COMUNICATO SAG-UNSA
Fumata nera per la polizia penitenziaria negli uepe: incominciano a trapelare le crepe sostanziali che l’UNSA SAG ha più volte evidenziato
Iniziando, insolitamente, dalla conclusione della riunione sull’inserimento della Polizia Penitenziaria negli UEPE rileviamo che l’incontro del 17 c.m. si è chiuso come le seguenti parole del Presidente Ferrara: ci sono organizzazioni sindacali che sono ferme nella impostazione di contrarietà all’ampliamento delle funzioni della Polizia Penitenziaria; altre che concordano pienamente con l’impianto del D.M., che prevede l’estensione delle funzioni di controllo a tutte le misure alternative alla detenzione; ed infine sindacati che pur essendo favorevoli si auspicano un procedere graduale.
Ora, la maggioranza dei sindacati di polizia penitenziaria sono propensi ad acquisire visibilità e funzioni di ‘controllo’ più ampie. Infatti avversano non l’impianto del DM ma la riduttività delle funzioni a carico della polizia penitenziaria e la paventata ‘subordinazione’ ai direttori di servizio sociale.
Un’altra posizione si incarna in chi vuole assolutamente svolgere compiti non meglio definiti di esclusivo controllo strettamente connesso all’operato del nucleo traduzioni e alla dipendenze del Magistrato di sorveglianza.
L’Amministrazione, sempre in coda di riunione, ha candidamente affermato che il DM è il veicolo per presentare un pacchetto connesso alla richiesta di aumento di personale: emerge dunque un aspetto strumentale.
L’Unsa Sag ha con intransigenza ribadito la propria contrarietà, politica e culturale a tutto l’impianto che, volendo ‘aggirare’ i limiti (contorni) normativi di rango generale (art. 72 legge 354/75 e DPR 230/2000) presenta confusione e sovrapposizione, per non dire contrasto, rispetto alle funzioni primarie degli Uffici EPE e al mandato attribuito per legge al personale ivi operante. Si mantiene pertanto l’equivoco di fondo: la ‘falsa’ distinzione tra controllo e verifica dei piani di trattamento, cercando di inserire dal basso modifiche improprie.
Peraltro il DM, ad una attenta lettura, presenta contraddizioni di funzione: tra quelle attribuite ai Magistrati di Sorveglianza, ai direttori penitenziari e le funzioni degli uffici/direttori EPE.
Sul predetto punto si rimarca che la magistratura di sorveglianza avrà, a giorni, un incontro con il capo del dipartimento E. Ferrara.
Insuperato rimane il nodo delle risorse, della scientificità (solidità) della sperimentazione e delle motivazioni a sostegno di questo storno di energie che appare contornato da motivi ‘politici’. Più volte, in ogni occasione, il SAG-Unsa ha sollecitato l’Amministrazione ad un ampio confronto con le OO.SS. su questioni veramente fondamentali per l’Esecuzione Penale Esterna tra le quali:
_ l’aspetto organizzativo generale degli Uepe;
_ le risorse umane e materiali ;
_ la ridistribuzione sul territorio nazionale degli assistenti sociali in relazione agli
effettivi carichi di lavoro ed alle piante organiche di sede;
_ la necessità di valorizzare concretamente e rilanciare le misure alternative alla
detenzione;
_ Il ripristino dell’indennità di trasferta.
Ancora una volta, di contro, la risposta dell’Amministrazione a questa esigenza degli operatori del Servizio Sociale è stata quella di emanare una lettera circolare (27 luglio 2007) di indirizzi organizzativi relativi all’orario di servizio e all’orario di apertura al pubblico degli Uffici, sottraendo illegittimamente al previsto confronto sindacale la materia, dimostrandosi più attenta al contenitore che ai contenuti.
Ritornando all’incontro in parola, si evidenzia che è emersa, in tutta la sua intensità, la contrapposizione tra il personale di polizia penitenziaria e del servizio sociale, innescata dal decreto: si sta generando una pericolosa involuzione nei rapporti interprofessionali a discapito della funzione rieducative e risocializzante dell’esecuzione penale che viene del tutto disconosciuta in violazione al dettato costituzionale.
La discussione è stata rinviata e riprenderà con l’ennesima ulteriore bozza.
L’Amministrazione è apparsa ‘sensibile’ ai dubbi posti dalle OO.SS. pur ribadendo la volontà di intervenire sulla questioni di controllo e di sicurezza sociale attraverso questa proposta che l’UNSA SAG ritiene frammentaria e avulsa rispetto al contesto primario dell’intervento trattamentale. In altre parole, il D.A.P. cerca ampio consenso e noi, con la solita attenzione, vi informeremo sugli sviluppi e sulle posizioni intrattenute da tutti gli attori coinvolti.
.Il segretario nazionale
Roberto Martinelli
Iniziando, insolitamente, dalla conclusione della riunione sull’inserimento della Polizia Penitenziaria negli UEPE rileviamo che l’incontro del 17 c.m. si è chiuso come le seguenti parole del Presidente Ferrara: ci sono organizzazioni sindacali che sono ferme nella impostazione di contrarietà all’ampliamento delle funzioni della Polizia Penitenziaria; altre che concordano pienamente con l’impianto del D.M., che prevede l’estensione delle funzioni di controllo a tutte le misure alternative alla detenzione; ed infine sindacati che pur essendo favorevoli si auspicano un procedere graduale.
Ora, la maggioranza dei sindacati di polizia penitenziaria sono propensi ad acquisire visibilità e funzioni di ‘controllo’ più ampie. Infatti avversano non l’impianto del DM ma la riduttività delle funzioni a carico della polizia penitenziaria e la paventata ‘subordinazione’ ai direttori di servizio sociale.
Un’altra posizione si incarna in chi vuole assolutamente svolgere compiti non meglio definiti di esclusivo controllo strettamente connesso all’operato del nucleo traduzioni e alla dipendenze del Magistrato di sorveglianza.
L’Amministrazione, sempre in coda di riunione, ha candidamente affermato che il DM è il veicolo per presentare un pacchetto connesso alla richiesta di aumento di personale: emerge dunque un aspetto strumentale.
L’Unsa Sag ha con intransigenza ribadito la propria contrarietà, politica e culturale a tutto l’impianto che, volendo ‘aggirare’ i limiti (contorni) normativi di rango generale (art. 72 legge 354/75 e DPR 230/2000) presenta confusione e sovrapposizione, per non dire contrasto, rispetto alle funzioni primarie degli Uffici EPE e al mandato attribuito per legge al personale ivi operante. Si mantiene pertanto l’equivoco di fondo: la ‘falsa’ distinzione tra controllo e verifica dei piani di trattamento, cercando di inserire dal basso modifiche improprie.
Peraltro il DM, ad una attenta lettura, presenta contraddizioni di funzione: tra quelle attribuite ai Magistrati di Sorveglianza, ai direttori penitenziari e le funzioni degli uffici/direttori EPE.
Sul predetto punto si rimarca che la magistratura di sorveglianza avrà, a giorni, un incontro con il capo del dipartimento E. Ferrara.
Insuperato rimane il nodo delle risorse, della scientificità (solidità) della sperimentazione e delle motivazioni a sostegno di questo storno di energie che appare contornato da motivi ‘politici’. Più volte, in ogni occasione, il SAG-Unsa ha sollecitato l’Amministrazione ad un ampio confronto con le OO.SS. su questioni veramente fondamentali per l’Esecuzione Penale Esterna tra le quali:
_ l’aspetto organizzativo generale degli Uepe;
_ le risorse umane e materiali ;
_ la ridistribuzione sul territorio nazionale degli assistenti sociali in relazione agli
effettivi carichi di lavoro ed alle piante organiche di sede;
_ la necessità di valorizzare concretamente e rilanciare le misure alternative alla
detenzione;
_ Il ripristino dell’indennità di trasferta.
Ancora una volta, di contro, la risposta dell’Amministrazione a questa esigenza degli operatori del Servizio Sociale è stata quella di emanare una lettera circolare (27 luglio 2007) di indirizzi organizzativi relativi all’orario di servizio e all’orario di apertura al pubblico degli Uffici, sottraendo illegittimamente al previsto confronto sindacale la materia, dimostrandosi più attenta al contenitore che ai contenuti.
Ritornando all’incontro in parola, si evidenzia che è emersa, in tutta la sua intensità, la contrapposizione tra il personale di polizia penitenziaria e del servizio sociale, innescata dal decreto: si sta generando una pericolosa involuzione nei rapporti interprofessionali a discapito della funzione rieducative e risocializzante dell’esecuzione penale che viene del tutto disconosciuta in violazione al dettato costituzionale.
La discussione è stata rinviata e riprenderà con l’ennesima ulteriore bozza.
L’Amministrazione è apparsa ‘sensibile’ ai dubbi posti dalle OO.SS. pur ribadendo la volontà di intervenire sulla questioni di controllo e di sicurezza sociale attraverso questa proposta che l’UNSA SAG ritiene frammentaria e avulsa rispetto al contesto primario dell’intervento trattamentale. In altre parole, il D.A.P. cerca ampio consenso e noi, con la solita attenzione, vi informeremo sugli sviluppi e sulle posizioni intrattenute da tutti gli attori coinvolti.
.Il segretario nazionale
Roberto Martinelli
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