Lettera al Capo del Dap su problematiche PRAP Veneto
Roma, 6 marzo 2009
Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. M. De Pascalis
Al Provveditore Regionale A.P.
Tri-Veneto
Dr. F. Bocchino
e, per conoscenza
All'Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
Prot. 56/2009
Oggetto: Problematiche PRAP Tri-Veneto
In quest'ultimo periodo quando le OO.SS. evidenziano la grave carenza di personale afferente al Comparto Ministeri, la risposta dei vertici del DAP, condivisibile ma non esaustiva, è "razionalizzazione delle risorse". Asserzione che pare non trovi riscontro nel Provveditorato del Triveneto che, dalle informazioni in nostro possesso, eludendo l'accordo sulla mobilità siglato nel luglio 2008 e quindi senza confronto con le OO.SS., attiva per alcune professionalità una mobilità indiscriminata nell'ambito del territorio di competenza creando in altri Istituti della Regione forti scompensi di organico e, pertanto, difficoltà operative.
In particolare ci riferiamo alla situazione della CC. di Rovigo dove risulta che gli operatori B2, in virtù di detta discutibile modalità, siano in soprannumero a discapito di altri Istituti penitenziari della regione veneto nei quali, venendo meno l'unità organica messa in mobilità, soffrono di una gravissima carenza di tale professionalità, a volte impropriamente sostituita dal personale di Polizia penitenziaria che dovrebbe istituzionalmente essere adibito in altri compiti.
Ma non è l'unica anomalia che ci risulta messa in atto in quel provveditorato.
Risulta infatti che presso la CC di Rovigo, priva di Dirigente, si rechi in missione da altro istituto penitenziario della Regione un Dirigente alcuni giorni della settimana e per poche ore. Un modus operandi che non certamente giova all'amministrazione in termini organizzativi, di efficienza e di efficacia, nonché in termini economici , considerando i pesanti tagli alle risorse che gravano sugli istituti penitenziari e sugli UEPE cui codesta amministrazione dovrà urgentemente far fronte se non vuole rischiare la paralisi operativa del sistema penitenziario.
Ciò detto, la Fp Cgil crede sia necessario che i vertici del DAP avviino un serio monitoraggio sulla problematica evidenziata, in particolare nel provveditorato in questione, per verificare le anomalie organizzative e gestionali che stanno determinando non solo disfunzioni operative ma anche malumore e disagio tra i lavoratori che risultano da queste fortemente penalizzati per l'aggravio del carico di lavoro.
Restiamo in attesa di urgente riscontro.
La coordinatrice nazionale
Penitenziari -Ministeri
Lina Lamonica
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