Lettera Aperta Ordine Nazionale Assistenti Sociali
Formazione continua - Lettera aperta della Presidente Franca Dente
Sono pervenute al Consiglio Nazionale diverse segnalazioni critiche sulla formazione continua, in cui si manifestano preoccupazioni e dubbi sulla sostenibilità e legittimità del sistema. A tutti la Presidente risponde con una lettera aperta che permette di chiarire meglio la posizione del Consiglio Nazionale stesso.
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Agli iscritti.
Mi preme in primo luogo evidenziare che, se alcuni timori sono comprensibili per la complessità del processo che verrà messo in atto, ritengo sconcertanti alcune affermazioni, ad esempio rispetto alla supposta mancata considerazione, da parte dell’Ordine, della realtà lavorativa della maggior parte degli assistenti sociali.
Al contrario, è proprio partendo da tale valutazione che si è ritenuto di dover dare implementazione al piano di formazione continua, in una logica di supporto della professione a fronte delle crescenti difficoltà degli assistenti sociali a rispondere a una realtà sociale sempre più complessa, ad un’organizzazione dei servizi ormai sempre più esternalizzata e a scelte politiche e normative che sempre più si distaccano da obiettivi di inclusione e uguaglianza sociale.
Né, d’altra parte, corrisponde al vero che gli oneri economici per gli assistenti sociali saranno sproporzionati rispetto alla media delle loro remunerazioni. Infatti, proprio per non pesare in modo eccessivo sui professionisti dal punto di vista economico, si è previsto sia il dovere per gli Ordini regionali di favorire la formazione gratuita, in modo da consentire a ciascun iscritto l’adempimento dell’obbligo formativo, sia il riconoscimento delle iniziative formative organizzate dall’ente di cui il professionista è dipendente. In quest’ottica si è incluso anche il riconoscimento, in termini di crediti formativi, di attività quali la supervisione didattica, la partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato, a gruppi di lavoro o commissioni organizzati dall’Ordine o da altri organismi rappresentativi della professione ecc.
Mi preme, inoltre, sottolineare che la formazione e l’aggiornamento continuo costituiscono una opportunità di mantenimento, valorizzazione e accrescimento delle competenze professionali, che non possono non essere interesse di ogni assistente sociale che voglia mantenere e arricchire la propria capacità di lettura e di risposta ai bisogni e ai diritti delle persone utenti.
Gli assistenti sociali hanno da sempre e in più occasioni dimostrato questo interesse partecipando, spesso a proprie spese e con utilizzo di giorni di ferie, autonomamente ad iniziative di formazione continua, avvertendo un forte bisogno di rafforzamento delle proprie abilità professionali e di superamento delle difficoltà operative quotidiane.
Il nuovo sistema di Welfare sta vivendo un momento di forte criticità per cause diverse, in primis quelle economiche, e anche di particolare complessità tanto da richiedere nuove prospettive, nuova forza nell’uso degli strumenti operativi. A nostro avviso, proprio per questo, la formazione continua non risponde solo ad un obbligo deontologico professionale, ma intende essere un investimento culturale a sostegno degli iscritti e a garanzia della qualità degli interventi.
Va ricordato infatti, che è affidato agli Ordini Professionali il compito di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e quello di garantire la competenza e la professionalità dei propri iscritti, nell’interesse della collettività. E’ dunque competenza dei Consigli regionali attivare piani di formazione continua annuale mirati al fabbisogno formativo locale.
L’avvio della formazione continua era per l’Ordine è un atto dovuto, in ottemperanza a quanto previsto dal Codice deontologico e dalla normativa comunitaria. L’elaborazione del regolamento che è stato approvato il 24.10.2009 è il frutto di un confronto durato quasi due anni fra il Consiglio nazionale e quelli regionali. L’attivazione della formazione continua prevede un periodo sperimentale di tre anni 2010 - 2012 allo scopo di verificarne la sostenibilità, la tenuta, eventuali criticità e di apportare i necessari correttivi.
Nel primo triennio è anche prevista una riduzione di crediti da 60 a 50 e nelle linee guida, in fase di definizione con l’apporto dei Consigli regionali dell’Ordine, viene indicata la possibilità di apportare modifiche già dopo il primo anno di vita. A tal proposito sono previsti incontri periodici con i CROAS.
Con questo primo triennio di sperimentazione, si è inteso dare al Regolamento una connotazione di atto “ordinatorio”, gli si è attribuita cioè la funzione di ‘ordinare’ un’attività amministrativa, indirizzandola verso determinate procedure ed esiti. Questo significa che si avvia un processo di collaudo del sistema, in cui i Consigli regionali e gli iscritti stessi sono chiamati a contribuire per il suo miglioramento.
Il mancato rispetto dei termini previsti nell’articolato del Regolamento non comporta in questa fase alcuna sanzione.
Il processo di formazione continua per gli assistenti sociali arriva forse per ultimo rispetto alle altre professioni ordinate e quindi intende tener conto delle criticità riscontrate in altri contesti (ECM) e da altre professioni, prevedendo un sistema di accreditamento e di valutazione delle agenzie, dei formatori e degli eventi il più possibile efficace.
Proprio per questo, rispetto alla Funzione di accreditamento delle agenzie, dei formatori e degli eventi di competenza del CNOAS, sarà individuata una Commissione mista, composta da rappresentati del CNOAS, dei CROAS e da due membri esterni: uno con competenze giuridiche e l’altro esperto in materia di accreditamento.
A ciò si aggiunge la prevista incompatibilità tra carica di consigliere e iscrizione al registro dei formatori riportata nelle linee guida.
A queste considerazioni va aggiunto che l’attivazione del processo di formazione continua, monitorato dall’Ordine, si pone anche l’obiettivo di evitare il dilagare di attività formative, rivolte agli assistenti sociali, ad opera di soggetti e/o organismi non adeguatamente legittimati da un punto di vista metodologico-professionale.
Il richiamo, nelle note pervenute, ai costi e alle giornate di ferie, comporta un’azione da parte del Consiglio Nazionale, a livello nazionale, e dei Consigli degli Ordini regionali, a livello regionale e locale, per ottenere il più ampio recepimento del Regolamento sulla Formazione Continua da parte delle PP.AA. e delle Organizzazioni del privato sociale, che agevoli la partecipazione degli assistenti sociali dipendenti.
Saranno previste nelle linee guida forme di esoneri anche per disoccupati e precari.
Sappiamo tutti che non sarà un percorso semplice e privo di ostacoli, ma deve nascere la consapevolezza che è un dovere professionale farlo, come già moltissimi assistenti sociali fanno per proprio conto, impegnandosi seriamente in una crescita personale e professionale senza andare alla sola ricerca del credito formativo; in prospettiva ciò dovrà diventare un elemento distintivo di questa professione.
Certa di un diverso atteggiamento nei confronti di chi è chiamato a governare la professione auguro buon lavoro a tutti.
Agli iscritti.
Mi preme in primo luogo evidenziare che, se alcuni timori sono comprensibili per la complessità del processo che verrà messo in atto, ritengo sconcertanti alcune affermazioni, ad esempio rispetto alla supposta mancata considerazione, da parte dell’Ordine, della realtà lavorativa della maggior parte degli assistenti sociali.
Al contrario, è proprio partendo da tale valutazione che si è ritenuto di dover dare implementazione al piano di formazione continua, in una logica di supporto della professione a fronte delle crescenti difficoltà degli assistenti sociali a rispondere a una realtà sociale sempre più complessa, ad un’organizzazione dei servizi ormai sempre più esternalizzata e a scelte politiche e normative che sempre più si distaccano da obiettivi di inclusione e uguaglianza sociale.
Né, d’altra parte, corrisponde al vero che gli oneri economici per gli assistenti sociali saranno sproporzionati rispetto alla media delle loro remunerazioni. Infatti, proprio per non pesare in modo eccessivo sui professionisti dal punto di vista economico, si è previsto sia il dovere per gli Ordini regionali di favorire la formazione gratuita, in modo da consentire a ciascun iscritto l’adempimento dell’obbligo formativo, sia il riconoscimento delle iniziative formative organizzate dall’ente di cui il professionista è dipendente. In quest’ottica si è incluso anche il riconoscimento, in termini di crediti formativi, di attività quali la supervisione didattica, la partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato, a gruppi di lavoro o commissioni organizzati dall’Ordine o da altri organismi rappresentativi della professione ecc.
Mi preme, inoltre, sottolineare che la formazione e l’aggiornamento continuo costituiscono una opportunità di mantenimento, valorizzazione e accrescimento delle competenze professionali, che non possono non essere interesse di ogni assistente sociale che voglia mantenere e arricchire la propria capacità di lettura e di risposta ai bisogni e ai diritti delle persone utenti.
Gli assistenti sociali hanno da sempre e in più occasioni dimostrato questo interesse partecipando, spesso a proprie spese e con utilizzo di giorni di ferie, autonomamente ad iniziative di formazione continua, avvertendo un forte bisogno di rafforzamento delle proprie abilità professionali e di superamento delle difficoltà operative quotidiane.
Il nuovo sistema di Welfare sta vivendo un momento di forte criticità per cause diverse, in primis quelle economiche, e anche di particolare complessità tanto da richiedere nuove prospettive, nuova forza nell’uso degli strumenti operativi. A nostro avviso, proprio per questo, la formazione continua non risponde solo ad un obbligo deontologico professionale, ma intende essere un investimento culturale a sostegno degli iscritti e a garanzia della qualità degli interventi.
Va ricordato infatti, che è affidato agli Ordini Professionali il compito di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e quello di garantire la competenza e la professionalità dei propri iscritti, nell’interesse della collettività. E’ dunque competenza dei Consigli regionali attivare piani di formazione continua annuale mirati al fabbisogno formativo locale.
L’avvio della formazione continua era per l’Ordine è un atto dovuto, in ottemperanza a quanto previsto dal Codice deontologico e dalla normativa comunitaria. L’elaborazione del regolamento che è stato approvato il 24.10.2009 è il frutto di un confronto durato quasi due anni fra il Consiglio nazionale e quelli regionali. L’attivazione della formazione continua prevede un periodo sperimentale di tre anni 2010 - 2012 allo scopo di verificarne la sostenibilità, la tenuta, eventuali criticità e di apportare i necessari correttivi.
Nel primo triennio è anche prevista una riduzione di crediti da 60 a 50 e nelle linee guida, in fase di definizione con l’apporto dei Consigli regionali dell’Ordine, viene indicata la possibilità di apportare modifiche già dopo il primo anno di vita. A tal proposito sono previsti incontri periodici con i CROAS.
Con questo primo triennio di sperimentazione, si è inteso dare al Regolamento una connotazione di atto “ordinatorio”, gli si è attribuita cioè la funzione di ‘ordinare’ un’attività amministrativa, indirizzandola verso determinate procedure ed esiti. Questo significa che si avvia un processo di collaudo del sistema, in cui i Consigli regionali e gli iscritti stessi sono chiamati a contribuire per il suo miglioramento.
Il mancato rispetto dei termini previsti nell’articolato del Regolamento non comporta in questa fase alcuna sanzione.
Il processo di formazione continua per gli assistenti sociali arriva forse per ultimo rispetto alle altre professioni ordinate e quindi intende tener conto delle criticità riscontrate in altri contesti (ECM) e da altre professioni, prevedendo un sistema di accreditamento e di valutazione delle agenzie, dei formatori e degli eventi il più possibile efficace.
Proprio per questo, rispetto alla Funzione di accreditamento delle agenzie, dei formatori e degli eventi di competenza del CNOAS, sarà individuata una Commissione mista, composta da rappresentati del CNOAS, dei CROAS e da due membri esterni: uno con competenze giuridiche e l’altro esperto in materia di accreditamento.
A ciò si aggiunge la prevista incompatibilità tra carica di consigliere e iscrizione al registro dei formatori riportata nelle linee guida.
A queste considerazioni va aggiunto che l’attivazione del processo di formazione continua, monitorato dall’Ordine, si pone anche l’obiettivo di evitare il dilagare di attività formative, rivolte agli assistenti sociali, ad opera di soggetti e/o organismi non adeguatamente legittimati da un punto di vista metodologico-professionale.
Il richiamo, nelle note pervenute, ai costi e alle giornate di ferie, comporta un’azione da parte del Consiglio Nazionale, a livello nazionale, e dei Consigli degli Ordini regionali, a livello regionale e locale, per ottenere il più ampio recepimento del Regolamento sulla Formazione Continua da parte delle PP.AA. e delle Organizzazioni del privato sociale, che agevoli la partecipazione degli assistenti sociali dipendenti.
Saranno previste nelle linee guida forme di esoneri anche per disoccupati e precari.
Sappiamo tutti che non sarà un percorso semplice e privo di ostacoli, ma deve nascere la consapevolezza che è un dovere professionale farlo, come già moltissimi assistenti sociali fanno per proprio conto, impegnandosi seriamente in una crescita personale e professionale senza andare alla sola ricerca del credito formativo; in prospettiva ciò dovrà diventare un elemento distintivo di questa professione.
Certa di un diverso atteggiamento nei confronti di chi è chiamato a governare la professione auguro buon lavoro a tutti.
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