COMUNICATO STAMPA ORDINE NAZIONALE ASSISTENTI SOCIALI
Conferenza Nazionale UEPE
CONGRESSO UEPE: IL SERVIZIO SOCIALEDEL SETTORE PENITENZIARIO OGGI
Tra bisogno di sicurezza e carceri sempre più piene gli assistenti sociali fanno il punto della situazione e rilanciano le misure alternativeRoma, 7 novembre 2007 – Centro Congressi Cavour, via Cavour 50 – ore 9.30/17.30 Roma, 30 ottobre. Il grido che giunge dagli istituti penitenziari italiani su un probabile nuovo collasso rilancia il tema di un possibile incremento dell’utilizzo delle misure alternative per reati minori, e quindi della funzione rieducativa della pena, piuttosto che di quella repressiva, affidata al servizio sociali degli Uffici giudiziari territoriali UEPE.
L’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, raccogliendo il disagio dei professionisti rispetto a progetti di riforma che mettono a rischio il senso etico e valoriale del loro lavoro, mercoledì 7 novembre incontra a Roma i dipendenti degli Uffici di esecuzione penale esterna del ministero della Giustizia, i massimi rappresentanti del ministero stesso, i sindacati e le associazioni di volontariato del settore penitenziario. Scopo dell’incontro è ascoltare le varie voci e trovare soluzioni condivise a un progetto di riforma che contempli le diverse esigenze: quella nobile del servizio sociale di una ricostruzione dei legami sociali e personali di chi ha una pena non superiore a tre anni e quella altrettanto importante del cittadino che chiede maggiore sicurezza.Punto chiave del confronto di questi mesi rimane, in un’ipotesi di riorganizzazione degli ambiti operativi, la possibilità di inserire negli UEPE la polizia penitenziaria a fronte di un potenziamento di questi uffici (in termini logistici, di maggior risorse umane professionali e finanziarie e strumentali) con funzioni di controllo delle persone sottoposte a tali misure. L’Ordine paventa che tali cambiamenti possano incidere profondamente, e in senso negativo, sul mandato professionale del servizio sociale del settore penitenziario.
Il confronto partirà da un’analisi puntuale del beneficio che l’applicazione di tali misure ha prodotto in questi anni. L’affidamento al servizio sociale è, fra le misure alternative, la forma di esecuzione penale più “aperta” in quanto scontata completamente all’esterno della struttura carceraria, nella comunità, e ha come titolare dell’esecuzione della misura il servizio sociale stesso proprio per le sue finalità di reintegrazione sociale.
info:Annalisa Scalco, responsabile comunicazione ufficio stampa, 329-6148860
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