L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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martedì 13 aprile 2010

Carcere. Il sindacato rdb boccia il piano di Alfano

www.vita.it 13 aprile 2010

Il parere in una nota della direzione nazionale
«Un progetto inadeguato, incentrato sull'investimento nell'edilizia e sulla funzione puramente detentiva del carcere». Questo il giudizio della RdB Pubblico Impiego, sul Piano Carceri , che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano illustrerà oggi ai sindacati della Giustizia Penitenziaria. La RdB Pubblico Impiego sottolinea in una nota che «i punti del documento sono sostanzialmente tre: un piano per l'edilizia penitenziaria; la scarcerazione di tutti coloro che, una volta arrestati, rischiano una pena massima di 1 anno e 3 anni se incensurati; il potenziamento del Corpo di Polizia Penitenziaria». «Ci risulta che il 30% degli arrestati venga scarcerato dopo massimo 5 giorni di permanenza nel carcere» - afferma Giuliano Greggi, della Direzione nazionale RdB P.I. - «questo significa che su una popolazione carceraria di oltre 60.000 detenuti ben 20.000 sono solo “in transito”, affollando nel contempo gli uffici matricola, le infermerie e le celle di detenzione. L'utilizzo delle caserme dismesse o in via di dismissione del Ministero Difesa potrebbero, a costi contenutissimi, essere trasformate in idonei edifici per gli arresti temporanei. O forse quelle caserme fanno gola agli immobiliaristi?». Prosegue Greggi: «Il fatto poi di prendere in considerazione il potenziamento di una sola parte degli operatori che gravitano nell'ambito penitenziario appare una assurdità che nulla ha a che fare con il miglioramento ed il funzionamento di una amministrazione il cui scopo costituzionale è quello della riabilitazione dei detenuti nella sicurezza. Ora, si sa che la Polizia penitenziaria fa sicurezza e sappiamo anche che, a causa del blocco delle assunzioni del personale “civile”, la polizia viene adibita anche a mansioni d'ufficio sostituendo amministrativi, ragionieri ed uscieri. Ma pensare che possa sostituire assistenti sociali ed educatori ci sembra quantomeno bizzarro da parte di un ministro avvocato che conosce bene di cosa stiamo parlando. Secondo noi è necessaria l'assunzione di questo personale e del personale civile mancante per poter finalmente restituire la Polizia penitenziaria alla sua funzione istituzionale e utilizzare le idonee professionalità per specifiche funzioni amministrative, rieducative e di servizio sociale».