L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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mercoledì 9 maggio 2007

Giustizia: Napolitano - sul carcere si cerchino soluzioni condivise

Ristretti Orizzonti: 8 maggio 2007

Ripensare all’intero sistema della gestione della pena e a quello
sanzionatorio. È questo l’appello lanciato dal capo dello stato, Giorgio
Napolitano, alle forze politiche nella visita odierna al carcere romano di
Rebibbia. Dopo aver ribadito la sua "convinzione che la pena detentiva
deve essere riservata a chi commette delitti che destano allarme e ledono
gravemente valori e interessi intangibili", il presidente della Repubblica
si è rivolto a maggioranza e opposizione definendo "indispensabile in
Parlamento la ricerca di una soluzione condivisa, nella seppur naturale
dialettica tra le forze politiche e il legittimo dissenso su soluzioni
specifiche".
Per arrivare a una riforma dell’intero sistema della gestione della pena,
secondo Napolitano, "è indispensabile un impegno comune per seguire con
continuità le politiche che sono indispensabili per trasformare
l’amministrazione della giustizia e il mondo penitenziario". Questo
impegno, continua il capo dello Stato, è necessario anche "per diffondere
la cultura della legalità, il più affidabile strumento di prevenzione su
cui far leva". Al tempo stesso, però, il presidente della Repubblica
chiede "soluzioni condivise che garantiscano la sicurezza della
collettività e il rispetto rigoroso della legge e che prevedano misure
alternative più credibili ed efficaci ai fini del recupero prestano
maggior e più concreta attenzione verso le vittime dei reati".
Nel corso della sua visita, la seconda di un capo dello Stato in un
carcere, dopo quella di Carlo Azeglio Ciampi nell’ottobre del 2002 alla
casa di reclusione di Spoleto, Napolitano, insieme al ministro della
Giustizia, Clemente Mastella, ha visitato prima la sezione femminile
dell’istituto penitenziario di Rebibbia e successivamente i detenuti del
nuovo complesso: a loro, durante la cerimonia che si è tenuta nel teatro
interno al penitenziario, il presidente della Repubblica ha detto "di
essere qui per ascoltare, non tanto per dare risposte che spettano ad
altri titolari di diverse funzioni istituzionali.
Siamo qui - continua Napolitano - per testimoniarvi la vicinanza delle
istituzioni repubblicane, per rendermi conto più da vicino dei problemi
reali del mondo penitenziario e per stabilire almeno un fuggevole contatto
umano con alcuni di voi". Di fronte ai detenuti poi, Napolitano ha reso
noto l’impegno delle istituzioni per "vere e proprie riforme dei codici",
per "un’adeguata modulazione e valutazione del trattamento penitenziario
nel pieno rispetto dei diritti dei detenuti e con particolare attenzione
ai disagiati, tossicodipendenti e a quanti soffrono".
Un altro impegno è quello di "affrontare in modo più efficace il tema
della sicurezza penitenziaria". Infine, Napolitano ha giudicato "ancora
non sufficientemente attuati in ambito penitenziario oggi in Italia il
diritto alla salute, al lavoro e all’accesso alle attività scolastiche,
formative e ricreative". Dal canto loro i detenuti hanno omaggiato il capo
dello stato con diversi doni frutto del loro lavoro all’interno del
carcere.