Carcere/Giustizia- "Stringere... punire": la stupidità ha fatto progressi enormi!
di Carla Chiappini
Libertà, 3 luglio 2008
Permessi premio, semi-libertà, affidamento in prova, giorni di liberazione anticipata in base alla buona condotta? Indietro tutta! Bisogna chiudere, stringere, punire. L’impianto della legge Gozzini non soddisfa, l’articolo 27 della Costituzione è fuori moda. Rieducare perché? Molto meglio alzare i muri e mettere lucchetti ai cancelli. Le promesse di sicurezza, un capolavoro da illusionisti.
Ti faccio credere che se tengo le persone più chiuse, tu potrai stare più tranquillo e non ti ricordo che, comunque, quelle persone prima o poi usciranno e saranno sicuramente molto più arrabbiate e più emarginate. Lasciate a se stesse, cercheranno soluzioni dove le hanno sempre trovate. Esattamente come succede oggi alla gran parte di chi esce dal carcere alla fine della pena. Quasi sempre senza lavoro, senza casa e senza soldi. Perché il carcere, è cosa nota, spazza via tutto.
La legge Gozzini è una legge buona perché responsabilizza la persona detenuta rispetto al suo percorso penale; non più solo ottusa passività ma la possibilità di scegliere i propri comportamenti e di assumerne le conseguenze. È una buona legge perché apre uno spiraglio alla speranza all’interno di luoghi costruiti soprattutto per la disperazione; pochissime attività trattamentali, quasi assente il lavoro, ambienti sovraffollati, lo Stato perennemente fuorilegge rispetto alle sue stesse norme. Costi elevati e risultati sconfortanti.
Ma, ce ne rendiamo conto, ai cittadini tutto questo potrebbe anche non interessare; come, allo stesso modo, potrebbe non interessare per nulla la bellissima storia di questa legge nata da un gruppo di lavoro composto da uomini colti e illuminati appartenenti a diverse culture politiche e religiose. Uniti da una seria competenza di diritto e di carcere, legati per impegno diretto e conoscenze al volontariato penitenziario e, quindi, alle vite e alle vicende reali delle persone. Queste considerazioni attengono a un ambito alto, probabilmente troppo alto; quello dei valori, del concetto di umanità che ciascuno di noi matura nel corso della vita, incrociando educazione, cultura, pensiero, esperienza.
Ma la legge Gozzini è una buona legge anche perché ha dato eccellenti risultati in termini di efficacia e di raggiungimento degli obiettivi. Si tratta di dati ufficiali forniti lo scorso anno dallo stesso Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria; solo il 20% dei condannati ammessi alle misure alternative ha reiterato il reato, contro il 68% di chi ha scontato in carcere tutta la sua pena. Inoltre le persone ammesse a misure alternative lavorano e si mantengono, riducendo in modo significativo i costi della società. È più che evidente che, se il parametro di valutazione è la sicurezza, ai cittadini dà più garanzie la legge Gozzini del carcere fino all’ultimo respiro. È così, piaccia o non piaccia.
Per non parlare della vita all’interno degli istituti di pena; pochi conoscono le storie di estrema violenza che hanno caratterizzato le carceri italiane prima dell’emanazione di questa legge. Ma tutto questo sembra non bastare; a pochi mesi dall’insediamento del Governo, ecco la proposta di legge Berselli che ha come obiettivo un balzo all’indietro. Indietro tutta! Sembra quasi uno scherzo.
Tra l’altro, lo sappiamo tutti molto bene, i dati reali non parlano di emergenza sicurezza in Italia e anche nella nostra città, in occasione della recente festa della Polizia si è detto altro e i media, in verità, hanno correttamente riferito. Ci soccorre Ennio Flaiano: "La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé", da Ombre grigie, elzeviro sul Corriere della sera, 13 marzo 1969.
Come esercizio per le prossime vacanze, una sana proposta per tutti: informarsi, studiare, leggere, chiedere, cercare di capire. Libri, siti e giornali del settore. In alternativa, un bel silenzio dignitoso e riposante. Anche noi difendiamo la legge Gozzini.
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