L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

martedì 1 maggio 2007

SPAZIO: PENSIERI LIBERI- Uepe: lettera di Anna Muschitiello, segretaria del Casg

Da quando abbiamo avviato questa iniziativa, oltre ai tanti documenti di condivisione, stanno arrivando richieste di chiarimenti sul perché di questa mobilitazione; questo vuol dire che il fiume di parole che sta invadendo questo blog non è ancora sufficiente per capire.
Proverò ancora una volta a spiegare, focalizzandomi su due concetti fondamentali:
1) questa mobilitazione non è una pura e semplice difesa del proprio "territorio" da parte degli assistenti sociali, non si spiegherebbero altrimenti le adesioni di autorevoli associazioni del volontariato o di Magistrati, politici e giornalisti ;
2) il sovraffollamento carcerario non è causato dalla mancata concessione delle misure alternative da parte di Magistrati, i quali non si fidano del controllo delle strutture oggi esistenti, o non solo da questo.
Conviene chiarire meglio il secondo punto e cioè: tutti sanno che le carceri erano sovraffollate prima dell’indulto e lo sono tutt’ora, per la presenza maggioritaria di una popolazione marginale (extracomunitari, tossicodipendenti, malati psichici ecc.) quella che è stata definita appropriatamente detenzione sociale.
Questa popolazione affolla prevalentemente le nostre carceri perché ci sono leggi che "penalizzano" il disagio sociale e negli ultimi anni è diminuito in modo considerevole l’investimento in servizi sociali; pertanto, una volta entrati in carcere, queste stesse persone fanno fatica ad uscire anche in misura alternativa per mancanza di risorse, ancora una volta sociali(casa, lavoro, servizi di sostegno e di cura ecc.).
Quindi se le politiche penitenziarie e le poche risorse economiche vengono utilizzate non per aumentare i servizi e le risorse sociali, utili a far aumentare i soggetti in misura alternativa, ma per attuare maggior controllo e repressione dei pochi che riescono ad usufruirne, il risultato non potrà essere che: più sovraffollamento carcerario, non il contrario.
Questo è ancora più vero se consideriamo che la misura alternativa è solo l’inizio di un percorso di reinserimento e inclusione e non punto di arrivo.
Per concludere: investire in servizi sociali e in servizio sociale non vuol dire fare una politica buonista ma realista.

Anna Muschitiello
Coordinamento Nazionale
Assistenti Sociali Giustizia