Gli Assistenti Sociali Uepe L’Aquila Aderiscono all'Appello Salviamo la Legge Gozzini
Come operatori che per anni abbiamo lavorato nel settore penitenziario e nell’esecuzione penale esterna non possiamo non esprimere preoccupazione per ipotesi di modifiche legislative che vanno a cancellare l’ordinamento penitenziario vigente.
La normativa attuale, che ha consentito a molti condannati di seguire un percorso di responsabilizzazione e di accompagnamento verso il reinserimento sociale, ha permesso di ridare speranza a chi ha sbagliato, ma anche di creare presupposti utili a prevenire la ricaduta nel reato.
Ogni opportunità di crescita personale e di ricostruzione di legami familiari e sociali contribuisce a sottrarre la persona condannata all’emarginazione sociale e ai circuiti di devianza, solo un impegno in tal senso crea reali presupposti per prevenire la recidiva, nell’interesse di tutto il contesto sociale.
Auspichiamo che si valutino attentamente i dati resi noti dal Dap sull’andamento delle misure alternative, i quali consentono non solo di riscontrare come l’amplissima percentuale di misure si concludono con esito positivo, ma anche la sostanziale riduzione della recidiva fra coloro che ne hanno fruito rispetto a coloro che hanno scontato l’intera pena in carcere.
Purtroppo nei mass-media viene dato molto risalto a singoli episodi negativi che hanno coinvolto qualche soggetto in misura alternativa, ma non è dato spazio per far conoscere gli esiti positivi delle misure alternative e più in genere dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario (permessi-premio, liberazione anticipata, etc..).
Pensiamo che certezza della pena non possa significare semplicemente certezza del carcere, togliendo alla pena ogni funzione rieducativa.
Forse sarebbe utile anche valutare che molto spesso accedono alla misura alternativa persone che scontano condanne divenute definitive dopo molti anni dalla commissione del reato, nel frattempo, grazie all’impegno proprio e dei familiari, hanno ricostruito una situazione di normalità ed impedire la fruizione di un beneficio equivarrebbe a devastare quello che di positivo si è costruito e riportare la persona a rischio di marginalità e devianza.
D’altra parte giova sempre ricordare che l’accesso alle misure alternative non è automatico, ma viene disposto dalla Magistratura di Sorveglianza dopo un’attenta valutazione del singolo caso, purtroppo troppe volte nel parlare comune, ma anche nella stampa si descrive l’applicazione della misure alternative come un fatto automatico, ignorando il lavoro di raccolta di informazioni, di reperimento di risorse, di valutazione che viene effettuato prima della concessione della misura. Il presente documento a supporto di ogni movimento a tutela della Legge Gozzini!
Aloisi Alessandra, Giangiacomo Gabriella, Insardi Anna. Tunno Luana, Zimar Anna Maria
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