L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 5 maggio 2007

"VITA"

5/11 Maggio di Stefano Arduini
Misure alternative con poliziotto alle calcagna
Le statistiche dicono che l’attività degli assistenti sociali assicura tassi di recidiva molto bassi. Ma ill Dap replica: "C'è bisogno di più sicurezza". I volontari: "Demagogia"
Agenti a piede libero? Pare proprio di sì. Dopo l'indulto per i detenuti, adesso tocca alla polizia penitenziari. Il lasciapassare che, in via sperimentale riguarderà una piccola fetta delle 42 mila divise in servizio, è contenuto in un decreto del ministero della Giustizia che si colloca nel solco della legge Meduri(54/2005) approvata nella scorsa legislatura dal centrodestra. I combinati degli articoli 1 e 2 della bozza, ancora top secret ma che Vita ha potuto visionare in anteprima, stabilisce infatti che "la verifica del rispetto degli obblighi di presenza(...), che sono imposti alle persone ammesse(...) alla detenzione domiciliare e all'affidamento in prova(...)sono svolti da un nucleo di verifica, composto da personale del Corpo di polizia penitenziaria". I nuclei potranno essere stanziati anche all'interno degli Uepe, gli Uffici esecuzione penale esterna.
Il colpo di spugna- Un colpo di spugna che dopo 32 anni rivoluziona il sistema di esecuzione penale esterna, offrendo agli agenti un potere mai avuto prima al di fuori delle mura degli Istituti. Claudio Messina, a nome degli 8.000 volontari che si riconoscono nel CVG- Conferenza nazionale volontariato giustizia attacca:" Siamo all'esportazione del modello carcere fuori dalle mura". "Nel calcio si dice: squadra che vince non si cambia, qui invece stanno facendo l'opposto", rincara Mario Nasone, Direttore dell'Uepe di reggio. Un recente studio, presentato da Fabrizio Leonardi, direttore dell'osservatorio delle misure alternative, dimostra che solo il 19% dei detenuti ammessi alle misure alternative torna a delinquere contro il 68% di chi è uscito dopo aver scontato la pena in cella. Difficile quindi comprendere l'urgenza di un decreto voluto in prima persona dal capo del Dap Ettore Ferrara, che andrebbe ad affiancare ai 1200 assistenti sociali attivi nei 64 Uepe italiani, un numero imprecisato di task force composte da agenti penitenziari con il compito di "garantire la sicurezza che tutti i cittadini chiedono". Le ragioni di ferrara non ammorbidiscono Elisabetta Laganà, presidente del SEAC, il coordinamento di enti e associazioni di volontariato penitenziario:"Parlare di tolleranza zero è demagogico e ideologico".
Numeri che parlano- I numeri sono dalla sua. Nel 2006 sono state 45.546 le persone sottoposte a misure alternative. Come vuole la norma in vigore, gli assistenti sociali hanno quindi seguito in via esclusiva i 27.558 affidati(mentre per le altre fattispecie, come la semilibertà, intervengono solo in via ausiliare). le revoche per andamento negativo degli affidati sono state 936(3,4%), per nuova posizione giuridica 169(0,61%), per nuovo reato 34(0,12%), per irreperibilità 17(0,06%): in totale fanno 1.166 revoche pari al 4,23% del totale. " Sono risultati che la stessa amministrazione vanta come fiore all'occhiello, salvo poi mettere tutto in discussione sotto la pressione delle lobby degli agenti", ringhia Anna Mushitiello, segretaria generale del Casg- Coordinamento assistenti sociali della giustizia. Ancora la Muschitiello: "Le forze dell'ordine presenti sul territorio effettuano già adesso controlli sistematici su chi è sottoposto alle misure alternative". Non solo"Un'interpretazione troppo rigida delle norme di sicurezza che non tenga nel dovuto conto il percorso trattamentale che sta seguendo ogni singolo condannato produrrà un pericoloso effetto boomerang: mentre gli istituti si svuoteranno , le celle torneranno a riempirsi di detenuti a cui saranno revocati gli affidamenti in prova".
Una tesi che convince un giudice esperto come magistrato di sorveglianza di Pescara, Maria Rosaria Parruti: "L'attività di controllo non è mai mera rilevazione e contestazione dell'infrazione, ma costituisce un'occasione per responsabilizzare il condannato".
CONTRARIO: Luigi Manconi- Il sottosegretario alla Giustizia, Luigi manconi prende le distanze dal prvvedimento in elaborazione presso il suo ministero: "E' una scelta dei vertici dell'amministrazione, di certo non una mia iniziativa".
FAVOREVOLE: Ettore Ferrara- Il capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria si è dichiarato favorevole al decreto: "La cittadinanza ci chiede maggiore sicurezza sul territorio. gli agenti daranno un contributo importante in più".
POSSIBILISTA: Luigi Pagano- Dice Luigi Pagano, provveditore in Lombardia: "L'uso degli agenti fuori dagli Istituti è un'evoluzione naturale del loro ruolo. dovranno però occuparsi di sicurezza e non interferire nel tattamento".