L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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venerdì 21 novembre 2008

Carcere: non solo repressione, servono soluzioni coerenti



Il carcere visto da dentro, ma anche i problemi che restano una volta fuori. Sono questi alcuni dei temi affrontati nel corso del dibattito che si è svolto giovedì 20 novembre a Cassano Magnano. L’appuntamento si inserisce all’interno di una ciclo di serate culturali proposte dal Partito Democratico cassanese. Filo conduttore dei tre incontri – uno già avvenuto il 6 novembre e il terzo in programma il 2 dicembre – è il tema dell’accoglienza, legalità e recupero della dignità della persona.
Giovedì quindi, nella la Biblioteca comunale di via Ungaretti, si è parlato di carcere con Sergio Preite e Sabrina Gaiera (Agenti di rete della Casa Circondariale di Busto Arsizio) e Paola Saporiti (responsabile del progetto Cineforum nel carcere di Bollate) e il portavoce del Circolo Pd di Cassano Magnago, Mauro Zaffaroni.
I relatori hanno affrontato i temi della riabilitazione, ma anche della sicurezza e della transizione dal carcere alla società. «Quando parliamo di riabilitazione, un termine che però non mi piace molto, - spiega Sergio Preite di Enaip e Agente di rete-Consorzio solco Varese – ci riferiamo al lavoro, alla scuola, alla casa. Ma queste cose da sole non risolvono i problemi. Per chi esce c’è una grande solitudine, un isolamento sociale che si costruisce nel tempo». Secondo Preite, c’è poi una mancanza ancora più evidente. «Si parla tanto di un problema di sicurezza nella nostra società. Ma perché allora quando si fanno i “piani sicurezza” non si inseriscono anche le carceri? Un intervento riabilitativo ben riuscito durante la detenzione è un risultato già molto importante in questo senso. La repressione va bene, ma non basta». Ma qualcosa sta migliorando nel sistema penitenziario? «Si, stiamo andando a piccoli passi. Si fa fatica però a capire il percorso su cui si lavora: manca una coesione seria sulla iniziative a livello territoriale. Invece è necessaria la coerenza, solo così si può raggiungere il successo in questo campo. E il successo non ha nessun colore politico».

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