LIBERAZIONE
Emergenza sicurezza: i media la inventano, i politici la usano
di Davide Varì
11 gennaio 2007
"L’emergenza sicurezza? È un’invenzione dei media". Sembra un titolo di questo giornale - l’unico o quasi che ha cercato di contrastare, quantomeno arginare l’ondata securitaria e giustizialista contro lavavetri, romeni e rom - e invece sono le parole, testuali, dell’onorevole Luciano Violante.
Non un politico qualsiasi dunque, ma uno degli uomini di punta del piddì. Quello stesso piddì che tanto si è speso per far approvare decreti d’urgenza volti a contrastare la presunta invasione dei romeni. Proprio così, "l’invasione dei romeni". Un’uscita involontaria? Un attimo di smarrimento? Non proprio. L’ex presidente della Camera ha infatti rivelato la propria scoperta di fronte alla Commissione Affari Costituzionali della Camera che presiede, e previo invito ufficiale dei direttori e vicedirettori dei Tg Rai e Mediaset: "In Italia non c’è nessuna reale emergenza sicurezza", ha detto loro Violante.
Poi, l’affondo: "L’allarme tra i cittadini dipende anche da come i media danno le notizie di cronaca". Il tutto nel giorno, anzi nelle stesse ore in cui il santo padre rimproverava il sindaco di Roma Walter Veltroni per lo stato di insicurezza e di degrado in cui è ridotta la città eterna. Facile immaginare l’imbarazzo che questa uscita di Violante ha suscitato nei corridoi delle amministrazioni comunali guidate dai sindaci - sceriffi del piddì.
Cosa staranno pensando i vari Domenici, Cofferati e lo stesso Veltroni, naturalmente? E dire che Liberazione li aveva avvertiti. E poi sarebbe stato sufficiente andare a leggersi i dati del Viminale - facilmente reperibili online - per rendersi conto che in Italia il numero dei reati è fermo da quasi vent’anni.
E infatti, nel corso della sua audizione, Violante ha citato proprio quei dati. Ha sbirciato il famoso "rapporto sicurezza" del ministero dell’Interno ed ha scoperto che "non si riscontrano mutamenti macroscopici del numero e della gravità dei reati". L’unica cosa che è cresciuta è la paura: "D’altra parte - ha infatti sottolineato - le indagini sociali mostrano una significativa crescita della percezione di insicurezza nei cittadini".
E come è cresciuta questa paura? Per esempio trasformando ogni singolo fatto di cronaca in un’emergenza nazionale. "Bisogna sottolineare - ha infatti aggiunto Violante - le modalità con cui il sistema dell’informazione e della comunicazione sceglie e presenta le notizie: un elemento fondamentale nel formarsi e nel diffondersi di un’opinione condivisa sul grado di sicurezza di una comunità".
Insomma, se ogni telegiornale si ostina a sparare (sette giorni su sette) notizie sul migrante di turno colpevole di chissà quale efferatezza, ecco che qualcosa, nella famosa "percezione" dei cittadini, cambia e si trasforma in paura. Ed uno che conosce bene la paura anzi, la "fabbrica della paura" è il professor Stefano Rodotà.
"Sono contento della presa di posizione di Violante - ha detto a Liberazione - e sono convinto che assistiamo ad una creazione pilotata della paura i dati reali parlano di un’Italia stabile dal punto di vista del numero di reati. È dunque evidente che siamo di fronte ad una vera e propria industria dell’insicurezza su cui convergono molti interessi.
Prima di Violante anche il presidente della Repubblica Napolitano aveva messo in evidenza le paure create che determinano senso di insicurezza dei cittadini anche lì dove ci sono dati che dimostrano una situazione contraria".
Sorpreso, quasi spiazzato dalle parole di Luciano Violante, Giuliano Pisapia si lascia andare ad un liberatorio "finalmente": "Finalmente si prende atto di un fatto oggettivo". E il fatto oggettivo è sempre lo stesso: "Il numero di reati non è aumentato".
"Questi dati - continua Pisapia - erano ampiamente conosciuti anche alla vigilia dell’approvazione del famoso decreto espulsioni. Ciò dimostra senza ombra di dubbio che non c’erano quei presupposti di straordinarietà previsti dalla Costituzione per la decretazione d’urgenza. Forse - conclude Pisapia - sarebbe stato più utile concentrarsi sulle vere emergenze: la sicurezza sul lavoro e i rifiuti in Campania tanto per fare qualche esempio".
Infine Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato: "Questa situazione emergenziale è frutto delle campagne della destra. A questo punto bisogna lavorare sulla diffusione dei dati reali, spiegare ai cittadini che l’emergenza sicurezza è un’invenzione". E per quel che riguarda il decreto espulsioni? "Mi sembra chiaro che si tratta di un provvedimento inutile. Per quel che ci riguarda noi abbiamo lavorato per riportare quel decreto entro l’alveo della Costituzione"
Chi non ha preso bene l’uscita di Violante è invece la destra. "Si vuole "normalizzare" l’informazione", ha tuonato il vice-coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. "Nessuno mai aveva osato tanto - ha fatto eco il senatore di An Marcello De Angelis -Violante si è inoltrato in un terreno minato. Con un maldestro tentativo di delegittimare l’informazione, è riuscito soltanto a gettare un’ombra minacciosa sulla libertà di stampa e sulla qualità professionale di centinaia di colleghi". Nessun commento, invece, da parte di Veltroni; diviso, lacerato, tra la bacchettata di Ratzinger e la rivelazione di Violante, il sindaco di Roma, almeno per questa volta, ha scelto il silenzio.
di Davide Varì
11 gennaio 2007
"L’emergenza sicurezza? È un’invenzione dei media". Sembra un titolo di questo giornale - l’unico o quasi che ha cercato di contrastare, quantomeno arginare l’ondata securitaria e giustizialista contro lavavetri, romeni e rom - e invece sono le parole, testuali, dell’onorevole Luciano Violante.
Non un politico qualsiasi dunque, ma uno degli uomini di punta del piddì. Quello stesso piddì che tanto si è speso per far approvare decreti d’urgenza volti a contrastare la presunta invasione dei romeni. Proprio così, "l’invasione dei romeni". Un’uscita involontaria? Un attimo di smarrimento? Non proprio. L’ex presidente della Camera ha infatti rivelato la propria scoperta di fronte alla Commissione Affari Costituzionali della Camera che presiede, e previo invito ufficiale dei direttori e vicedirettori dei Tg Rai e Mediaset: "In Italia non c’è nessuna reale emergenza sicurezza", ha detto loro Violante.
Poi, l’affondo: "L’allarme tra i cittadini dipende anche da come i media danno le notizie di cronaca". Il tutto nel giorno, anzi nelle stesse ore in cui il santo padre rimproverava il sindaco di Roma Walter Veltroni per lo stato di insicurezza e di degrado in cui è ridotta la città eterna. Facile immaginare l’imbarazzo che questa uscita di Violante ha suscitato nei corridoi delle amministrazioni comunali guidate dai sindaci - sceriffi del piddì.
Cosa staranno pensando i vari Domenici, Cofferati e lo stesso Veltroni, naturalmente? E dire che Liberazione li aveva avvertiti. E poi sarebbe stato sufficiente andare a leggersi i dati del Viminale - facilmente reperibili online - per rendersi conto che in Italia il numero dei reati è fermo da quasi vent’anni.
E infatti, nel corso della sua audizione, Violante ha citato proprio quei dati. Ha sbirciato il famoso "rapporto sicurezza" del ministero dell’Interno ed ha scoperto che "non si riscontrano mutamenti macroscopici del numero e della gravità dei reati". L’unica cosa che è cresciuta è la paura: "D’altra parte - ha infatti sottolineato - le indagini sociali mostrano una significativa crescita della percezione di insicurezza nei cittadini".
E come è cresciuta questa paura? Per esempio trasformando ogni singolo fatto di cronaca in un’emergenza nazionale. "Bisogna sottolineare - ha infatti aggiunto Violante - le modalità con cui il sistema dell’informazione e della comunicazione sceglie e presenta le notizie: un elemento fondamentale nel formarsi e nel diffondersi di un’opinione condivisa sul grado di sicurezza di una comunità".
Insomma, se ogni telegiornale si ostina a sparare (sette giorni su sette) notizie sul migrante di turno colpevole di chissà quale efferatezza, ecco che qualcosa, nella famosa "percezione" dei cittadini, cambia e si trasforma in paura. Ed uno che conosce bene la paura anzi, la "fabbrica della paura" è il professor Stefano Rodotà.
"Sono contento della presa di posizione di Violante - ha detto a Liberazione - e sono convinto che assistiamo ad una creazione pilotata della paura i dati reali parlano di un’Italia stabile dal punto di vista del numero di reati. È dunque evidente che siamo di fronte ad una vera e propria industria dell’insicurezza su cui convergono molti interessi.
Prima di Violante anche il presidente della Repubblica Napolitano aveva messo in evidenza le paure create che determinano senso di insicurezza dei cittadini anche lì dove ci sono dati che dimostrano una situazione contraria".
Sorpreso, quasi spiazzato dalle parole di Luciano Violante, Giuliano Pisapia si lascia andare ad un liberatorio "finalmente": "Finalmente si prende atto di un fatto oggettivo". E il fatto oggettivo è sempre lo stesso: "Il numero di reati non è aumentato".
"Questi dati - continua Pisapia - erano ampiamente conosciuti anche alla vigilia dell’approvazione del famoso decreto espulsioni. Ciò dimostra senza ombra di dubbio che non c’erano quei presupposti di straordinarietà previsti dalla Costituzione per la decretazione d’urgenza. Forse - conclude Pisapia - sarebbe stato più utile concentrarsi sulle vere emergenze: la sicurezza sul lavoro e i rifiuti in Campania tanto per fare qualche esempio".
Infine Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato: "Questa situazione emergenziale è frutto delle campagne della destra. A questo punto bisogna lavorare sulla diffusione dei dati reali, spiegare ai cittadini che l’emergenza sicurezza è un’invenzione". E per quel che riguarda il decreto espulsioni? "Mi sembra chiaro che si tratta di un provvedimento inutile. Per quel che ci riguarda noi abbiamo lavorato per riportare quel decreto entro l’alveo della Costituzione"
Chi non ha preso bene l’uscita di Violante è invece la destra. "Si vuole "normalizzare" l’informazione", ha tuonato il vice-coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. "Nessuno mai aveva osato tanto - ha fatto eco il senatore di An Marcello De Angelis -Violante si è inoltrato in un terreno minato. Con un maldestro tentativo di delegittimare l’informazione, è riuscito soltanto a gettare un’ombra minacciosa sulla libertà di stampa e sulla qualità professionale di centinaia di colleghi". Nessun commento, invece, da parte di Veltroni; diviso, lacerato, tra la bacchettata di Ratzinger e la rivelazione di Violante, il sindaco di Roma, almeno per questa volta, ha scelto il silenzio.
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