L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 4 maggio 2007

SPAZIO: PENSIERI LIBERI- FORUM

Servizio Sociale su Internet- Discussioni varie/forum

DOVE STA ANDANDO IL SERVIZIO SOCIALE GIUSTIZIA?

ANGELA- [Non registrato]
…..Attualmente è in programma la sperimentazione per l’inserimento di nuclei di polizia penitenziaria all’interno degli UEPE, per il controllo delle misure alternative.
Cosa ne pensate?


DIEGO- [Non registrato] :
Qual' è il problema? ognuno fa il suo e si garantisce anche maggiore sicurezza ai cittadini.

PIERO- [Non registrato]
POLIZIA PENITENZIARIA NEI UEPE

SPETT. LI ASSISTENTI SOCIALI GIUSTIZIA,
DA ALCUNI GIORNI, CERCO DI CAPIRE QUAL'E’ IL PROBLEMA SCATURITO DALLA PROSPETTIVA DI VOLER ISTITUIRE I COMMISSARIATI DI POLIZIA PENITENZIARIA.

Sin dal lontano 1975 il pianeta carcere è in continua evoluzione, questa è una di quelle.
Sicuramente ci si è resi conto che la polizia penitenziaria ha potenzialità da sfruttare anche all'esterno degli istituti penitenziari.
E un errore voler usare la polizia penitenziaria come autisti o altri compiti di segreteria, perchè non è una novità, che la polizia penitenziaria si trovi all'interno degli UEPE, ma è una novità adibire gli stessi uomini a compiti che gli competono come poliziotti.
Vorrei ricordare che i nuovi compiti in via sperimentale non andranno ad intaccare i compiti degli altri corpi di polizia, poichè vi saranno sicuramente delle suddivisioni di zone di controllo.
Detto, quanto su esposto, credo che il vero problema, è quello che si ha paura di perdere potere, ma dato che le competenze per quanto possano essere intrinseche tra loro, sono fondamentalmente diverse e in più, daranno un minimo di risposta positiva alla maggior parte dei cittadini che vogliono la sicurezza e la vivibilità delle proprie città, credo sia utile trovare un punto di convivenza lavorativa che permetta di lavorare serenamente rispettando i ruoli.
Aumentare le pene alternative senza i dovuti controlli, prima o poi le carceri si riempiranno e dovremmo ricominciare tutto.
Io credo invece che sia arrivato il momento, dove ognuno, dica la sua, ognuno azzardi richieste per poter lavorare meglio con risultati più ampi e concreti, credo che queste polemiche sono una perdita di tempo prezioso, che potrebbe invece essere utilizzato per trovare strategie migliorative al preziosissimo lavoro degli Assistenti sociali sfruttando tutto quello che c'è di buono, in questa proposta innovativa.
Spero, che tutto questo non sia fatto per una questione di snobbismo nei confronti della polizia penitenziaria, perchè se è così, gli agenti che fanno servizio presso i vostri uffici, dovrebbero chiedere le dimissioni dall'incarico, perchè se fosse così vuol dire che quegli agenti vengono usati in incarichi mortificanti per la loro figura professionale.
distinti saluti


ANGELA- [Non registrato]

VIVA IL CONFRONTO!
Innanzi tutto vorrei ringraziare Piero e Diego perché, contribuendo al dibattito, mi danno la possibilità di chiarire meglio le mie idee (e non solo mie, ma di altri colleghi).
L’art. 47 (Affidamento in prova al servizio sociale) dell’Ordinamento Penitenziario prevede, al comma 2 che “Il provvedimento è adottato sulla base dei risultati della osservazione della personalità, … nei casi in cui si può ritenere che il provvedimento stesso, anche attraverso le prescrizioni di cui al comma 5, contribuisca alla rieducazione del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli commetta altri reati.” Quindi è insito nella misura stessa che chi è ammesso a tale BENEFICIO debba avere determinati requisiti (ad esempio non deve presentare pericolosità sociale) che garantiscano il più possibile il buon andamento della misura stessa.
Inoltre al comma 8 viene specificato che “il servizio sociale controlla la condotta del soggetto e lo aiuta a superare le difficoltà di adattamento alla vita sociale, anche mettendosi in relazione con la sua famiglia e con gli altri suoi ambienti di vita” … quindi nel lontano 1975 dei luminari avevano previsto che il controllo gestito dal Servizio Sociale sarebbe stato funzionale agli obiettivi di reinserimento sociale.
Questa previsione si è avverata dato che nel 2006 sono stati seguiti 40.000 soggetti con revoche estremamente limitate.
Diego, reputo che il cittadino che tu dici necessiti di più sicurezza non sappia nemmeno che il suo caro vicino di casa è in misura alternativa. Il cittadino innanzitutto non sa cosa sia una misura alternativa e il bisogno di sicurezza, lecito, per ognuno di noi penso che debba essere assicurato su altri versanti.
Non facciamo l’errore di cadere nella tipizzazione del “semilibero che ha ucciso due donne” e di cui il cittadino ha paura: il cittadino dovrebbe essere informato anche sui risultati positivi che hanno raggiunto numerosi altri semiliberi … questo però non esclude una critica costruttiva sui fatti negativi che accadono e la ricerca delle mancanze/errori effettuati dagli operatori.
Mentre, Piero, credo che proprio l’azione integrata di aiuto e controllo svolta dall’assistente sociale sia la carta vincente delle misure alternative.
Penso che non ci sia aiuto senza controllo e non ci sia controllo che non sfoci in aiuto … il puro controllo repressivo non è stato previsto dalla normativa. Giustamente, come dici tu “Sin dal lontano 1975 il pianeta carcere è in continua evoluzione, questa è una di quelle”, tutto si può modificare ma credo che il cambiamento debba essere effettuato solo se i risultati che si ottengono con la situazione attuale siano valutati insufficienti; altrimenti perché investire economicamente, tra l’altro con spreco di soldi pubblici (soldi di quel povero cittadino che è ignaro di tutto il discorso fatto fino ad ora) per un intervento non necessario?
Si è fatto uno studio/ricerca che evidenzia l’inefficacia del controllo svolto dagli Assistenti Sociali? Non credo!
Piero tu dici che “Aumentare le pene alternative senza i dovuti controlli, prima o poi le carceri si riempiranno e dovremmo ricominciare tutto” … sono d’accordo: SI AUMENTI L’ORGANICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI!! Intelligente sarebbe il potenziamento delle possibilità di costruzione e sostegno di progetti personalizzati e sociali per un effettivo recupero della legalità, e poter così contrastare il rischio della recidiva.
Inoltre dici “E un errore voler usare la polizia penitenziaria come autisti o altri compiti di segreteria, perchè non è una novità, che la polizia penitenziaria si trovi all'interno degli UEPE, ma è una novità adibire gli stessi uomini a compiti che gli competono come poliziotti”: ben venga se i colleghi di polizia penitenziaria svolgano il proprio ruolo di poliziotto ma questo non deve però intaccare la competenza di un’altra professione!
Tu potrai dirmi: ma il controllo lo fa già la PS o i Carabinieri, che problema c’è se a questa funzione si aggiunge la Pol Pen? Tra l’altro mi hai già detto che “i nuovi compiti in via sperimentale non andranno ad intaccare i compiti degli altri corpi di polizia, poichè vi saranno sicuramente delle suddivisioni di zone di controllo”.
Premessa: la Pol. Pen. avrà sede direttamente negli UEPE, quindi sarà un servizio unico … giusto? Il punto di forza della PS e dei Carabinieri è proprio la loro autonomia dal lavoro degli UEPE e idem per il Servizio Sociale. L’autonomia comprende la stretta collaborazione (e rispetto reciproco!) ma lascia i due attori “puri” nello svolgimento delle proprie azioni. Il soggetto sottoposto a misura alternativa questo lo sa bene … anticipo che se il puro controllo venisse svolto da Pol. Pen. degli UEPE ci saranno implicazioni negative sulla relazione che l’Assistente Sociale ha instaurato con il proprio utente.
Tu credi “che il vero problema, è quello che si ha paura di perdere potere” … perché la Pol. Pen. è in cerca di affermazione di potere? Fino ad ora ho parlato di competenze, autonomia professionale, garanzia del progetto individualizzato … mi spiace che tutto si banalizzi sulla gestione di potere! Io, come AS, non ho potere ho un ruolo da gestire e così anche i cari colleghi della Pol. Pen. e degli altri corpi.
Poi tu dici “Spero, che tutto questo non sia fatto per una questione di snobbismo nei confronti della polizia penitenziaria, perchè se è così, gli agenti che fanno servizio presso i vostri uffici, dovrebbero chiedere le dimissioni dall'incarico, perchè se fosse così vuol dire che quegli agenti vengono usati in incarichi mortificanti per la loro figura professionale.” … non commento … penso che sia sottinteso , nel discorso fatto fino ad ora, il massimo rispetto per la Pol. Pen. che ho sempre definito “colleghi”!
Per ultimo … hai scritto “Io credo invece che sia arrivato il momento, dove ogniuno, dica la sua, ognuno azzardi richieste per poter lavorare meglio con risultati più ampi e concreti, credo che queste polemiche sono una perdita di tempo prezioso, che potrebbe invece essere utilizzato per trovare strategie migliorative al preziosissimo lavoro degli Assistenti sociali sfruttando tutto quello che c'è di buono, in questa proposta innovativa.” Come fai a dire che è arrivato il momento che ognuno dica la sua … se poi sostieni che quanto sostenuto da alcuni AS siano solo polemiche e siano una perdita di tempo? Ti dirò: il mio tempo libero lo passo come voglio! e sul lavoro sto già utilizzando il mio tempo per trovare strategie migliorative ai miei preziosissimi compiti.
Sono d’accordo con te che credi “sia utile trovare un punto di convivenza lavorativa che permetta di lavorare serenamente rispettando i ruoli” … si inizi a rispettare il ruolo dell’AS chiedendo cosa ne pensa, dato che la proposta è stata fatta senza sentire l’opinione degli AS che da 30 anni lavorano in questi uffici! È questo che chiedo/chiediamo
:
ASCOLTATECI E CONFRONTIAMOCI
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