Giustizia/Carcere: grazie ai "Patti per la sicurezza" diminuiti i reati
di Fiorenza Sarzanini e Antonio Castaido
Corriere della Sera, 15 febbraio 2008
I "Patti per la sicurezza" superano il primo esame. Il Viminale traccia il bilancio semestrale e registra un calo evidente dei reati nelle città che hanno scelto il nuovo modello di intervento per il controllo del territorio. La diminuzione già registrata in tutta Italia alla fine del 2007 diventa evidente nei capoluoghi dove vertici delle forze dell’ordine e amministratori locali decidono insieme le strategie anticriminalità.
Il primato spetta a Roma, dove si è passati dai 272.866 illeciti del 2006 ai 269.879 dello scorso anno. Calo anche a Bari e soprattutto a Napoli. Ma c’è un dato che va in controtendenza: furti e rapine continuano ad aumentare. Sono i cosiddetti "delitti predatori", quelli che maggiormente allarmano i cittadini.
Calo di omicidi e droga Marco Minniti, il viceministro dell’Interno che quei patti li ha resi esecutivi e poi ne ha seguito l’attuazione, sfoglia i grafici e spiega: "Sappiamo tutti che questi sono gli illeciti tipici della microcriminalità prodotta dagli stranieri che vivono in clandestinità. Le cifre ci dicono che il tasso di violazione della legge da parte degli immigrati regolari è pari, se non inferiore, a quello degli italiani. E dunque bisogna continuare a lavorare per la regolamentazione degli ingressi e, soprattutto, per l’integrazione di chi si stabilisce nel nostro Paese. Bisogna intensificare la cooperazione con Romania e Libia, i due Stati che possono aiutarci a controllare il flusso degli arrivi illegali.
Anche perché abbiamo avviato un trend positivo nella prevenzione e repressione della delinquenza che non deve essere in alcun modo interrotto". Roma, Milano, Torino, Genova; e poi piccoli centri come Asti e Modena, realtà complicate come quelle di Napoli e Bari: ovunque, al di là degli schieramenti politici e delle emergenze locali, i delitti sono in calo. E tra i dati ritenuti maggiormente significativi c’è la riduzione forte degli omicidi.
Nel capoluogo lombardo - se si escludono le rapine in abitazione e in strada - nel primo semestre 2006 i furti sono stati 101.869 e 90.862 nel secondo. Scende anche il numero di reati legati agli stupefacenti, come del resto avviene anche in quasi tutte le altre città. Nella capitale diminuiscono le violenze sessuali e gli scippi. Ma a fare impressione sono soprattutto le cifre napoletane, perché per la prima volta dopo anni le rapine in strada vanno giù, passando da 4.736 dei primi sei mesi dell’anno a 3.823. E perché le estorsioni calano da 363 a 293. A Firenze, dove si abbassa notevolmente il numero degli stupri e delle rapine, c’è un’impennata degli scippi. A Torino aumentano solo i furti in abitazione.
"La lettura di questi numeri - chiarisce Minniti - ci dimostra che la strada è quella giusta e dobbiamo continuare a seguirla superando le logiche di partito proprio come abbiamo fatto in questi mesi: governava il centrosinistra, ma la collaborazione ha riguardato anche i sindaci del centrodestra e i risultati, come si vede per l’amministrazione guidata da Letizia Moratti, sono stati più che soddisfacenti. Perché per avere sicurezza bisogna sapere intervenire in modo giusto sul territorio e questo avviene soltanto se c’è cooperazione tra lo Stato e gli enti locali".
L’analisi dell’andamento criminale serve a sindaci e prefetti per sollecitare l’impiego delle squadre di intervento rapido. "Quando abbiamo istituito questi nuclei speciali - ricorda Minniti - nessuno avrebbe scommesso sulla loro efficacia. E invece la prima missione è stata a Scampia, lì dove la guerra tra clan aveva fatto decine di morti e da allora ci sono arrivate richieste da tutte le città che dovevano far fronte alle emergenze".
I segnali positivi che arrivano dalle zone dove impera la criminalità organizzata trovano conferma a Catania. Perché nella città siciliana si registra una diminuzione tipica dei reati legati al racket che fa ben sperare in un’inversione di tendenza. Conforta che le denunce per estorsione siano scese dalle 155 del primo semestre 2007 alle 102 del secondo semestre. Ma davvero indicativo è il trend che riguarda i casi di danneggiamento e incendio doloso passati da 2.662 da gennaio a giugno a 2.545 da giugno a dicembre. "La possibilità di impiegare in modo razionale le forze dell’ordine - dice Minniti - ci consente di individuare le aree di rischio dove intervenire anche grazie alle indicazioni che arrivano dalle polizie locali. Una sinergia che serve soprattutto ad individuare le carenze. In questo modo sappiamo quali sono i luoghi dove bisogna potenziare l’illuminazione e quelli dove intensificare i sistemi di videosorveglianza, solo per fare esempi concreti di provvedimenti che contribuiscono ad aumentare il bisogno di sicurezza delle persone. La fotografia complessiva ci indica, a sei mesi dalle firme dei Patti, quali sono i settori dove si deve lavorare in maniera più decisa".
Corriere della Sera, 15 febbraio 2008
I "Patti per la sicurezza" superano il primo esame. Il Viminale traccia il bilancio semestrale e registra un calo evidente dei reati nelle città che hanno scelto il nuovo modello di intervento per il controllo del territorio. La diminuzione già registrata in tutta Italia alla fine del 2007 diventa evidente nei capoluoghi dove vertici delle forze dell’ordine e amministratori locali decidono insieme le strategie anticriminalità.
Il primato spetta a Roma, dove si è passati dai 272.866 illeciti del 2006 ai 269.879 dello scorso anno. Calo anche a Bari e soprattutto a Napoli. Ma c’è un dato che va in controtendenza: furti e rapine continuano ad aumentare. Sono i cosiddetti "delitti predatori", quelli che maggiormente allarmano i cittadini.
Calo di omicidi e droga Marco Minniti, il viceministro dell’Interno che quei patti li ha resi esecutivi e poi ne ha seguito l’attuazione, sfoglia i grafici e spiega: "Sappiamo tutti che questi sono gli illeciti tipici della microcriminalità prodotta dagli stranieri che vivono in clandestinità. Le cifre ci dicono che il tasso di violazione della legge da parte degli immigrati regolari è pari, se non inferiore, a quello degli italiani. E dunque bisogna continuare a lavorare per la regolamentazione degli ingressi e, soprattutto, per l’integrazione di chi si stabilisce nel nostro Paese. Bisogna intensificare la cooperazione con Romania e Libia, i due Stati che possono aiutarci a controllare il flusso degli arrivi illegali.
Anche perché abbiamo avviato un trend positivo nella prevenzione e repressione della delinquenza che non deve essere in alcun modo interrotto". Roma, Milano, Torino, Genova; e poi piccoli centri come Asti e Modena, realtà complicate come quelle di Napoli e Bari: ovunque, al di là degli schieramenti politici e delle emergenze locali, i delitti sono in calo. E tra i dati ritenuti maggiormente significativi c’è la riduzione forte degli omicidi.
Nel capoluogo lombardo - se si escludono le rapine in abitazione e in strada - nel primo semestre 2006 i furti sono stati 101.869 e 90.862 nel secondo. Scende anche il numero di reati legati agli stupefacenti, come del resto avviene anche in quasi tutte le altre città. Nella capitale diminuiscono le violenze sessuali e gli scippi. Ma a fare impressione sono soprattutto le cifre napoletane, perché per la prima volta dopo anni le rapine in strada vanno giù, passando da 4.736 dei primi sei mesi dell’anno a 3.823. E perché le estorsioni calano da 363 a 293. A Firenze, dove si abbassa notevolmente il numero degli stupri e delle rapine, c’è un’impennata degli scippi. A Torino aumentano solo i furti in abitazione.
"La lettura di questi numeri - chiarisce Minniti - ci dimostra che la strada è quella giusta e dobbiamo continuare a seguirla superando le logiche di partito proprio come abbiamo fatto in questi mesi: governava il centrosinistra, ma la collaborazione ha riguardato anche i sindaci del centrodestra e i risultati, come si vede per l’amministrazione guidata da Letizia Moratti, sono stati più che soddisfacenti. Perché per avere sicurezza bisogna sapere intervenire in modo giusto sul territorio e questo avviene soltanto se c’è cooperazione tra lo Stato e gli enti locali".
L’analisi dell’andamento criminale serve a sindaci e prefetti per sollecitare l’impiego delle squadre di intervento rapido. "Quando abbiamo istituito questi nuclei speciali - ricorda Minniti - nessuno avrebbe scommesso sulla loro efficacia. E invece la prima missione è stata a Scampia, lì dove la guerra tra clan aveva fatto decine di morti e da allora ci sono arrivate richieste da tutte le città che dovevano far fronte alle emergenze".
I segnali positivi che arrivano dalle zone dove impera la criminalità organizzata trovano conferma a Catania. Perché nella città siciliana si registra una diminuzione tipica dei reati legati al racket che fa ben sperare in un’inversione di tendenza. Conforta che le denunce per estorsione siano scese dalle 155 del primo semestre 2007 alle 102 del secondo semestre. Ma davvero indicativo è il trend che riguarda i casi di danneggiamento e incendio doloso passati da 2.662 da gennaio a giugno a 2.545 da giugno a dicembre. "La possibilità di impiegare in modo razionale le forze dell’ordine - dice Minniti - ci consente di individuare le aree di rischio dove intervenire anche grazie alle indicazioni che arrivano dalle polizie locali. Una sinergia che serve soprattutto ad individuare le carenze. In questo modo sappiamo quali sono i luoghi dove bisogna potenziare l’illuminazione e quelli dove intensificare i sistemi di videosorveglianza, solo per fare esempi concreti di provvedimenti che contribuiscono ad aumentare il bisogno di sicurezza delle persone. La fotografia complessiva ci indica, a sei mesi dalle firme dei Patti, quali sono i settori dove si deve lavorare in maniera più decisa".
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