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martedì 9 settembre 2008

Giustizia/Carcere: sul braccialetto elettronico il Tavolo Interni-Giustizia


Ansa, 9 settembre 2008

Un tavolo tecnico di esperti del ministero dell’Interno e della Giustizia per verificare l’efficienza delle tecnologie di utilizzo del braccialetto elettronico, sarà istituito presso il Viminale. Domani già la prima riunione.

E tra le ipotesi c’è quella di trasferire alla polizia penitenziaria il compito di intervenire nel caso suoni l’allarme legato al braccialetto. Questo sistema di controllo già introdotto nel 2000 per i detenuti agli arresti domiciliari è stato poco utilizzato in questi anni (quindici mesi dopo l’avvio della sperimentazione ne erano attivi appena 13 su un totale di circa 400 kit, mentre ad oggi non ve ne è nessuno in funzione).

I problemi principali di affidabilità del braccialetto sono stati riscontrati nella ricezione del segnale trasmesso a bassa frequenza ad una centralina sistemata in casa, a sua volta collegata via telefono con la sala operativa più vicina di polizia, carabinieri o guardia di finanza. Se il detenuto si allontana dal raggio consentito di circa 200 metri, scatta l’allarme. Ma sin dall’inizio della sperimentazione sono stati segnalati problemi di mal funzionamento se il braccialetto entra a contatto con l’acqua o nel caso di mura troppo spesse (in cantina, ad esempio). Al Viminale si valuteranno problemi e l’esistenza di nuove tecnologie, più avanzate e più sicure. Tenendo in considerazione anche i costi. Il contratto stipulato anni fa dal Ministero dell’Interno (e valido fino al 2011) prevede un costo annuo di 11 milioni di euro all’anno, di cui 6 milioni per le spese di gestione di 400 braccialetti.

Carceri sovraffollate Ora sono 4100 i detenuti con pene non superiori ai due anni che potrebbero usufruire dello strumento elettronico per liberare le carceri sovraffollate. Nel caso prendesse piede l’ipotesi del controllo da parte della polizia penitenziaria i sindacati hanno già fatto sapere che sarebbe necessaria l’assunzione di un maggior numero di "baschi azzurri" e la creazione di una centrale operativa.