ASSOCIAZIONE ANFU
Polizia Penitenziaria negli Uepe
Comunicato stampa, 12 settembre 2007
Non usa metafore Salvatore Mariano, Segretario nazionale dell’Associazione nazionale Funzionari della Polizia Penitenziaria Anfu, per giudicare lo schema di decreto interministeriale del Ministro della Giustizia di concerto con quello dell’Interno finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della Polizia Penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe), che sarà discusso dai sindacati di Categoria con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria in una riunione già programmata a Roma per il prossimo 17 settembre.
"Delude perché snatura i compiti propri di un Corpo di Polizia dello Stato e li subordina funzionalmente a profili professionali amministrativi dell’Amministrazione penitenziaria che nulla hanno a che fare con la Polizia penitenziaria. I tanto famigerati ed annunciati commissariati di Polizia penitenziaria (del quale parlò il Ministro della Giustizia Clemente Mastella nel suo intervento alla Festa nazionale del Corpo dello scorso anno) si sono trasformati in miseri nuclei sperimentali la cui responsabilità verrebbe affidata ai Direttori degli Uepe (che non sono poliziotti, ma impiegati civili dello Stato) i quali dovrebbero disporre (con proprio ordine di servizio e sentito l’assistente sociale assegnatario del caso) i controlli di polizia.
La sicurezza e la funzione retributiva della pena dunque, abdicherebbe, in pieno contrasto con l’articolo 27 della Costituzione, in favore del trattamento inducendo i cittadini onesti e martirizzati dalla criminalità alla rassegnazione. È illogico conferire funzioni direttive di Polizia a personale civile dell’amministrazione ed ancor più amorale ed offensivo il declassamento dei funzionari della Polizia penitenziaria a coadiutori (livello professionale B2 per il personale del comparto ministeri) dei direttori di area del servizio sociale dei provveditorati."
L’Anfu preannuncia che produrrà un articolato intervento in occasione della discussione dello schema di decreto proprio per ottenere la modifica delle parti incriminate. "Si dice che la speranza è l’ultima a morire" conclude Mariano "ma si dice pure che chi di speranza vive disperato muore. Il motto del Corpo è "despondere spem munus nostrum", ossia diffondere la speranza è il nostro compito. Allora diffondiamo la speranza di esserci sbagliati, di essere smentiti e di poter verificare presto che il nostro Ministro Clemente Mastella ed il Capo dell’Amministrazione Ettore Ferrara, il Capo della Polizia Penitenziaria, raccolgano la nostra profonda delusione affinché venga finalmente riconosciuta un po’ di dignità ai circa 43.000 operatori della polizia penitenziaria".
Comunicato stampa, 12 settembre 2007
Non usa metafore Salvatore Mariano, Segretario nazionale dell’Associazione nazionale Funzionari della Polizia Penitenziaria Anfu, per giudicare lo schema di decreto interministeriale del Ministro della Giustizia di concerto con quello dell’Interno finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della Polizia Penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe), che sarà discusso dai sindacati di Categoria con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria in una riunione già programmata a Roma per il prossimo 17 settembre.
"Delude perché snatura i compiti propri di un Corpo di Polizia dello Stato e li subordina funzionalmente a profili professionali amministrativi dell’Amministrazione penitenziaria che nulla hanno a che fare con la Polizia penitenziaria. I tanto famigerati ed annunciati commissariati di Polizia penitenziaria (del quale parlò il Ministro della Giustizia Clemente Mastella nel suo intervento alla Festa nazionale del Corpo dello scorso anno) si sono trasformati in miseri nuclei sperimentali la cui responsabilità verrebbe affidata ai Direttori degli Uepe (che non sono poliziotti, ma impiegati civili dello Stato) i quali dovrebbero disporre (con proprio ordine di servizio e sentito l’assistente sociale assegnatario del caso) i controlli di polizia.
La sicurezza e la funzione retributiva della pena dunque, abdicherebbe, in pieno contrasto con l’articolo 27 della Costituzione, in favore del trattamento inducendo i cittadini onesti e martirizzati dalla criminalità alla rassegnazione. È illogico conferire funzioni direttive di Polizia a personale civile dell’amministrazione ed ancor più amorale ed offensivo il declassamento dei funzionari della Polizia penitenziaria a coadiutori (livello professionale B2 per il personale del comparto ministeri) dei direttori di area del servizio sociale dei provveditorati."
L’Anfu preannuncia che produrrà un articolato intervento in occasione della discussione dello schema di decreto proprio per ottenere la modifica delle parti incriminate. "Si dice che la speranza è l’ultima a morire" conclude Mariano "ma si dice pure che chi di speranza vive disperato muore. Il motto del Corpo è "despondere spem munus nostrum", ossia diffondere la speranza è il nostro compito. Allora diffondiamo la speranza di esserci sbagliati, di essere smentiti e di poter verificare presto che il nostro Ministro Clemente Mastella ed il Capo dell’Amministrazione Ettore Ferrara, il Capo della Polizia Penitenziaria, raccolgano la nostra profonda delusione affinché venga finalmente riconosciuta un po’ di dignità ai circa 43.000 operatori della polizia penitenziaria".
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