Carcere/Giustizia: Affollamento risse e aggressioni, in carcere l'inferno
fonte: Comunicato Fp-Cgil a firma di Francesco Quinti (responsabile nazionale FP CGIL Comparto sicurezza)
I gravissimi fatti accaduti recentemente negli istituti penitenziari di Genova Marassi e Bologna, con il sequestro e il ferimento di numerosi agenti della Polizia Penitenziaria, sono solo l’appendice di una lunga serie di episodi negativi che stiamo registrando su tutto il territorio nazionale e che presentano forti analogie con quelli già consumatisi nella situazione d’emergenza affrontata dal Parlamento non più tardi di due anni fa, quando il fallimento della politica fu reso manifesto e la decisione di affidare all’indulto la soluzione del sovraffollamento delle carceri poi definita come essenziale, vitale.
Con l’attuale presenza di circa 53.000 detenuti ristretti nelle strutture penitenziarie - a fronte di una capienza tollerata di circa 43.000 posti - e in assenza di quelle misure di contrasto al fenomeno del sovraffollamento che più volte nel passato abbiamo invano invocato, oggi siamo nuovamente giunti alle soglie della drammatica situazione già conosciuta nel recente passato, con l’aggravante - però - di aver già sperimentato quali sono stati i limiti e le conseguenze del provvedimento di indulto recentemente adottato.
Serve subito un piano straordinario di sostegno al sistema penitenziario, occorrono investimenti nella prevenzione e nella riabilitazione, c’è bisogno di implementare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, dotare il sistema delle risorse essenziali, economiche e umane, è oltremodo necessario, per garantire la sicurezza delle strutture e dei numerosi servizi affidati, che il Dap avvii quanto prima un azione di recupero agli istituti penitenziari da cui dipendono del personale di Polizia penitenziaria distaccato d’ufficio in servizi centrali e/o compiti amministrativi.
I poliziotti penitenziari sono stanchi di lavorare in condizioni di assoluto disagio operativo, con mezzi e strumenti inadeguati, di rischiare la vita in ogni turno di servizio espletato negli istituti di pena e/o nei servizi su strada, di operare senza sosta e senza riposo con turni massacranti che vanno ben oltre quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro, ore e ore di lavoro straordinario pagato meno di quello ordinario!
Chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni e dibatte sulla sicurezza sociale non potrà non tener conto di quanto sta accadendo negli istituti penitenziari in queste ore, come invece sembra stia accuratamente facendo in campagna elettorale, non potrà cioè espungere dalla propria agenda politica l’individuazione delle soluzioni indispensabili ad affrontare e risolvere definitivamente le questioni che affliggono fortemente il sistema penitenziario e gli operatori della Polizia penitenziaria.
Francesco Quinti
Responsabile Nazionale Fp Cgil
Comparto Sicurezza
I gravissimi fatti accaduti recentemente negli istituti penitenziari di Genova Marassi e Bologna, con il sequestro e il ferimento di numerosi agenti della Polizia Penitenziaria, sono solo l’appendice di una lunga serie di episodi negativi che stiamo registrando su tutto il territorio nazionale e che presentano forti analogie con quelli già consumatisi nella situazione d’emergenza affrontata dal Parlamento non più tardi di due anni fa, quando il fallimento della politica fu reso manifesto e la decisione di affidare all’indulto la soluzione del sovraffollamento delle carceri poi definita come essenziale, vitale.
Con l’attuale presenza di circa 53.000 detenuti ristretti nelle strutture penitenziarie - a fronte di una capienza tollerata di circa 43.000 posti - e in assenza di quelle misure di contrasto al fenomeno del sovraffollamento che più volte nel passato abbiamo invano invocato, oggi siamo nuovamente giunti alle soglie della drammatica situazione già conosciuta nel recente passato, con l’aggravante - però - di aver già sperimentato quali sono stati i limiti e le conseguenze del provvedimento di indulto recentemente adottato.
Serve subito un piano straordinario di sostegno al sistema penitenziario, occorrono investimenti nella prevenzione e nella riabilitazione, c’è bisogno di implementare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, dotare il sistema delle risorse essenziali, economiche e umane, è oltremodo necessario, per garantire la sicurezza delle strutture e dei numerosi servizi affidati, che il Dap avvii quanto prima un azione di recupero agli istituti penitenziari da cui dipendono del personale di Polizia penitenziaria distaccato d’ufficio in servizi centrali e/o compiti amministrativi.
I poliziotti penitenziari sono stanchi di lavorare in condizioni di assoluto disagio operativo, con mezzi e strumenti inadeguati, di rischiare la vita in ogni turno di servizio espletato negli istituti di pena e/o nei servizi su strada, di operare senza sosta e senza riposo con turni massacranti che vanno ben oltre quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro, ore e ore di lavoro straordinario pagato meno di quello ordinario!
Chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni e dibatte sulla sicurezza sociale non potrà non tener conto di quanto sta accadendo negli istituti penitenziari in queste ore, come invece sembra stia accuratamente facendo in campagna elettorale, non potrà cioè espungere dalla propria agenda politica l’individuazione delle soluzioni indispensabili ad affrontare e risolvere definitivamente le questioni che affliggono fortemente il sistema penitenziario e gli operatori della Polizia penitenziaria.
Francesco Quinti
Responsabile Nazionale Fp Cgil
Comparto Sicurezza
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