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martedì 15 aprile 2008

Giustizia/Carcere- Colmegna: la gente ha paura, ma i problemi restano


Dire, 15 aprile 2008

Don Virginio Colmegna, Presidente della Casa della Carità, commenta l’esito delle elezioni: "Vanno affrontati cercando di abbassare la conflittualità".
"La gente ha paura, i problemi sociali però restano e vanno affrontati, cercando di abbassare la conflittualità": don Virginio Colmegna, Presidente della Casa della Carità, commenta così l’esito delle elezioni, con una Lega nord che ha fatto il pieno di voti non solo nella valli Bresciane o del Varesino, ma anche in quartieri della periferia di Milano come Quarto Oggiaro. Un voto che viene interpretato, dai dirigenti milanesi della Lega, come una richiesta ancora più forte di sicurezza. "Certo le persone che abitano in periferia hanno spesso paura - sottolinea don Virginio Colmegna. E bisogna dare una risposta a questa esigenza di maggiore sicurezza: la strada è quella di affrontare e cercare di risolvere i problemi e non di esasperarli. Noi lavoriamo per questo". L’8 aprile scorso a Milano più di quaranta sigle del terzo settore hanno sottoscritto un appello in cui chiedono "rispetto e dignità politica", di essere riconosciuti "come portatori di un interesse" e di "una visione della vita solidale".
E hanno anche annunciato la nascita di un "Cantiere per un patto costituente di un nuovo welfare", definito come "uno spazio di riflessione e di iniziativa politica sui temi del welfare, dei diritti di cittadinanza e della sicurezza sociale". "Andiamo avanti con quel progetto che è soprattutto di tipo culturale - spiega don Virginio Colmegna -. È necessario immettere nella vita politica e sociale una riflessione e uno scambio di idee che porti a ragionare senza contrapposizioni preconcette sui problemi. Noi lavoriamo a favore degli emarginati, al di là di chi governa". Il terzo settore è impegnato in prima linea nel combattere l’illegalità. "Penso ai tanti progetti nei quartieri a rischio che hanno come obiettivo quello di strappare i giovani dalla morsa della malavita -aggiunge il sacerdote-. Sicurezza e legalità sono sempre state al centro dei nostri progetti, perché riguardano proprio le persone più indifese e fragili: l’unica cosa che non facciamo è speculare sulla paura".