CISL -PENITENZIARIO
Prot n° 0727_2007 Roma, 24 aprile 2007
Quale futuro per l’Esecuzione Penale Esterna ?
" Quante ingiustificate paure per una riforma necessaria "
Lo scorso 30 marzo 2007 abbiamo inviato al Sottosegretario Manconi ed al Capo del DAP Ferrara una riflessione della CISL su di un complesso argomento quale è la riforma degli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna.
Ad ogni buon fine – anche per evitare strumentalizzazioni – alleghiamo a questa lettera aperta quella riflessione di cui appena accennato.
Sulla questione della riforma degli UEPE si è aperto un dibattito, francamente non sempre dai toni accettabili e spesso con l’adozione e/o la presunzione di voler cambiare le regole di come si debba sviluppare il confronto tra Amministrazione e Sindacato.
Dopo che il DAP ha inviato una "bozza" di proposta, sulla riforma in questione, è partito un movimento di idee e di riflessioni non sempre "libero", anzi certamente non sempre svincolato da logiche di appartenenza, specialmente ideologica.
Dispiace aver letto alcune note che tendevano ad attribuire una linea, una idea sul tema, completamente deforme da quella che invece abbiamo inviato ai vertici politici del Ministero e del DAP. Basterebbe rileggere attentamente la nota che alleghiamo per capire che la CISL ha posto un problema all’Amministrazione, che altro non è che quello di rivalutare questi Uffici, dotarli di risorse umane e strumentali necessarie, oltre che di fornire agli stessi UEPE la indispensabile autonomia contabile.
Alcuni dei tanti documenti pervenuti da Assemblee spontanee avvenute negli Uffici, da tanti documenti ricevuti da Dirigenti di UEPE, da tanti documenti ricevuti da RSU di ogni luogo d’Italia, evidenziano la grande attenzione al tema. Molti gli apprezzamenti ricevuti alla nostra presa di posizione, e anche critiche però; molte di queste, lo ripetiamo, soprattutto strumentali, ideologiche e "fotocopiate tra loro", come il frutto di un preciso lavoro "certosino" di chi di riforme non vuol proprio sentirne parlare.
Noi, la CISL invece, vogliamo che di riforme si parli e che soprattutto – alla fine – una riforma si tenti di realizzarla. La pensiamo così perché siamo consapevoli del ruolo che abbiamo in questa "partita" come sindacato, e che chi deciderà di non giocarla ( la partita ) rischierà solo di fare il "male" delle Lavoratrici e dei Lavoratori Penitenziari (TUTTI) che operano già e che in futuro dovranno operare negli UEPE.
Troppe le carenze degli organici di personale (specialmente di Assistenti Sociali) e troppe le situazioni dove le altre professionalità (sia del Comparto Ministeri che di quello della Sicurezza) operano oggi in quegli Uffici da "CLANDESTINI", tutti distaccati e senza diritto di espressione, di partecipazione attiva ai processi di organizzazione e di scelte negli UEPE. Ecco perché, ad esempio, molti oggi contestano qualunque possibile ipotesi di riforma: Mantenere il proprio "status quo" e decidere per sé e per gli altri.
La CISL nell’ambito della Giustizia, ed in particolare nell’ambito del settore Penitenziario, non ha mai favorito scelte corporative e che mirassero a singoli "pezzi" del Personale dell’Amministrazione. Noi non favoriamo scelte in favore degli uni contro altri. Noi siamo la CISL e quei modi di operare non ci appartengono. Anche quando abbiamo sostenuto la riforma sulla dirigenza penitenziaria lo abbiamo fatto liberi da "pensieri di parte", ma convinti del fatto che anche quella norma fosse l’avvio di una riforma più complessiva che dovrà riguardare tutta l’Amministrazione Penitenziaria. Con lo stesso spirito sosteniamo la modifica della legge 146 del 2000, le modifiche all’ordinamento professionale del personale del comparto ministeri ed il riordino delle carriere del comparto sicurezza.
Siamo certi che il dibattito sarà serio e approfondito. Siamo altrettanto certi che il Ministero comunque realizzerà una riforma anche perché altre questioni avanzano in Parlamento (la riforma del codice di procedura penale, ad esempio) e Noi vogliamo essere pronti a dire la nostra, a dire ciò che quotidianamente proprio le Lavoratrici ed i Lavoratori ci chiedono di fare, direttamente e/o tramite i propri legittimi Rappresentanti Sindacali, eletti democraticamente negli anni durante le scelte congressuali e di riorganizzazione del Sindacato.
Diffidiamo – e su questo invitiamo anche tutti gli altri a fare altrettanto – ai vari "capetti" che nascono dalla sera per la mattina dopo, avocando a sé diritti di rappresentanza non verificata e non riconosciuta.
La fase che ci attende è difficile. La CISL come propria abitudine svolgerà il proprio ruolo, con serietà e orgoglio dell’idea di migliaia di Operatori Penitenziari che rappresentiamo. E’ altrettanto chiaro che, come sempre avvenuto, verificheremo il parere del Personale (TUTTO) all’indomani di una eventuale intesa con l’Amministrazione su questo specifico tema.
Cordiali saluti.
Quale futuro per l’Esecuzione Penale Esterna ?
" Quante ingiustificate paure per una riforma necessaria "
Lo scorso 30 marzo 2007 abbiamo inviato al Sottosegretario Manconi ed al Capo del DAP Ferrara una riflessione della CISL su di un complesso argomento quale è la riforma degli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna.
Ad ogni buon fine – anche per evitare strumentalizzazioni – alleghiamo a questa lettera aperta quella riflessione di cui appena accennato.
Sulla questione della riforma degli UEPE si è aperto un dibattito, francamente non sempre dai toni accettabili e spesso con l’adozione e/o la presunzione di voler cambiare le regole di come si debba sviluppare il confronto tra Amministrazione e Sindacato.
Dopo che il DAP ha inviato una "bozza" di proposta, sulla riforma in questione, è partito un movimento di idee e di riflessioni non sempre "libero", anzi certamente non sempre svincolato da logiche di appartenenza, specialmente ideologica.
Dispiace aver letto alcune note che tendevano ad attribuire una linea, una idea sul tema, completamente deforme da quella che invece abbiamo inviato ai vertici politici del Ministero e del DAP. Basterebbe rileggere attentamente la nota che alleghiamo per capire che la CISL ha posto un problema all’Amministrazione, che altro non è che quello di rivalutare questi Uffici, dotarli di risorse umane e strumentali necessarie, oltre che di fornire agli stessi UEPE la indispensabile autonomia contabile.
Alcuni dei tanti documenti pervenuti da Assemblee spontanee avvenute negli Uffici, da tanti documenti ricevuti da Dirigenti di UEPE, da tanti documenti ricevuti da RSU di ogni luogo d’Italia, evidenziano la grande attenzione al tema. Molti gli apprezzamenti ricevuti alla nostra presa di posizione, e anche critiche però; molte di queste, lo ripetiamo, soprattutto strumentali, ideologiche e "fotocopiate tra loro", come il frutto di un preciso lavoro "certosino" di chi di riforme non vuol proprio sentirne parlare.
Noi, la CISL invece, vogliamo che di riforme si parli e che soprattutto – alla fine – una riforma si tenti di realizzarla. La pensiamo così perché siamo consapevoli del ruolo che abbiamo in questa "partita" come sindacato, e che chi deciderà di non giocarla ( la partita ) rischierà solo di fare il "male" delle Lavoratrici e dei Lavoratori Penitenziari (TUTTI) che operano già e che in futuro dovranno operare negli UEPE.
Troppe le carenze degli organici di personale (specialmente di Assistenti Sociali) e troppe le situazioni dove le altre professionalità (sia del Comparto Ministeri che di quello della Sicurezza) operano oggi in quegli Uffici da "CLANDESTINI", tutti distaccati e senza diritto di espressione, di partecipazione attiva ai processi di organizzazione e di scelte negli UEPE. Ecco perché, ad esempio, molti oggi contestano qualunque possibile ipotesi di riforma: Mantenere il proprio "status quo" e decidere per sé e per gli altri.
La CISL nell’ambito della Giustizia, ed in particolare nell’ambito del settore Penitenziario, non ha mai favorito scelte corporative e che mirassero a singoli "pezzi" del Personale dell’Amministrazione. Noi non favoriamo scelte in favore degli uni contro altri. Noi siamo la CISL e quei modi di operare non ci appartengono. Anche quando abbiamo sostenuto la riforma sulla dirigenza penitenziaria lo abbiamo fatto liberi da "pensieri di parte", ma convinti del fatto che anche quella norma fosse l’avvio di una riforma più complessiva che dovrà riguardare tutta l’Amministrazione Penitenziaria. Con lo stesso spirito sosteniamo la modifica della legge 146 del 2000, le modifiche all’ordinamento professionale del personale del comparto ministeri ed il riordino delle carriere del comparto sicurezza.
Siamo certi che il dibattito sarà serio e approfondito. Siamo altrettanto certi che il Ministero comunque realizzerà una riforma anche perché altre questioni avanzano in Parlamento (la riforma del codice di procedura penale, ad esempio) e Noi vogliamo essere pronti a dire la nostra, a dire ciò che quotidianamente proprio le Lavoratrici ed i Lavoratori ci chiedono di fare, direttamente e/o tramite i propri legittimi Rappresentanti Sindacali, eletti democraticamente negli anni durante le scelte congressuali e di riorganizzazione del Sindacato.
Diffidiamo – e su questo invitiamo anche tutti gli altri a fare altrettanto – ai vari "capetti" che nascono dalla sera per la mattina dopo, avocando a sé diritti di rappresentanza non verificata e non riconosciuta.
La fase che ci attende è difficile. La CISL come propria abitudine svolgerà il proprio ruolo, con serietà e orgoglio dell’idea di migliaia di Operatori Penitenziari che rappresentiamo. E’ altrettanto chiaro che, come sempre avvenuto, verificheremo il parere del Personale (TUTTO) all’indomani di una eventuale intesa con l’Amministrazione su questo specifico tema.
Cordiali saluti.
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