L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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domenica 24 febbraio 2008

Giustizia/Carcere: Osapp- "lettera aperta" ai politici e ai giornali

Comunicato Osapp

L’attuale silenzio e l’assenza di interesse nei confronti del problema penitenziario in Italia, malgrado le tante motivazioni non ultima la campagna elettorale in corso, non possono nascondere il fatto che gli eventi nelle carceri italiane si fanno ogni giorno più gravi e a farne le spese è il Personale di Polizia Penitenziaria.
Tra tensioni, minacce ed aggressioni, carichi di lavoro esorbitanti a cui sempre più spesso consegue il "blocco" dei riposi settimanali e delle ferie, l’obbligo, per assenza di cambi anche per il minimo bisogno fisiologico, di prestare servizio dalle 9 alle 12 ore continuative, i Poliziotti Penitenziari hanno raggiunto e superato da tempo qualsiasi umano limite di sopportazione.
Persino e da ultimo i Poliziotti Penitenziari subiscono il blocco dei distacchi ad altra sede per gravi motivi previsti dal vigente Contratto di Lavoro, ovvero della possibilità di ricongiungersi per un breve periodo di tempo ai propri affetti o di curare i propri interessi; ovviamente un "blocco" che avrà valore per coloro che effettivamente hanno necessità ma non per le centinaia e centinaia di unità che, senza reale motivazione, in alcuni casi da anni, non prestano più servizio nella sede dove dovrebbero.
Gli oltre 51.000 detenuti presenti nelle carceri (tenuto conto che nelle attuali stime non vengono conteggiati i detenuti i permesso o trasferiti temporaneamente) sono diventati un problema insolubile ben più di quello che erano nel periodo pre-indulto gli oltre 62.000 ristretti, perché nel frattempo in tutte le sedi penitenziarie sono saltati regole e principi interni di organizzazione e sicurezza né, stante la grave promiscuità, si attuano le necessarie differenziazioni in relazione alla pericolosità dei soggetti ed ai reati commessi, né, come si evince dal numero quotidiano dei reingressi in carcere, producono più risultati gli interventi per la risocializzazione dei reclusi, mentre gli istituti di pena sono sempre di più scuola di criminalità e luogo di affiliazione tra le varie associazioni e delinquere.
In un’Amministrazione che in pochissimo tempo ha ottenuto oltre 570 Primi Dirigenti (il 90% promosso anche di due livelli, caso pressoché unico in una pubblica amministrazione, senza alcun concorso grazie ad una legge della fine della XIV Legislatura) 21 Dirigenti Generali ed un Capo Dipartimento pressoché equiparato ai fini economici al Capo della Polizia, con quello che ne consegue in termini di stipendi, da tempo non si assumo misure o interventi concreti, mancano mezzi, uniformi, generi alimentari nelle mense, manca persino il personale per alcuni servizi vitali quale quello medico e paramedico e quel poco che prima si adottava è completamente cessato dall’uscita di scena dell’ex Ministro Mastella.
Se, quindi, per le reiterate emergenze delle strutture penitenziarie e anche per surrogare alle professionalità mancanti negli altri profili è richiesto esclusivamente alle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria di aumentare i già strenui sacrifici, quello che si appresta ad affrontare "da solo" l’imminente e definitivo crollo del sistema penitenziario italiano è un Corpo di Polizia che, già Cenerentola e bistrattato tra le altre Forze di Polizia, è del tutto privo di organizzazione, di supporti e collegamenti, per il quale manca qualsiasi riferimento istituzionale e nell’amministrazione e sulle cui gravissime condizioni di lavoro, per l’assenza di sicurezza anche degli ambienti lavoro, per i carichi di lavoro che inducono infortuni e malattie, per l’assoluta mancanza di pari opportunità, per le gravissime disparità di trattamento, nessuno più vigila o interviene.
Purtroppo, dalle voci e da quanto pubblicato dagli organi di informazione non risulta ad oggi che tra i programmi delle Forze Politiche in lizza nella prossima tornata elettorale, sia stata presa in esame la possibilità di attuare quella integrale Riforma, in termini di organizzazione, di risorse, di autonomia funzionale e gerarchica e di riconoscimento delle mille e una professionalità reali espletare nell’unico Corpo di Polizia dello Stato che oltre alle normali attribuzioni di Polizia avrebbe anche il compito di provvedere alle attività per il reinserimento sociale dei detenuti, di cui non solo le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria avrebbero estrema necessità ma dalla quale la Collettività e gli stessi detenuti otterrebbero immediato vantaggio.
Sarà, quindi cura dell’Osapp, quale Organizzazione Sindacale Nazionale della Polizia Penitenziaria invitare le Colleghe e i Colleghi, le famiglie, gli amici e coloro che possono avere a cuore le nostre sorti a non votare per chi, degli attuali partiti politici, non prenda in seria e concreata considerazione la situazione del Corpo, ovvero a non recarsi del tutto ai seggi elettorali. Sarà altresì cura dell’Osapp a tutela delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria promuovere manifestazione regionali di protesta confluenti in un’unica manifestazione nazionale del Corpo di Polizia Penitenziaria in Roma nelle adiacenze dei Palazzi del Potere e della Politica.

Leo Beneduci
Segretario Generale Osapp