Giustizia/Sicurezza-La destra, la sinistra, e l’arte di coltivare la paura…
Fuoriluogo, 8 maggio 2008
"La festa è finita: riempiamo le celle", annuncia trionfante Roberto Castelli, indimenticato ministro della Giustizia leghista. Evidentemente, nessuno lo ha avvisato che le galere sono già strapiene: 52.686 detenuti per 43.068 posti. Ma forse il sogno, reso vicino e possibile dai risultati elettorali, è di ridare vita a Dike Aedifica Spa e di richiamare in servizio l’amico Giuseppe Magni per costruire tante belle, nuove e costose prigioni.
Per Letizia Moratti, pure galvanizzata dalle urne, invece bisogna ricostruire i Centri di detenzione per immigrati, i famigerati Cpt, che sarebbero stati "smantellati" dal governo di centrosinistra. Evidentemente, la sindaca di Milano è rimasta l’unica a credere che l’esecutivo Prodi abbia tenuto fede al suo programma di governo. Forse distratta dall’assegnazione dell’Expo 2015, che sfamerà tanti appetiti, non si è accorta che i Cpt funzionano a pieno regime e che, anzi, pure le coop "rosse" si sono prestate a gestirli.
Pecunia non olet. Del resto, ora usa dire che la repressione e la sicurezza non sono né di destra né di sinistra. Tanto che anche nella democratica Bologna si è dato il via a ronde di volontari che supporteranno le forze dell’ordine. Ce n’era evidentemente bisogno, dato che, come noto, in Italia c’è il record mondiale per numero di forze di polizia e per numero di addetti alla sicurezza.
Ma questo è il Vento del Nord, che spira impetuoso. Inseguire la Lega sul suo terreno è l’imperativo che pare essersi dato il Centrosinistra dopo la batosta elettorale. Che quel terreno, oltre che incivile, sia infido e del tutto improduttivo e controproducente rispetto agli stessi obiettivi dichiarati, non pare interessare il partito di Veltroni. E neppure vengono ascoltati gli ammonimenti dei più avvertiti, come il sindaco Pd Sergio Chiamparino: "se si coltiva troppo la paura appaiono inevitabilmente i fantasmi". Fantasmi che rischiano di trasformare il prossimo futuro in un incubo orwelliano, una sconfitta elettorale in una resa senza condizioni.
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