Il Messaggero
Giustizia: quanto costa la "sicurezza" ai contribuenti italiani
26 settembre 2007- Sono quasi 350 mila gli uomini che garantiscono l’ordine pubblico in Italia, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia, polizia penitenziaria, guardie forestali. Ma alcuni di loro si occupano di tutto tranne che di combattere la criminalità. Sono gli addetti alle cosiddette "attività di funzionamento": quelli che lavorano negli uffici, quelli che stanno nelle cucine, quelli che fanno le pulizie, gli autisti che vanno a prendere a casa i colonnelli, i camerieri dei circoli ufficiali, gli uscieri, i piantoni. Nessuno sa dire di preciso quanti siano gli uomini destinati a questi compiti non sempre essenziali. Tempo fa si calcolò che il personale impiegato nelle attività di funzionamento è il 30% del totale, ma gli interessati contestano la stima perché sbagliata per eccesso mentre il Tesoro la considera errata per difetto.
Forze armate e forze dell’ordine sono il solo comparto della pubblica amministrazione che continua a incrementare gli organici. Fra il 2002 e il 2006 le "unità di personale" nei corpi militari sono cresciute del 9,38%, nei corpi di polizia del 3,91%. Complessivamente, sono quasi 25 mila uomini guadagnati in appena quattro anni, mentre il resto dello Stato ha dovuto fare i conti con il blocco delle assunzioni.
Nel periodo preso in considerazione, il comparto sicurezza ha assorbito il 75 per cento delle assunzioni statali, e più o meno lo stesso era avvenuto nel quinquennio precedente. Tutti i governi, di centrodestra e di centrosinistra, hanno favorito polizia e forze armate a scapito delle altre amministrazioni, per una precisa scelta politica: si è cercato così di rispondere alla sempre maggiore domanda di sicurezza che arriva dai cittadini.
Eppure l’Italia spende già molto rispetto agli altri paesi europei. Basta leggere i dati dell’Eurostat: solo gli inglesi destinano all’ordine pubblico una percentuale di Pil superiore alla nostra; francesi, tedeschi e spagnoli invece danno meno. E stiamo parlando di ordine pubblico in senso stretto, perché alla voce "difesa" il nostro paese è, al contrario, perfettamente in linea con la media dell’Ue.
Destiniamo alla sicurezza il 2% della ricchezza nazionale, pari a circa 480 euro per ogni cittadino, contro i 390 euro dei francesi (che pure hanno un reddito pro-capite più alto del nostro). A ogni Finanziaria si ripropone lo scontro fra ministro dell’Economia e ministro dell’Interno. Uno vorrebbe risparmiare, l’altro chiede più risorse. Lo schema si sta riproponendo anche quest’anno. A legislazione vigente, il comparto sicurezza può già prevedere per il 2008 un numero di assunzioni sufficiente a coprire quasi tutti i posti lasciati liberi da chi va in pensione. Ma questi uomini non bastano, e Giuliano Amato ha chiesto al collega Padoa-Schioppa un potenziamento degli organici che costerebbe allo Stato circa mezzo miliardo di euro l’anno.
Come se ne esce? Il rimedio si potrebbe trovare in un migliore utilizzo del personale. Per esempio, ci sono decine di migliaia di esuberi fra i sottufficiali di Esercito, Aeronautica, Marina. Invece di essere spediti in pensione anticipata, potrebbero essere trasferiti a compiti di ordine pubblico. Quelli che proprio non possono andare in strada sarebbero comunque in grado di dedicarsi alle funzioni amministrative, liberando agenti e carabinieri dalle loro scrivanie. Pare che il governo ci stia ragionando
26 settembre 2007- Sono quasi 350 mila gli uomini che garantiscono l’ordine pubblico in Italia, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia, polizia penitenziaria, guardie forestali. Ma alcuni di loro si occupano di tutto tranne che di combattere la criminalità. Sono gli addetti alle cosiddette "attività di funzionamento": quelli che lavorano negli uffici, quelli che stanno nelle cucine, quelli che fanno le pulizie, gli autisti che vanno a prendere a casa i colonnelli, i camerieri dei circoli ufficiali, gli uscieri, i piantoni. Nessuno sa dire di preciso quanti siano gli uomini destinati a questi compiti non sempre essenziali. Tempo fa si calcolò che il personale impiegato nelle attività di funzionamento è il 30% del totale, ma gli interessati contestano la stima perché sbagliata per eccesso mentre il Tesoro la considera errata per difetto.
Forze armate e forze dell’ordine sono il solo comparto della pubblica amministrazione che continua a incrementare gli organici. Fra il 2002 e il 2006 le "unità di personale" nei corpi militari sono cresciute del 9,38%, nei corpi di polizia del 3,91%. Complessivamente, sono quasi 25 mila uomini guadagnati in appena quattro anni, mentre il resto dello Stato ha dovuto fare i conti con il blocco delle assunzioni.
Nel periodo preso in considerazione, il comparto sicurezza ha assorbito il 75 per cento delle assunzioni statali, e più o meno lo stesso era avvenuto nel quinquennio precedente. Tutti i governi, di centrodestra e di centrosinistra, hanno favorito polizia e forze armate a scapito delle altre amministrazioni, per una precisa scelta politica: si è cercato così di rispondere alla sempre maggiore domanda di sicurezza che arriva dai cittadini.
Eppure l’Italia spende già molto rispetto agli altri paesi europei. Basta leggere i dati dell’Eurostat: solo gli inglesi destinano all’ordine pubblico una percentuale di Pil superiore alla nostra; francesi, tedeschi e spagnoli invece danno meno. E stiamo parlando di ordine pubblico in senso stretto, perché alla voce "difesa" il nostro paese è, al contrario, perfettamente in linea con la media dell’Ue.
Destiniamo alla sicurezza il 2% della ricchezza nazionale, pari a circa 480 euro per ogni cittadino, contro i 390 euro dei francesi (che pure hanno un reddito pro-capite più alto del nostro). A ogni Finanziaria si ripropone lo scontro fra ministro dell’Economia e ministro dell’Interno. Uno vorrebbe risparmiare, l’altro chiede più risorse. Lo schema si sta riproponendo anche quest’anno. A legislazione vigente, il comparto sicurezza può già prevedere per il 2008 un numero di assunzioni sufficiente a coprire quasi tutti i posti lasciati liberi da chi va in pensione. Ma questi uomini non bastano, e Giuliano Amato ha chiesto al collega Padoa-Schioppa un potenziamento degli organici che costerebbe allo Stato circa mezzo miliardo di euro l’anno.
Come se ne esce? Il rimedio si potrebbe trovare in un migliore utilizzo del personale. Per esempio, ci sono decine di migliaia di esuberi fra i sottufficiali di Esercito, Aeronautica, Marina. Invece di essere spediti in pensione anticipata, potrebbero essere trasferiti a compiti di ordine pubblico. Quelli che proprio non possono andare in strada sarebbero comunque in grado di dedicarsi alle funzioni amministrative, liberando agenti e carabinieri dalle loro scrivanie. Pare che il governo ci stia ragionando
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