ANSA
CARCERI: ASSISTENTI SOCIALI, RILANCIARE MISURE ALTERNATIVE
(ANSA) - "Dal 1998 al 2005 solo nel 19% dei casi vi è stata recidiva in nuovi reati da parte dei fruitori dell'affidamento; parallelamente si è verificato, fra tutti gli scarcerati a fine pena nel 1998, non fruitori di misure alternative, una recidiva del 68,45%".
A partire dai risultati di una ricerca condotta dalla Direzione generale esecuzione penale esterna, il Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) e gli Uffici di servizio sociale (Uepe) rilanciano il tema di un possibile incremento dell'utilizzo delle misure alternative per reati minori e della funzione rieducativa della pena.
Durante la conferenza nazionale Uepe, a Roma, gli assistenti sociali hanno sostenuto come "incontestabile" l'efficacia delle condanne scontate in misura alternativa sia in termini economici che in termini d'integrazione e di coesione sociale.
Tema del confronto è stato poi la necessità di una riorganizzazione degli ambiti operativi e la possibilità di inserire negli Uepe la polizia penitenziaria a fronte di un potenziamento delle risorse umane e professionali e delle funzioni di controllo. A questo proposito, l'ordine degli assistenti sociali ha paventato la necessità di un maggiore investimento, da parte del Governo, nelle politiche di prevenzione e inclusione sociale.
Fuori dal coro la voce di Angelica Di Giovanni, presidente del tribunale distrettuale di sorveglianza di Napoli: "la realtà italiana non corrisponde a ciò di cui si parla - ha affermato - e le misure alternative spesso equivalgono ad un annullamento della pena". (ANSA).
Durante la conferenza nazionale Uepe, a Roma, gli assistenti sociali hanno sostenuto come "incontestabile" l'efficacia delle condanne scontate in misura alternativa sia in termini economici che in termini d'integrazione e di coesione sociale.
Tema del confronto è stato poi la necessità di una riorganizzazione degli ambiti operativi e la possibilità di inserire negli Uepe la polizia penitenziaria a fronte di un potenziamento delle risorse umane e professionali e delle funzioni di controllo. A questo proposito, l'ordine degli assistenti sociali ha paventato la necessità di un maggiore investimento, da parte del Governo, nelle politiche di prevenzione e inclusione sociale.
Fuori dal coro la voce di Angelica Di Giovanni, presidente del tribunale distrettuale di sorveglianza di Napoli: "la realtà italiana non corrisponde a ciò di cui si parla - ha affermato - e le misure alternative spesso equivalgono ad un annullamento della pena". (ANSA).
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