato.
C’è da prendere atto che purtroppo il cambio dello scenario politico annulla tutti gli sforzi fatti fino ad ora per costruire contatti e lo scarso investimento sul sociale del precedente governo delle destre non lascia ben sperare.
La legge 328/2000 non decolla perché mancano gl’investimenti sul sociale. E’ importante che il settore della giustizia attivi un collegamento più forte con il servizio sociale territoriale.
A questo riguardo alcuni interventi hanno fatto riferimento alle “Linee guida sull’inclusione sociale” emanate recentemente dai Ministeri della Giustizia e degli Affari sociali e approvate dalla Conferenza nazionale Stato Regioni, che impegna le Regioni nel favorire l’integrazione dei servizi sia pubblici che privati rivolti all’inclusione sociale dei condannati. Per questo il servizio sociale della Giustizia deve evitare di rimanere isolato e deve cercare un collegamento più forte con il territorio.
Più interventi si sono espressi a favore di una maggiore presenza del servizio sociale della giustizia nella comunità professionale più ampia.
Tutte le OO.SS. intervenute hanno posto l’accento sul particolare momento politico in cui l’attacco al sindacato e alla contrattazione rischia di raggiungere livelli mai raggiunti fino ad oggi, soprattutto nel pubblico impiego. Si parla addirittura di azzerare L’ARAN e il ruolo dei sindacati.
Lo scenario politico non lascia spazio a facili ottimismi e per questo occorre prepararsi al peggio; sarà importante non alimentare le divisioni tra gli operatori e non isolarsi nel proprio settore, anzi sarà importante coltivare alleanze con tutti coloro che condividono le nostre posizioni.
Il decreto sull’inserimento della polizia penitenziaria se non è passato non è per l’opposizione che si è fatta, a gennaio se non cadeva il governo la sperimentazione sarebbe già partita (Martinelli). Non è sufficiente dire No e basta, ma occorre cercare di limitare i danni.
Se i sindacati autonomi della polizia vogliono fare interventi di polizia occorre farglieli fare (Roscioli)
I dirigenti dell’esecuzione penale esterna hanno gravi responsabilità per la situazione che si è venuta a creare e non sono in grado di gestire la polizia penitenziaria negli UEPE (Martinelli, Roscioli).
Occorre rivedere le sedi dirigenziali e inserirvi tutti gli UEPE, questo vorrà dire far entrare altro personale nella Meduri, ma occorre trovare il modo per superare la Meduri stessa e per uscire da questo sistema di polizia.
C’è una difficoltà reale nel tenere insieme i due comparti: sicurezza e ministeri, se si arriverà al Dipartimento della Polizia penitenziaria occorre trovare altre soluzioni che mettano insieme gli operatori del trattamento (La Monica).
Rispetto al contratto integrativo sono state espresse in più interventi perplessità circa le modalità di accesso agl’incarichi di responsabilità, alla prevista “meritocrazia” che può tramutarsi in alcune realtà, in assenza di criteri chiari e trasparenti in assegnazioni clientelari e a totale discrezione dei dirigenti, anche perchè in alcune realtà gli operatori sono fortemente ricattabili . Il problema più grosso emerso è però che in assenza di fondi adeguati il contratto integrativo è necessariamente costretto a fallire, come è già capitato alle Agenzie per le Entrate.
Il coordinamento si è dato, quindi, i seguenti obiettivi per l’attività del prossimo anno:
mantenersi attenti e vigili per capire gli orientamenti, gli spazi di discussione, le possibilità di comunicazione....
inviare una lettera aperta al prossimo Ministro della Giustizia, richiamando le “linee guida sull’inclusione sociale” e alla necessità di rafforzare i servizi preposti al trattamento del condannato, nonché a proseguire con la riforma del codice penale, continuando i lavori della Commissione Pisapia e a non ricominciare da zero.
Individuare tutte le possibili alleanze per sostenere un’esecuzione penale esterna, facendo riferimento ai servizi territoriali e alle loro organizzazioni quali: ANCI, Conferenza Stato regioni, alla Magistratura, quindi al CSM; alle associazioni del privato sociale e del volontariato, ai sindacati, agli ordini regionali e nazionale, organizzazioni politiche che sono in sintonia con le idee esposte dal coordinamento.
Essere maggiormente presenti all’interno della comunità professionale
Organizzare l’ VIII° convegno CASG ripartendo dal significato della pena con il coinvolgimento attivo dei servizi del territorio.
E’ stato rinnovato il consiglio nazionale; gli attuali consiglieri sono:
Anna Muschitiello, Patrizia Trecci, Elena Monni, Santina Spanò, Michela Boazzelli, , Nicoletta Serra, Anna Giangaspero (consiglieri uscenti) i nuovi consiglieri sono: Rita Puglia (UEPE di Catania), Antonella Gianguzzo (UEPE di Milano) Maria Grazia Rizzo (UEPE di ROMA) Michela Vincenzi(UEPE di Venezia)
Anna Muschitiello
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