NUOVO VIVEREOGGI- http://www.nuovovivereoggi.it
CRESCE IL BISOGNO E IL DISAGIO
La situazione e numeri del problema e dei servizi.I minori (bambini, ragazzi e adolescenti tra 0 e 18 anni) a carico del Comune nel 2005 erano 4.575 (pari al 2,7% della popolazione milanese < 18anni) oltre a 2.774 minori in lista di attesa di cui 974 segnalati dal Tribunale per i Minori. Dei minori in carico metà hanno più di 12 anni [982 (21,46%) tra 12 e 14 anni, 1.214 (26,54%) tra 15 e 18 anni] e quindi l’intervento è ancor più impegnativo, quasi la metà (2.123) vivono nelle zone 7, 8 e 9, 965 sono stranieri. Nel 2005 si contano 1.832 minori ricoverati in strutture residenziali, in genere comunità alloggio o di tipo familiare, a seguito di decreto della magistratura o perché in situazione di grave rischio o abbandono. 832 di questi ragazzi sono in pronto intervento: la situazione è in emergenza e gli interventi di base non riescono più a tenere il passo.Nel 2005 ci sono stati 4.059 provvedimenti della magistratura per casi di alta problematicità. 1.841 minori hanno avuto un’attenuazione della potestà genitoriale con un affido al Comune, mentre altri 230 una sospensione o decadenza della potestà dei genitori. Significa che a Milano in un caso su cento il Tribunale è dovuto intervenire per tutelare l’interesse del minore.La situazione è in emergenza: il Comune parla di servizi “molto impegnati, a volte anche con affanno”.Il ruolo del Comune e l’aggravio del carico di lavoro per gli operatoriSe osserviamo i dati del bisogno nel tempo e li confrontiamo col personale del servizio sociale scopriamo che il bisogno aumenta mentre diminuisce il personale. Siamo quindi di fronte ad un aggravio del carico di lavoro che comporta allungamento delle liste d’attesa (oggi, come si è visto, 2.774 minori), aggravamento delle situazioni, maggiore impegno sulle emergenze e meno sulla prevenzione. Nel 2004 c’erano 127 assistenti sociali per un carico di 4381 minori (34,5 minori in media per ciascun assistente sociale) mentre nel 2006 abbiamo in servizio circa 95 assistenti sociali per 4575 minori (48 in media per ciascun assistente sociale). Ogni assistente sociale può dedicare mediamente 3,4 ore al mese del suo tempo lavorativo a ciascun minore.Il problema dei minori non è nuovo. Il Piano di zona del 2002-2005 già evidenziava questa situazione con dati del Comune e delle università. Il Forum del Terzo settore nell’aprile 2005 denunciava una dismissione dell’impegno di Milano per i minori, chiedendo alla città e al Comune uno scatto di orgoglio e dignità.Milano non usa le risorse messe a disposizioneIl Governo ha raddoppiato il Fondo nazionale delle politiche sociali. Nel 2007 Milano riceverà circa 3,5 milioni di euro in più.Il Governo mette a disposizione di Milano 4,4 milioni di euro ogni anno per gli interventi sui minori con la legge 285/97. Solo ora (marzo 2007) il Comune sta facendo i contratti con gli esecutori dei progetti presentati nell’aprile 2005 e approvati solo nel maggio 2006, utilizzando i fondi messi a disposizione da Roma per il 2005 e il 2006. Quindi i circa 8,7 milioni di euro che dovevano essere utilizzati per servizi innovativi nel 2005 e 2006 saranno spesi solo nel 2007/2008. La gestione di questi fondi è assegnata solo ad una persona, che deve anche gestire i fondi destinati dalla Regione per le politiche familiari.Le dichiarazioni della dott.ssa Carmela Madaffari, Direttore Centrale del Settore Servizi Sociali La dirigente afferma che gli assistenti sociali del Comune di Milano, impegnati sul tema dei minori “devono imparare a lavorare con maggiore obiettività” perché sono responsabili di mandare 1.706 minori all’anno in Istituto, piuttosto che in affido, facendo spendere troppo al Comune e non rispondendo al reale bisogno dei minori. Propone come soluzione l’affido familiare e un percorso formativo agli assistenti sociali per cambiare la loro mentalità. Noi pensiamo che:• la dott.ssa Madaffari è poco informata: parla di “minori mandati in Istituto”, dimenticando che a Milano, a differenza di altre zone d’Italia, da tempo i minori non sono inviati in Istituti, ma in comunità-alloggio o case famiglia, strutture di tipo familiare e più adeguate agli interventi educativi dei minori. Milano è in ritardo negli accreditamenti di case famiglia, che attendono in alcuni casi per un anno.• la dott.ssa Madaffari dimentica che a Milano il problema dei minori è in aumento e contemporaneamente diminuisce il personale deputato al segretariato sociale, alla presa in carico, al servizio sociale professionale e alla progettazione degli interventi. • la dott.ssa Madaffari dimentica che fra i 1.706 minori ha compreso circa 500 minori stranieri non accompagnati, per i quali l’intervento è previsto da norme internazionali ed è finanziato da fondi governativi sugli stranieri e per i quali l’inserimento in famiglia è molto difficile; circa 350 ricoveri riguardano mamme con bambini a seguito di maltrattamenti dell’altro genitore.• la dott.ssa Madaffari non comprende che dichiarazioni generalizzate e pubbliche mettono a rischio e delegittimano il lavoro degli assistenti sociali che operano soli in periferia, già oggetto di attacchi violenti di familiari dei casi segnalati dall’Autorità giudiziaria; non comprende che la formazione non è un intervento punitivo, ma un’azione importante per far crescere la qualità.Le nostre proposte• adeguare il personale del servizio di segretariato sociale e di servizio sociale professionale per rispondere all’aumentata pressione e per gestire con maggiore qualità e non in condizioni emergenziali, visto anche il maggior carico a seguito della Legge regionale 34/04 che affida nuove competenze al Comune in tema di minori, per le quali la Regione non ha stanziato fondi per il Comune che oggi ha ricevuto solo il distacco di 8 assistenti sociali dalla Provincia che si concluderà a giugno 2007.• effettuare un investimento formativo e di progettazione innovativa, insieme con gli attori milanesi in tema di minori (operatori sociali dei servizi, scuola, volontariato e terzo settore, oratori, università, Tribunale per i Minori, ASL e servizi di neuropsichiatria infantile, …) sperimentando un mix di risposte che affianchino all’intervento residenziale altri strumenti da potenziare e da mettere in campo prima dell’emergenza: assistenza domiciliare, centri diurni, educativa di strada, centri di aggregazione (rinnovi convenzioni in ritardo e solo per 6 mesi), affidi familiari, case famiglia, progetti a rete attorno alle comunità con prese in carico modulate, anche attraverso reti di famiglie.• potenziare le politiche per gli affidi familiari, ma non come in passato con campagne di manifesti, ma con progetti innovativi di reti familiari, di sostegno continuativo alle famiglie per aiutarle, formarle, sostenerle, sperimentando forme innovative già proposte in progetti 285.• Aprire una interlocuzione continua e collaborativa, anche attraverso un Protocollo d’intesa e di buone pratiche, con il Tribunale per i Minori per affrontare insieme l’emergenza al fine di ridurre i tempi delle indagini, riuscire ad intervenire prima dell’emergenza e prima dell’attenuazione o sospensione della potestà dei genitori.• Sostenere maggiormente come Comune la rete delle associazioni e dei gruppi che operano soprattutto nei quartieri di periferia con interventi preventivi e di presa in carico del disagio (doposcuola, Centri di aggregazione giovanile, educativa di strada, progetti di animazione del territorio e di associazionismo familiare, promozione dell’affido, oratori, associazioni giovanili, …), utilizzando anche i fondi a disposizione dal Comune attraverso L.285/97 (4,4 ml €/anno) e LR23/99 (1,1 ml €/anno).Invitiamo la dottoressa Carmela Madaffari a non scaricare le colpe sugli assistenti sociali, descrivendoli come quelli che tolgono i figli alle famiglie e li mandano negli istituti, ma a lanciare un percorso di progettazione, formazione e sperimentazione partecipata e pertanto chiediamo una immediata rettifica pubblica delle sue dichiarazioni.Chiediamo all’assessore Mariolina Moioli di prendere nettamente le distanze dalle dichiarazioni della Madaffari e di attivare un percorso speciale di riprogrammazione dell’area minori, insieme con gli operatori sociali, le altre istituzioni e le realtà del terzo settore e del Volontariato. Mettiamo i minori al centro con un patto forte di una città che vuole un futuro diverso e per questo investe sui bambini e ragazzi.Chiediamo al Sindaco di promuovere e sottoscrivere questo patto della città per i minori, forse un’azione più utile per la sicurezza dei nostri quartieri rispetto alle manifestazioni di piazza, cominciando ad usare per tempo e bene i soldi che arrivano dal Governo per la nostra città. Più fatti e risposte al centro e in periferia.
<< Home page