Il Coordinamento Assistenti Sociali della Giustizia aderisce all' Appello "Salviamo la Gozzini"
Anna Muschitiello (Segretaria Nazionale Coordinamento Assistenti Sociali della Giustizia)
Oggi assistiamo ad un inaccettabile paradosso: più emerge con evidenza il fallimento delle funzioni storiche, degli stessi fondamenti teorici della pena detentiva, tanto più si ricorre ad essa, nella sua versione più retriva e vendicativa al di fuori dei necessari criteri di proporzionalità e di garanzia, soprattutto verso i soggetti più deboli e i comportamenti (di devianza sociale) cui più frequentemente si associano immagini di insicurezza.
Quanto più ci si sente legittimati ad attuare il controllo sulle aree più povere e marginali, ricorrendo ai soli metodi di pura repressione, dimostrando in questo modo l’incapacità di gestire adeguatamente le emergenze sociali, quali: i processi migratori, la precarizzazione del lavoro, l’impoverimento dei meno abbienti e di aree di ceto medio, l’aumento della marginalità sociale, tanto più si fa cadere ogni remora nel considerare impuniti i reati dei potenti e dei ricchi, annullando esplicitamente il principio costituzionale dell’uguaglianza di fronte alla legge.
In questo clima diventa sempre più difficile esercitare il nostro ruolo di operatori del sociale e di educatori al rispetto della legalità.
Non c’è dubbio che l’attuale società: confusa, disorientata, abbandonata alla precarietà esistenziale premi in termini di consenso sociale e politico tali scelte, ma è necessario che si comprenda che le ricadute nei diversi contesti istituzionali e della società saranno drammatiche e deleterie per la convivenza civile e democratica di tutti i cittadini.
Annullare la legge Gozzini significa far arretrare la civiltà giuridica del nostro paese e questa non è una questione che deve preoccupare e riguardare solo i diretti interessati e/o gli addetti ai lavori, ma tutti i cittadini democratici.
Ci auguriamo che gli avvenimenti di questi giorni facciano ritrovare la voglia di mettere un freno a questa deriva antidemocratica e far salire un moto di indignazione che faccia capire che a tutto c’è un limite.
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