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domenica 8 giugno 2008

Giustizia: criminalizzare le prostitute? i commenti dei politici

Ansa, 7 giugno 2008

Alfano: Parlamento sede giusta per decisione su prostitute

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha annunciato oggi a Lussemburgo che "entro un mese" il Parlamento varerà nuove norme contro la prostituzione ed il suo sfruttamento. "Al centro della prima fase dell’azione del nostro governo - ha detto il ministro a margine del Consiglio giustizia dell’Ue - abbiamo messo la necessità di garantire sicurezza e ordine nelle nostre città". In questo quadro, "il problema della prostituzione e di coloro che la sfruttano è importantissimo: dobbiamo garantire il diritto dei bambini e di altri soggetti deboli di andare nei parchi e girare liberamente senza assistere a determinate scene".

Per varare nuove norme in questo campo, ha precisato il ministro, "il Parlamento è la sede giusta; e credo - ha concluso Alfano - che entro un mese tirerà fuori una decisione assolutamente equilibrata in materia".

Pollastrini (Pd): bisogna procedere con intelligenza

"Nella lista di proscrizione non poteva mancare la bolla contro la prostituzione. La logica è sempre la stessa: indicare il nemico, scaricare su di esso a priori ogni sorta di colpa e punire". Così Barbara Pollastrini commenta l’emendamento al pacchetto sicurezza che introduce l’espulsione per le prostitute. "Sia chiaro - precisa la deputata del Pd - io non sono per lasciare le cose come stanno. Ma si tratta di procedere con intelligenza rispetto a un fenomeno che attraversa secoli e civiltà". A suo giudizio, bisogna innanzitutto "distinguere la prostituzione coatta, frutto di schiavitù e sfruttamento e la prostituzione per scelta". Inoltre, "dobbiamo fare i conti con le responsabilità di un costume maschile che va condannato quando usa le donne e, tanto più, i minori". Infine, chiude Pollastrini, "vanno costruiti tavoli, anche a livello territoriale, per trovare soluzioni realistiche".

Franco (Pd): emendamento prostituzione inaccettabile

"Ancora una volta il centrodestra scambia l’effetto con la causa, colpisce la vittima e salva il carnefice. L’importante è dare l’impressione di risolvere i problemi lasciandoli però intatti". Così la senatrice del Pd e ministro per le Pari opportunità del governo ombra, Vittoria Franco, a proposito dell’emendamento sulla prostituzione al decreto sicurezza all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato.

"La proposta sulla prostituzione venuta dai relatori al decreto sicurezza - sottolinea - è inaccettabile nel merito e nel metodo. Nel metodo perché qualcuno pensa di risolvere un problema così complesso con un semplice emendamento, per di più improvvisato e senza valutarne la reale efficacia". Nel merito, continua Franco, "perché vengono in questo modo assolti sfruttatori e clienti, mentre si colpiscono le donne che sono vere vittime di un terribile racket che le rende schiave. Mi auguro davvero che i presentatori ci ripensino e ritirino l’emendamento". L’esponente del Pd invita ad "aprire invece un tavolo per confrontare le proposte che le forze politiche hanno elaborato" cercando "di trovare dei punti comuni per sostenere in modo forte e condiviso una proposta seria e ragionata e il più possibile efficace".

Melandri (Pd): prostituzione? Il governo soffia sul fuoco

"Non si garantisce la sicurezza dei cittadini ed il decoro delle città continuando a soffiare sul fuoco di un rigore invocato con troppa disinvoltura dai benpensanti". Lo sottolinea Giovanna Melandri, deputata del Pd. Per l’ex ministro "il problema della prostituzione, prima ancora di essere una questione di sicurezza, attiene alla dignità dell’essere umano. Ecco perché ogni misura doverosamente tesa a contrastare questo fenomeno non può prescindere dalle oggettive responsabilità che i clienti hanno nel fomentare il mercato del sesso con tutto ciò che esso si tira dietro come la tratta, la schiavitù, e lo sfruttamento".

Finocchiaro (Pd): su prostituzione propaganda e confusione

"Pensare di risolvere il problema della prostituzione attraverso un emendamento al pacchetto sicurezza che prevede l’espulsione delle prostitute dimostra ancora una volta che nella maggioranza si vuole solo correre dietro all’umore e alla pancia del paese senza avere capacità di analisi e di governo". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, sottolineando che "la proposta della maggioranza sa di demagogia e propaganda".

Per Finocchiaro, con questo provvedimento "si colpirebbero le vittime dello sfruttamento senza intaccare minimamente il potere di chi sfrutta il traffico della prostituzione. E di fatto, poiché la prostituzione sulle strade è fatta nella stragrande maggioranza da immigrate, si tratterebbe di una misura che colpirebbe solo le prostitute straniere". Insomma, prosegue l’esponente del Pd, "ci troveremmo di fronte a una misura inefficace, propagandistica che nasconde solo la grande incertezza e confusione che regna nella maggioranza sul tema della sicurezza".

Bianchi (Pd): servono misure severe contro gli sfruttatori

"È evidente che le misure più incisive e severe contro la prostituzione e la piaga della tratta delle donne, spesso minorenni, vanno indirizzate agli sfruttatori". Lo afferma la Senatrice del Pd e membro della commissione Sanità di palazzo Madama, Dorina Bianchi, a proposito dell’emendamento della maggioranza al Dl sicurezza che permetterebbe l’allontanamento con foglio di via delle prostitute dall’Italia. Tuttavia, prosegue Bianchi, "il fenomeno della prostituzione di strada, negli ultimi anni, ha assunto dimensioni allarmanti, che contribuiscono a rendere meno sicure e più degradate le nostre città". Pertanto, conclude l’esponente del Pd, "definire, nel corso del dibattito parlamentare sul pacchetto sicurezza delle norme che agiscano come deterrente a una piaga ormai insostenibile per la gran parte dei cittadini appare ragionevole".

Casson (Pd): su immigrazione e prostituzione solo sparate

"Le critiche dell’Anm al reato di immigrazione clandestina sono fondate poiché si basano su fatti concreti e non riguardano solo la magistratura. I problemi nascono infatti ancora prima di arrivare alla magistratura. Ci sono obblighi, come l’arresto in flagranza, che creano problemi alle forze di polizia che non hanno mezzi e uomini per intervenire in maniera adeguata su tutto il territorio nazionale". Lo afferma il senatore del Pd Felice Casson condividendo le critiche sollevate ai provvedimenti del governo dall’Associazione nazionale magistrati. "I problemi si creano nelle carceri che non sono in grado di sostenere un urto numerico di questo genere - aggiunge Casson -. E, alla fine della catena, i problemi si creano alla magistratura che non è in grado, con le strutture gli uomini e i mezzi che ha, di effettuare i processi richiesti dalle norme. Siamo evidentemente di fronte a una norma manifesto, ancora sulla spinta della campagna elettorale, ma che in concreto non darà alcun risultato".

"A dimostrare ciò vi è anche l’ultima trovata sulla prostituzione. C’è una sorta di correre a chi la spara più grossa perché si può giustificare altrimenti quella proposta - conclude l’ex pm -. Si vogliono infatti colpire le donne che sono vittime di una situazione di oppressione. È una specie di strabismo politico-legislativo quando invece per intervenire esistono strade già segnate da decenni e portate avanti da molti comuni, associazioni di volontariato e dalla Chiesa cattolica. È la strada del recupero volta a tutelare le parti deboli, colpendo chi tratta e sfrutta questi esseri umani".

Udeur: su immigrati e prostituzione governo vigliacco

Alcune misure del governo per garantire più sicurezza "non ci convincono affatto e crediamo che il no vada detto subito e forte". È la presa di posizione dell’Udeur che in una nota prende di mira l’idea di un reato d’immigrazione clandestina e l’emendamento "antilucciole" del centrodestra al decreto sicurezza.

"Non vogliamo - si legge nella nota - andare controcorrente e non vogliamo disturbare questa luna di miele instauratasi tra maggioranza e opposizione" ma "non condividiamo l’idea di un reato d’immigrazione clandestina, peraltro di difficilissima se non impossibile applicazione, che rischia di paralizzare la già difficile attività dei tribunali e di intasare le già affollate carceri". Così come "crea forti perplessità l’emendamento anti-lucciole", perché "punire le prostitute ignorando sfruttatori e clienti ci sembra una misura un po’ vigliacca".

Per il partito di Clemente Mastella non si può "risolvere il problema semplicemente colpendo l’anello più debole. Diciamo che non può essere questa la strada - chiude - per affrontare con serietà il dramma della prostituzione di strada".

Cesa (Udc): la ragionevolezza prevalga sugli slogan

"Lo Stato non può essere forte con i deboli e debole con i forti. Ha ragione il senatore Pisanu a chiedere il ritiro dell’emendamento che inserisce le prostitute tra le categorie passibili di espulsione". Così il segretario Udc Lorenzo Cesa spiega che "condividiamo le sue perplessità sul piano tecnico-giuridico e, soprattutto, pensiamo che si tratti dell’ennesima trovata pubblicitaria che, passato l’ effetto annuncio, non produrrà alcun risultato concreto".

Per Cesa la prostituzione, una "piaga sociale, va affrontata con strumenti che oltre a prevenire puniscano non solo i soggetti sfruttati ma anche sfruttatori e clienti. Confidiamo - chiude la nota - che il presidente del Consiglio, come ha fatto pubblicamente nel caso del reato di immigrazione clandestina, faccia prevalere la ragionevolezza sugli slogan e induca la sua maggioranza a fare marcia indietro".

Bertolini (Pdl): giusto lanciare offensiva contro prostituzione

"È giusto lanciare un’offensiva anche contro la prostituzione. L’emendamento anti-lucciole è assolutamente condivisibile". La pensa così Isabella Bertolini, deputato del Pdl.

Secondo la deputata l’espulsione delle prostitute che esercitano la loro professione per strada "è utile per garantire la sicurezza dei cittadini. Le donne sfruttate hanno la possibilità, come previsto dal nostro ordinamento, di affrancarsi dal giogo della prostituzione, denunciando i loro aguzzini". Ma "è giusto espellere chi invece non intende collaborare con la giustizia italiana". Per la deputata del Pdl "il nostro paese ha bisogno di norme dure ed efficaci per garantire la sicurezza dei cittadini".

Saltamartini (Pdl): si colpiscano soprattutto gli sfruttatori

In tema di prostituzione "sono favorevole ad un intervento duro, con un potere deterrente e che garantisca la sicurezza dei cittadini e il loro diritto al decoro urbano. Dobbiamo lanciare un segnale forte e chiaro, far capire che l’Italia è un paese dove chi viola la legge è indesiderato e viene allontanato o punito". È quanto dichiara Barbara Saltamartini, deputata Pdl e Responsabile del Dipartimento Pari opportunità di An, commentando l’emendamento al pacchetto sicurezza che prevede l’inserimento delle prostitute nell’elenco dei soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralità, con conseguente espulsione.

Secondo la parlamentare di via della Scrofa, "il foglio di via può essere uno strumento utile, ma ridurre la questione ad un emendamento rischia di risolversi in un approccio minimale e pericolosamente selettivo. La prostituzione è un fenomeno complesso da affrontare globalmente. Soprattutto - osserva Saltamartini - è un sistema criminale che va disarticolato nel suo cuore, colpendo innanzitutto chi si arricchisce sfruttando i soggetti più fragili, donne e minori". Per l’esponente del Pdl, "anche in considerazione delle numerose proposte di legge presentate sull’argomento, credo che il Parlamento debba riavviare una riflessione più vasta, coinvolgendo tutti gli organi preposti, le Commissioni Giustizia e Affari sociali in primis. Infine - conclude Saltamartini non dobbiamo dimenticare che, accanto alla necessaria fermezza, occorre attivare una rete di solidarietà e di sostegno reale che consenta alle vittime della prostituzione di potersi affrancare senza pericoli dal racket".

Berselli (Pdl): cominciamo ad affrontare il problema

"Il decreto legge che noi stiamo convertendo già interviene in merito ai clandestini. Per cui se un prostituto o una prostituta sono clandestini vengono colpiti da un provvedimento giudiziario di espulsione. E quindi si risolve il problema". Lo dice a Sky Tg 24 il Presidente della Commissione Giustizia, Filippo Berselli, firmatario con Carlo Vizzini (Presidente Commissione Affari Costituzionali) di un emendamento che introduce le prostitute nell’elenco dei soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica morale.

Però, puntualizza Berselli nel difendere il proprio emendamento, "ci sono tanti altri che non sono clandestini, che sono stranieri regolari, che hanno una residenza e abitano regolarmente in Italia. Così come ci sono "tanti altri e tante altre, italiani". Nei loro confronti il questore può rimandarli ai paesi di origine con un provvedimento amministrativo. Non risolviamo certamente il problema però cominciamo ad affrontarlo seriamente".

Carlucci (Pdl): combattere la prostituzione, non le prostitute

"Se si vuole tornare a garantire la sicurezza dei cittadini, bisogna combattere anche la piaga sociale della prostituzione. Noi del Pdl vogliamo eliminare il traffico e lo sfruttamento, non certo penalizzare donne incolpevoli, spesso schiave di traffici immorali". È quanto afferma Gabriella Carlucci, deputata del Popolo della libertà, convinta che la maggioranza dimostri "un approccio realistico e pragmatico nell’affrontare le questioni ed i problemi della gente comune. Sono certa - va avanti - che la previsione di uno specifico reato, riuscirà finalmente a dissuadere gli odiosi sfruttatori. I mercanti del sesso devono sapere che in Italia c’è tolleranza zero sulla prostituzione". "Sono convinta - è la conclusione di Carlucci - che la misura introdotta al pacchetto sicurezza produrrà un significativa contrazione degli ingressi clandestini di povere schiave da gettare sulle strade italiane."

Mussolini (Azione Sociale): emendamento antiprostitute? una norma spot

"Ho molti dubbi che l’emendamento possa dare frutti concreti contro lo sfruttamento delle donne e contro il racket, che costituiscono i reali problemi della prostituzione". Alessandra Mussolini si mostra fredda sull’emendamento per l’espulsione delle prostitute proposto dai relatori del decreto sicurezza liquidandolo come ‘norma spot’. "Non vorrei si trattasse - dice il Segretario di Azione Sociale - di una semplificazione anche perché mi domando come si procederebbe alla espulsione di una delle tante minorenni che, privata dei documenti, si trovano sui nostri marciapiedi". A giudizio della Mussolini in realtà "occorre affrontare un tema assai più vasto, che va dallo sfruttamento alla violenza, alla salute delle donne, in molti casi poco più che adolescenti, alla malavita organizzata". In altri termini, è decisamente "più utile e maggiormente aderente alle esigenze di sicurezza" che il governo intende affrontare "calendarizzare urgentemente in Parlamento i numerosi progetti di legge presentati e farli procedere di pari passo con il pacchetto sicurezza, senza riempire questo provvedimento di norme spot". Insomma, avverte Mussolini, "la via della regolamentazione a tutto tondo della prostituzione mi sembra la più coerente".

D’Elia (Provincia Roma): dal Governo pericolosa semplificazione

"Si sta attuando una pericolosa linea di semplificazione delle questioni complesse che compongono l’agenda politica italiana. La prostituzione è un fenomeno vasto e articolato, ma non può definirsi in sé pericoloso. Inoltre è quanto meno ingenuo identificare come "persone pericolose" ragazzine non ancora maggiorenni e assolutamente incapaci di dare alla propria vita un orientamento e un senso diversi da quelli che gli offre la strada della prostituzione". È quanto afferma in una nota l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia in merito alla possibile introduzione nel decreto sicurezza di un emendamento sulle prostitute, considerate come "persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità".

"Oggi nel nostro Paese la prostituzione straniera, spesso coatta e minorile, è predominante e rappresenta una delle punte del poderoso iceberg dello sfruttamento e della tratta di esseri umani. È un errore - continua D’Elia - sostituire il bersaglio, mettendo le vittime al posto dei colpevoli e non valorizzando, peraltro, le informazioni che potrebbero venire proprio dalle prostitute per identificare gli sfruttatori e le loro reti".

"Infine, come le donne denunciano da anni, il fenomeno della prostituzione - conclude D’Elia - deve essere considerato nei suoi termini reali, vale a dire come un fenomeno di mercato che ha la sua ragione d’essere nell’esistenza di una domanda, rappresentata da uomini di ogni età, storia, estrazione sociale e orientamento politico. Una domanda sulla quale l’attenzione della politica non si è mai soffermata a sufficienza, né in termini di comprensione e conoscenza, né in termini di prevenzione culturale, né in termini pratici di interventi per ridurne la portata".

De Corato (Comune Milano): espulsione per prostitute misura condivisibile

"L’emendamento anti-prostituzione che prevede l’espulsione delle lucciole che esercitano l’attività per le strade è totalmente condivisibile, visto che accoglie una medesima misura proposta dal Comune di Milano nell’ambito della firma dei Patti per la Sicurezza". Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. La proposta avanzata da Milano all’ex ministro degli Interni, Giuliano Amato, spiega De Corato, "che faceva parte di un pacchetto di iniziative di revisione normativa, costituisce una soluzione di buon senso: ovvero il divieto di prostituirsi in pubblico". La proposta, aggiunge l’esponente del Pdl, "oltre a stabilire un regime sanzionatorio che diventa penale in caso di reiterazione del reato, prevedeva la revoca del permesso di soggiorno e l’espulsione in caso di violazione da parte di un cittadino straniero". Dunque, ancora una volta, conclude, "Milano costituisce un laboratorio di idee, visto che molte altre misure previste nel Pacchetto Maroni ricalcano le nostre indicazioni".

Gruppo Abele: prostitute pericolose? no, vittime da aiutare

"Non si potrà che peggiorare la condizione per le donne che si prostituiscono, italiane e straniere, si affosserà la lotta alla tratta degli esseri umani e si riempiranno i Cpt di persone che con la delinquenza non hanno niente a che fare". Sono queste le preoccupazioni del Gruppo Abele dopo la proposta presentata dai presidenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato, Filippo Berselli e Carlo Vizzini, che inserisce la categoria delle prostitute tra i soggetti ritenuti pericolosi. Don Luigi Ciotti, ricordando il lavoro della Commissione ad hoc istituita nella precedente legislatura, sottolinea che "non ci sono reati commessi da prostitute ai danni di terzi" e che ma che essi "riguardano lo sfruttamento della stessa e in particolare la tratta di esseri umani e in questo caso le prostitute sono vittime e non ree".

Tra le proposte avanzate dall’associazione evitare la prostituzione in alcuni luoghi come luoghi di culto e scuole, gestire le situazioni problematiche con interventi di mediazione dei conflitti e fornire strumenti di inserimento lavorativo per le donne, italiane e straniere. Ma sopratutti "applicare le buone leggi che abbiamo": la legge Merlin, l’art.18 del testo unico sull’immigrazione e la legge sulla tratta (228/2003). Su questo punto insiste don Ciotti. "La tratta oggi coinvolge donne, uomini e bambini. È collegata a traffico di droga e di armi. È collegata a corruzione e traffici illegali di ogni tipo. Deve essere chiaro che le donne sono solo vittime. Vittime da aiutare, ma anche persone che possono fornire elementi preziosi - come precisa dalla Direzione Nazionale Antimafia - per contrastare il fenomeno. Su questo campo oggi c’è ancora poco investimento, nonostante alcune lodevoli eccezioni. Lo sforzo deve essere contro lo sfruttamento e la tratta e non contro le vittime".

"La vera questione morale relativa alla prostituzione è lo scandaloso divario economico tra nord e sud del mondo, tra paesi ricchi e paesi poveri. - conclude don Ciotti - Un divario che pone in evidenza il valore/disvalore del denaro. Da un lato c’è chi "si vende" per dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia, dall’altro chi usa il proprio denaro per comprare persone come fossero una merce qualsiasi".

Cnca: ancora un accanimento contro i più deboli

Netto dissenso rispetto all’emendamento sulla prostituzione e "profondo sdegno per la schedatura avvenuta oggi nel campo rom a Milano - Rogoredo" viene espresso dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), che parla di iniziative puramente demagogiche, figlie di un accanimento sui più deboli. L’emendamento sulle prostitute, qualora fosse approvato, "non farebbe altro che punire quelle persone che sono vittime di un grave sfruttamento". La "schedatura" avvenuta a Milano, "in un campo rom autorizzato e censito, lascia esterrefatti - aggiungono - prima di tutto per il modo, agghiacciante, con cui è avvenuta: all’alba, circondando il campo e illuminandolo a giorno, svegliando tutti e costringendoli a sfilare dinanzi alle forze dell’ordine per mostrare i documenti".